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Intervista ad ISABELLA TUPONE di Livia Savorelli

Come avete affrontato il lockdown e la relativa chiusura della vostra galleria? Avete cercato di colmare il vuoto attraverso la progettualità online e/o attraverso un uso diverso dei social? Come si è modificato il rapporto con il vostro pubblico?
Il lockdown a Milano, dove lavoriamo, è stato particolarmente stringente. Per più di 80 giorni non abbiamo potuto accedere ai locali della galleria, ci siamo quindi adeguati a fare ciò che si poteva fare da casa. Abbiamo incrementato la comunicazione con i nostri clienti e con chi ci segue sui social, fornendo alcune piccole anteprime della mostra in programma al momento della chiusura forzata, La Luce Oltre di Laura Giardino. Inoltre, abbiamo cercato di diffondere quanto di bello stava uscendo sulla mostra, ma non solo, anche le altre iniziative che gli artisti stavano portando avanti durante la pandemia, come The Colouring Book, che ha visto moltissimi artisti fra cui Michael Rotondi, Laura Giardino, prestare i propri disegni per un libro virtuale da colorare a casa, un timekiller perfetto e intelligente per riflettere su questo periodo attraverso l’arte. Il nostro obiettivo è sempre quello di non perdere il contatto con chi ci segue, molti sono amici della galleria da tanto tempo, e per noi è sempre stato importante coltivare i rapporti, seppur in forme nuove ed ancora tutte da esplorare.

Veduta della mostra DAVID CESARIA. JACKPOP, a cura di Igor Zanti

Mai come in questo periodo abbiamo sentito parlare di “mondo dell’arte” ma proprio in un momento come questo è difficile immaginarlo come omogeneo. Composto da figure diverse: artisti, collezionisti, appassionati, critici, curatori, galleristi, organizzatori, editori. Un insieme spesso diviso da interessi contrastanti… Ora, se e in che modo, vi sentite parte di un “sistema”? Come state affrontando, dal lato umano e pratico, la vostra attività? Vi siete posti degli obiettivi a breve termine?
Il nostro primo pensiero è sempre per i nostri dipendenti e collaboratori, troppo spesso ci si dimentica che le gallerie hanno uno staff che profonde i propri sforzi per il successo dei progetti e per la gestione quotidiana del lavoro, bisogna tutelare tutti, ma loro per primi, perché quando tutto questo passerà ci sarà bisogno di collaboratori che abbiano ancora voglia di rimboccarsi le maniche e di fare sforzi comuni per ricominciare al meglio. Il sistema dell’arte è complesso e mutevole, e non è immune ai cambiamenti che tutti stiamo nostro malgrado abbracciando, di sicuro ci sentiamo parte di un mondo che ha ancora molto da dare, soprattutto in un momento di sgomento generale, dove c’è bisogno di cose belle, che riaffermino l’umanesimo. Il nostro obiettivo è quello di riprendere la nostra programmazione da settembre, a mente fresca, per dare la possibilità ai nostri collaboratori ed a noi stessi di prendere le giuste distanze, di stare con le nostre famiglie, di riappropriarci della nostra libertà in attesa di dedicarci di nuovo, anima e corpo, al nostro lavoro.

Veduta della galleria con l’allestimento attuale

Siamo nella famosa Fase 3, ciò presuppone una visione in progress, un prima, un dopo e un poi. Restituiteci una fotografia che vi ritrae in questi tre momenti…
La riflessione sul pre Covid è in realtà quella di sempre, slegata dalla pandemia e da qualsiasi altro evento storico, ma sicuramente legata ad una certa visione “marginale” del mondo dell’arte, che, in Italia è tutt’altro che favorito, sia a livello fiscale che a livello sociologico. La (timida) speranza per il post Covid, è che tutti, inclusi gli addetti ai lavori e gli appassionati, possano sempre di più capire il valore di quello che insieme facciamo in questo settore, e, sempre insieme, siano disposti a difenderlo, davanti all’approccio superficiale che troppo spesso viene riservato al mondo dell’arte.

www.areab.org

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