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MODENA | SEDI VARIE | 17 OTTOBRE – 16 GENNAIO 2021

I temi cari del Movimento romantico indagati da una cinquantina di artisti contemporanei che propongono nuovi percorsi di ricerca attraverso Ultraromanticismo. Il post umano, tra inquietudini e abbandono, collettiva in sei atti alla scoperta di luoghi storici e sedi museali in provincia di Modena.

Andrea Chiesi, Quis non quid, 2020, pennarelli e inchiostro su carta, cm 100×140, collezione privata

Promosso dai Comuni di Castelnuovo Rangone, Pavullo nel Frignano, Castelfranco Emilia, Savignano sul Panaro, Spilamberto e Vignola, in collaborazione con l’Associazione culturale Ricognizioni sull’arte, il progetto costituisce un esempio virtuoso di network territoriale nel panorama italiano, fondato sulla condivisione e finalizzato alla valorizzazione della ricerca artistica contemporanea e dei luoghi della cultura e del sacro.

La mostra, realizzata con il sostegno di BPER Banca (main sponsor) e Galleria Ossimoro, è curata da Sergio Bianchi, Alessandro Mescoli, Massimiliano Piccinini, Federica Sala, Laura Solieri e Andrea Barillaro.

«Crediamo – spiegano i curatori – che questa mostra sottenda principalmente ad un sentimento. Una sorta di intraducibile sentire che ci accomuna, nel risultato, attraverso derive culturali ed affettività visive. Aspetti che da soli non bastano a narrare l’oggettivazione, giustificandola, di un’esposizione come questa, ma ne sono l’origine. C’è poi un fulcro nascosto ed animista che intendiamo esplorare e rinnovare nel visitatore, costituito dai temi propri del pensiero romantico, quello storico, ottocentesco, transitato fino a noi attraverso la pittura e le letture. Temi cari all’uomo, una semantica dell’incanto impossibile da realizzare in assenza di luoghi densi di storia come chiese ed antichi palazzi. Dalla poetica della nebbia, così emiliana e ossianica nel medesimo istante, alla serenità di una malinconia senza tristezza, fino al fascino dell’abbandono: di un luogo, dell’uomo, anatomicamente articolato sulla soglia del tempo, tra rovina e ritrovamento, oppure dei suoi relitti. Una particolare attenzione alle immagini dell’inconscio e del mistero, nel cui insieme anche la sacralità intesa come recondito segreto custodito dal pigmento (e dall’agire del pittore) non sarà assente. Come ultimo approdo rimane il grottesco, mediato anche dal cambiamento del corpo. Estensioni corporee e protesiche come simulacri, spesso ancora in cerca di una nuova e tassonomica classificazione del diverso, ci viene consegnata da questi “moderni Prometeo” sotto forma di opera d’arte».

Gian Luca Groppi, Miss Hula Hope, 2017, fine art digital print su Carta Ilford Fiber Silk Baryta 310, cm 83×123

La mostra si articolerà in quattro macro-temi, individuati a partire da comuni semantiche visive: Il corpo, tra frammentazione, anatomia, aberrazione e diversità; Il paesaggio / La natura, tra senso del sublime, rovinismo, catalogazione e caducità della vita; L’uomo / Eroe romantico, con particolare attenzione al passato, al recupero di culture e civiltà perdute tra utopia e ideali; L’inconscio, tra scrittura automatica, sogno, mistero e nuove ritualità.

«Il desiderio, e soprattutto la necessità, di aprirsi al proprio inconscio alla ricerca di risposte e soluzioni si è spudoratamente palesato durante il periodo artistico-letterario del Romanticismo ma è da sempre (in modo più o meno esplicito) caratteristica essenziale degli artisti, come d’altronde di ogni essere umano», spiega Giorgia Bergantin. «Gli artisti sanno e vivono costantemente l’attimo di lanciarsi oltre il vuoto, l’enormità e l’abisso, quelle altezze in cui l’animo si trova coinvolto in vortici finissimi e precipita. Grandezze incalcolabili – aggiunge Enrico Turchi – dinnanzi alle quali l’idea stessa di infinito sfugge. «Come – cioè da dove, per quale via, secondo quali crismi – il nostro corpo possiede (cioè incorpora) i suoi fantasmi?», si chiede Mattia Cattaneo. «Quanto e come la concezione contemporanea della Natura si avvicina a quella romantica? Partendo dall’analisi delle opere in mostra – spiega Maria Chiara Wang – verranno evidenziati gli aspetti principali che accomunano gli artisti di oggi con quelli di ieri: si giungerà, così, a parlare di sublime e di pittoresco, di vanitas e di rovina, di solitudine e di abbandono, di sacralità, di interiorità e d’intuizione». «Lo spirito romantico – conclude Eleonora Brizi – è vivo e si respira anche nelle forme e nei linguaggi più contemporanei».

Omar Galliani, Clorophelia, 2018, matita su tavola e inchiostro, cm 150×150

Nelle diverse sedi espositive saranno esposte opere di maestri affermati accanto a quelle realizzate da giovani artisti selezionati dai curatori attraverso una capillare attività di scouting. Unitamente alle ricerche degli autori contemporanei, saranno esposte anche opere del ‘700 e dell’800 di Felice Giani, Luigi Manzini, Giuseppe Obici e Giovan Battista Piranesi, provenienti dalla Galleria Ossimoro e da collezioni private. Sarà inoltre presente in mostra il Canapè del Duca, celebre dormeuse appartenuta ai Duchi d’Este.

Ben Snell, Ritual Nature #002, 2021, Tennessee Backwoods, Serie Ritual Nature, Video 10 min 4K

La prima sezione della mostra sarà inaugurata domenica 17 ottobre alle ore 11.30 presso lo Spazio CRAC e l’Oratorio della Provvidenza di Castelnuovo Rangone. Se al CRAC saranno esposti i dipinti di Jessica Ferro, all’interno dell’Oratorio sarà allestita un’opera digitale di Ben Snell, visibile dall’esterno della chiesa attraverso un’antica gelosia. Il CRAC (Castelnuovo Rangone Arte Contemporanea) è uno spazio che, come dice il nome stesso – crac nei fumetti è il suono della rottura – vuole dare un segnale di rottura rispetto ai normali sistemi espostivi. Sito nel centro storico del paese, è delimitato da un tratto delle duecentesche mura castellane. L’Oratorio della Provvidenza, situato lungo l’ex asse ferroviario (ora cicloturistico), è un’antica e piccola chiesa consacrata a pochi passi dal centro, che si presterà in futuro ad una sperimentazione volta alla promozione dell’arte digitale.

Romina Ressia, Madonna I, 2015, stampa d’archivio ai pigmenti e foglia d’oro, numerata e firmata, cm 20×30. Edizione 5 di 8. Per gentile concessione dell’Artista e Arusha Gallery, Edimburgo

La seconda sezione della mostra sarà inaugurata sabato 23 ottobre alle ore 16.00 presso la Galleria d’Arte Contemporanea di Palazzo Ducale a Pavullo nel Frignano. In esposizione, opere di Riccardo Albiero, Cristiano Baricelli, Elisa Bertaglia, Serena Biagini, Valentina Biasetti, Giulia Bonora, Luca Caccioni, Giulia Dall’Olio, Daniele Gagliardi, Omar Galliani, Federica Giulianini, Gabriele Grones, Carla Iacono, Silvia Inselvini, Matteo Lucca, Massimo Pulini, Romina Ressia, Marika Ricchi, Andreas Senoner, Laura Serri, Nicola Vinci, Huang Zejian. Il Palazzo Ducale è stato costruito per volere di Francesco IV nella prima metà del XIX secolo ed è stato per alcuni anni dimora estiva della casa d’Austria Este.

Sergio Padovani, La cosa mortale (Rapimento), 2021, olio, bitume, resina su rame, cm 41×33. Courtesy The Bank Contemporary Art Collection

La terza sezione della mostra sarà inaugurata sabato 30 ottobre alle ore 16.00 presso la Chiesa di San Giacomo a Castelfranco Emilia. In esposizione, opere di Elysia Athanatos, Elisa Caccioni, Maurizio L’Altrella, Herman Nitsch, Armenia Panfolklorica, Enrico Pantani ed Alena Tonelli. La Chiesa di San Giacomo è situata sulla via Emilia, nel centro del paese. Chiesa consacrata, ospita per la prima volta una mostra d’arte contemporanea e conserva al suo interno un dipinto di Elisabetta Sirani.

La quarta sezione della mostra sarà inaugurata sabato 6 novembre alle ore 15.00 nella Sala espositiva dell’ex biblioteca nel borgo medievale di Savignano sul Panaro. In esposizione, opere di Francesca Dondoglio, Tommaso Giusti, Elia Mazzotti Gentili e Mhox (Alessandro Zomparelli e Filippo Nassetti). Le opere di Mhox sono state stampate in 3d da CRP Technology. Il borgo medievale, di grande interesse storico e architettonico, è testimonianza di un passato importante e denso di storia. Grazie ad un intervento conservativo portato avanti negli anni ‘80 e ‘90 del ‘900, è oggi uno dei borghi più affascinanti della provincia modenese. Numerose le testimonianze storiche custodite dall’antico abitato.

Simone Stuto, Morphè, 2021, tecnica mista su tavola, cm 100×100

La quinta sezione della mostra sarà inaugurata sabato 13 novembre alle ore 16.00 nell’Ex Chiesa di Santa Maria degli Angeli a Spilamberto. In esposizione, opere di Tatiana Brodatch, Iside Calcagnile, Massimiliano Galliani, Luigi Ghirri, Gian Luca Groppi, Marco Luppi, Marco Piccinelli, Simone Stuto, Flavia Tritto. La Chiesa di Santa Maria degli Angeli, eretta nel ‘400 dalla Confraternita di Santa Maria degli Angeli, comprendeva anche un oratorio e un ospedale. Ricostruita tra il 1626 e il 1631, è sconsacrata dalla metà del XX secolo. Ora è finalmente fruibile dopo un lungo e complesso restauro.

Michelangelo Galliani, Vanitas, 2021, marmo nero marquinia, foglia d’argento e acciaio inox, cm 70x70x100. Courtesy Cris Contini Contemporary, London (GB) – Tivat (MNE)

La sesta sezione della mostra sarà inaugurata sabato 20 novembre presso la Rocca di Vignola. In esposizione, opere di Andrea Capucci, Andrea Chiesi, Elisa Florian, Luca Freschi, Michelangelo Galliani, Sergio Padovani, Simone Pellegrini, Lilla Tabasso. Il percorso espositivo sarà completato da una teca contenente una selezione di libri d’artista, alcuni dei quali realizzati per l’occasione dagli artisti in mostra e da Marika Ricchi. La Rocca di Vignola, presumibilmente costruita nell’anno 1178, diventa nel XV secolo dimora della famiglia Contrari, investita del feudo dagli Este. Nel 1577 il feudo viene ceduto a Jacopo Boncompagni, figlio naturale del futuro Papa Gregorio XIII. La Rocca attualmente è di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Vignola, che negli ultimi decenni ha intrapreso un attento e scrupoloso lavoro di restauro volto al recupero sia architettonico che pittorico della struttura. Le sale della Rocca di Vignola sono state concesse gratuitamente in uso dalla Fondazione di Vignola.

In occasione della mostra sarà pubblicato un catalogo, disponibile in loco, con prefazione istituzionale, introduzione dei curatori, testi critici di Maria Chiara Wang, Giorgia Bergantin, Mattia Cattaneo, Enrico Turchi, Eleonora Brizi e ricco apparato iconografico. Sarà inoltre realizzato un documentario con la regia e la fotografia di Mauro Terzi e la musica de “Le Piccole Morti”.

Silvia Inselvini, Notturni, 2021, penna a sfera su carta, pannello in ferro, calamite, cm 178×420. Ph. Alessandra Giotto

 

ULTRAROMANTICISMO
Il post umano, tra inquietudini e abbandono
A cura di Sergio Bianchi, Alessandro Mescoli, Massimiliano Piccinini, Federica Sala, Laura Solieri, Andrea Barillaro

Spazio CRAC
Via della Conciliazione 1/d, Castelnuovo Rangone (Mo)
Oratorio della Provvidenza
Via C. Battisti angolo via G. Ferrari, Castelnuovo Rangone (Mo)
17 ottobre – 28 novembre 2021

Galleria d’Arte Contemporanea di Palazzo Ducale
Via Giardini 3, Pavullo nel Frignano (Mo)
23 ottobre 2021 – 9 gennaio 2022

Chiesa di San Giacomo
Via P. Tarozzi, Castelfranco Emilia (Mo)
30 ottobre – 19 dicembre 2021

Sala espositiva ex biblioteca nel borgo medievale
Via Pallotti 1, Savignano sul Panaro

6 novembre – 6 dicembre 2021

Ex Chiesa di Santa Maria degli Angeli
Via Vischi 11, Spilamberto (Mo)

13 novembre 2021 – 9 gennaio 2022

Rocca di Vignola
Piazza dei Contrari 4, Vignola

20 novembre 2021 – 16 gennaio 2022

Mostra promossa da:
Città di Castelfranco Emilia
Comune di Castelnuovo Rangone
Comune di Pavullo nel Frignano con Galleria d’Arte Contemporanea Palazzo Ducale
Comune di Savignano Sul Panaro
Comune di Spilamberto
Città di Vignola

In collaborazione con:
Ricognizioni sull’Arte

Main sponsor:
BPER Banca

Sponsor:
Ossimoro Galleria d’Arte

Le sale della Rocca di Vignola sono state concesse gratuitamente in uso da Fondazione di Vignola

Info: +39 059 783519
ricognizionisullarte@gmail.com
www.ricognizionisullarte.com

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