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MIRANO (VE) | PaRDeS – Laboratorio di Ricerca d’Arte Contemporanea | 22 maggio 13 novembre 2022
PTUJ (SLOVENIA) | Luoghi vari | 7 luglio – 18 settembre 2022
UMAGO (CROAZIA) | MMC Gallerija | 27 agosto – 23 settembre 2022
CATTARO (MONTENEGRO) | Chiesa di S.Paolo | 10 settembre – 9 ottobre 2022

Intervista a TOBIA RAVÀ di Matteo Galbiati

Impegnato in numerosi appuntamenti espositivi nel corso dell’estate e prossimo ad inaugurarne di nuovi nelle prossime settimane, abbiamo approfondito, in questo lungo e intenso dialogo, i temi e i contenuti della ricerca di Tobia Ravà (1959).
La sua espressività – tanto nella pittura, quanto nella scultura – si è resa identitaria e riconoscibile per l’utilizzo di caratteri alfa-numerici che imprimono all’immagine cui si sovrascrivono, un valore significante ulteriore. L’incontro con la curiosità e le interrogazioni dello spettatore favoriscono un momento di conoscenza ulteriore che oltrepassa la semplice “indicazione” della figura che abita l’opera.
Riportiamo la conversazione, iniziata in occasione delle giornate inaugurali di Art Stays Festival 2022. Postproduction lo scorso mese di luglio:

Tobia Ravà, Oltre – Vela di porta rossa, 2015, resine e tempera acrilica su raso, 190×130 cm

Questa è un’estate particolarmente ricca di impegni per te, ci racconti i progetti – tra personali e collettive, in corso o da poco chiuse – di cui sei o sei stato protagonista?
Effettivamente molto densa e complessa, ma siamo abituati è stato così anche l’anno scorso. Oltre alla grande mostra organizzata da Maria Luisa Trevisan con la mia collaborazione al PaRDeS di Mirano (VE) La Cura dove 40 artisti interpretano i problemi della contemporaneità, sono poi presente con due sculture in bronzo a Ptuj. Ho appena concluso la mia mostra personale Divine armonie alla Galleria L’Occhio di Elisabetta Donaggio e appena aperto Sentieri di luce alla galleria cittadina MMC di Umago in Croazia. Il 10 settembre poi apriremo anche Divine armonie, con un allestimento più in grande, nella chiesa di S. Paolo a Cattaro in Montenegro, e in gennaio una mia installazione ad Alberobello in Puglia.

Il tuo linguaggio, originale e unico, è diventato “cifra stilistica” come è nato? Da dove si origina il legame parola-immagine? Partendo dall’alfabeto ebraico, che è tra le più antiche forme di scrittura, e non solo… Cosa vi leggiamo?
Già da metà degli Anni Novanta ripresi in mano, anche nella mia ricerca artistica, quel percorso della lingua ebraica che viene chiamato ghematrià, ovvero la corrispondenza tra lettera e numero delle parole ebraiche che fanno del testo biblico anche un testo matematico. Ciò avvenne in maniera consequenziale al fatto di essermi accostato alla Kabbalah Luriana, caldamente consigliata per la mia ricerca dallo stesso Umberto Eco, con il quale avevo svolto parte della mia tesi di laurea sull’interdizione visiva.
Le ventidue lettere dell’alfabeto ebraico corrispondono ad altrettanti numeri, le prime nove alle unità poi le decine e le ultime 4 alle prime centinaia, spesso vengono accostate anche le lettere finali che, in quattro casi, si scrivono in modo diverso e si possono calcolare come diversi valori.
È incredibile, ma è tangibile, come la ghematrià faccia parte di un percorso sia esoterico che essoterico e, pur facendo anche parte della kabbalah, quindi dell’ermeneutica mistica, abbia determinato nei secoli un percorso estremamente razionale, la conoscenza del quale ha portato fisici, matematici e scienziati di ogni tipo ad avere una marcia in più nelle loro ricerche. Ben distante dalla numerologia occidentale che si ferma a valori bassi e che non ha un percorso razionale logico e linguistico.
Come la Kabbalah Luriana ci ha portato dalla teoria del Zim Tzum alla teoria del Big Bang, come le ricerche di Newton si sono sviluppate per anni a cavallo tra fisica ed ermeneutica mistica attraverso la ricerca dei modelli matematici che regolano la natura. Così Alan Turing scopre il codice segreto tedesco (Ultra) attraverso un procedimento cabalistico di permutazione: TZERUF, che viene applicato sul primo rudimentale computer (Enigma).

Tobia Ravà. Sentieri di Luce, veduta della mostra, MMC Gallerija, Umago (Croazia)

La ghematrià è un potente sistema di interpretazione del testo biblico attraverso un percorso di equazioni, ovvero ogni parola può essere scoperta ed interpretata attraverso altre parole che hanno lo stesso valore numerico. Le parole hanno un loro valore oggettivo ed eterno ed è per questo che, sostanzialmente, l’ebraico è immutato nei secoli e nei diversi contesti geografici.
Secondo la tradizione mistica Dio creò il mondo attraverso la parola ed essa stessa diventa il soggetto creato con un valore matematico che la determina empiricamente. Nel “Sefer Yetzirà” le lettere sono pietre e le parole sono, appunto, gli elementi strutturali di edificazione dell’universo. Ogni parola è composta da lettere che rappresentano delle forze vettoriali, quindi ogni parola ha un impatto specifico a seconda del valore diversificato.
Questo spiega come nel Medioevo, in ambito Askenazita, si discutesse a proposito del fatto che una preghiera non potesse mai essere cambiata in quanto, al variare delle parole e della relativa somma numerica, non avrebbe più potuto avere un funzionale valore teurgico.
È indubbio che alcuni elementi fondanti siano evidenti come per esempio la parola AV padre, da cui deriva la parola italiana avo, composta da ALEF 1+ BET 2 mi dia 3 che, sommato ad EM madre ALEF 1 + MEM 40, mi dia 44 valore di YELED bambino IOD 10 LAMED 30 DALET 4, ma anche YALAD nascere, valore anche della linfa, del sangue DAM, DALET 4 ALEF 1 MEM 40, ma anche della sabbia del mare CHOL e di diverse altre parole a queste correlate. La presenza divina, determinata dalla lettera ALEF sommata a DAM sangue, mi dà ADAM 45 uomo, che tuttavia viene plasmato dalla terra ADAMAH: 50 come la ghematrià di YAM mare e la loro somma mi dà YOFI 100, la bellezza.

Tobia Ravà visto da Amedeo Fontana

Fondamentale equazione per esempio è quella di AIN SOF = infinito 207 che ha lo stesso valore di OR 207 luce, di RAZ segreto, ZER corona, ma anche ADON OLAM “Il Signore del mondo” e di altre parole che ci portano direttamente ad un percorso legato all’albero della vita inteso come albero sefirotico, ma contemporaneamente apre anche una porta verso la fisica quantistica (Il segreto è che la corona del Signore del mondo è luce infinita).
Così il valore di SHADAI onnipotente: 314 ci porta al PI GRECO (π), questa parola (SHADAI), fin dall’antichità, viene messa all’apice delle culle dei bambini, allora gerle rotonde, come formula apotropaica recante positività ad una zona circolare sottostante. Ma 314 è anche il valore di METATRON, il più alto negli empirei angelici, ed è il valore di SUACH meditare e di CHUSH senso. Le ventidue lettere dell’alfabeto ebraico, forze vettoriali, diviso 7 numero, base del processo creativo, mi dà appunto 3,14, valore di π.
137 è la costante introdotta da Arnold Sommerfeld nel 1916 come misura della deviazione relativistica nelle linee spettrali rispetto al modello di Bohr, poi perfezionata da Freyman chiamata “Costante di struttura fine” della fisica subatomica: 137 rappresenta, in un atomo di idrogeno, il rapporto tra la velocità della luce e quella dell’elettrone, energia disposta in orbite parallele degli elettroni attorno all’atomo. QABALAH = 137, dalla radice ebraica QBL = parallelamente, viene tradotta normalmente con “ricezione”, ciò che abbiamo ricevuto in senso energetico, ha lo stesso valore di MATZEVA pilastro, OFAN ruota angelica, IOM VE LAILA giorno e notte. 137 è la somma di CHOKHMAH e NEVUAH sapienza e profezia ma anche di OMETZ coraggio.

Tobia Ravà, Tarnegol, Gallo cedrone, bronzo

86 è il valore ghematrico di COS calice, ma è più noto come la ghematrià di HATEVA la natura e di ELOIM altro nome divino, da questa equazione è nato il panteismo di Baruch Spinoza in quanto, alcuni anni prima di dare alle stampe l’Etica venne ristampato uno scritto medievale di Gikatila, allievo di Abulafia che prendeva in considerazione proprio questa ghematrià.
La sequenza di Fibonacci che forse è la principale legge di riproduzione naturale, è anche una sequenza ghematrica come ci dice anche Ahronoski nel film Pi greco… Non solo ma la sua sequenza in Mispar qatan, numero piccolo o riduzione teosofica (base dieci), mi ha portato alcuni anni fa a scoprire una sua particolarità: la riduzione teosofica della sequenza di Fibonacci ha valenza 24 ovvero ogni ventiquattro numeri della sequenza si ripetono le medesime cifre.
Se questa mia piccola scoperta, che non è più una congettura in quanto provata già alcuni anni fa da Federico Giudice Andrea, per ora non ha una applicazione, tuttavia acquista un senso dal momento che in ebraico il KAD vaso o giara è di valore 24, KHAF 20 + DALET 4, quindi è il valore di un vaso, che è una unità di misura nell’antichità e che rappresenta la sua ricostruzione secondo la Qabbalah Luriana. Il canone, la somma dei libri della Bibbia ebraica: TANACH è di 24 volumi. Inoltre abbiamo deciso di dividere il giorno in 24 ore, GHEVIA il torace è di valore 24 e rappresenta il centro del corpo nell’uomo vitruviano e nella scomposizione leonardesca. Davide, nel testo biblico, si scrive DVD DALET 4 + VAV 6 + DALET 4 = 14 quando è un giovane pastore e lavora con le mani, e la mano è YAD 14, YOD 10 + DALET 4, appunto 14 come la somma delle falangi di una mano (Koach, la forza è 28 e due mani come YUCHUD = unificazione 28 attraverso una stretta di mano). DAVID diventa re e acquista la YOD = 10, DVD diventa DAVID 24 nel testo biblico, in quanto ha compiuto il suo percorso di riqualificazione terrena.
Da qualche anno alcuni dei miei lavori sono costruiti con un procedimento linguistico-matematico definito da una scala crescente o decrescente di concetti risultanti dalle radici quadrate di parole o all’elevazione a potenza di valori relativi a concetti determinati. Per esempio: EHEYEI = sarò, nome divino: “Sarò colui che sarà” di ghematria 21, ottavo numero della sequenza di Fibonacci, e numero triangolo di 6, ha per quadrato EMET = verità: 441 Alef 1 + MEM 40 + TAV 400 (senza la ALEF: MET morte) dia il valore 441 è anche la ghematria di TEVA SHENI = seconda natura, questo rappresenta anche un antico percorso Chassidico secondo il quale la verità non è mai apparente, ma è la seconda natura delle cose e, quindi, va scavata e approfondita. Il “futuro” = ATID, ha valore 484 come anche CHALOMOT = i sogni; ed i sogni sono la proiezione del futuro, la radice quadrata di 484 è il numero seguente al precedente: 22, numero totale delle lettere ebraiche e ghematrià di YACHAD = insieme e di ZIVUG, (ZAIN 7 + VAV 6 + VAV 6 + GHIMEL 3) = 22, accoppiamento, unione sessuale.

Tobia Ravà, Varco celeste, 2022, litoserigrafia, 50×70 cm

Se ne deduce che il rapporto sessuale è la radice quadrata del futuro, è evidente che si parli di procreazione.
Anche il percorso alchemico è reso palese, dal momento che: MAIM 90 acqua + ADAMÀ 50 terra + AVIR 217 aria + ESCH 301 fuoco = 658 valore della somma dei 4 elementi, ma anche ghematrià di BATANUR forno, crogiolo di fusione dell’alchimista e valore di THEOM RABBÀ = il grande abisso, momento di caduta profonda dell’uomo solo attraverso la quale può trovare la forza del recupero e della risalita.
Infine vorrei citare “HAYAH-HOVEH-YIHEH” “Era, è e sarà”, di valore ghematrico 66 come il numero triangolo di 11. LULA’AH è l’occhiello o asola di valore 66 come la ghematrià di GALGAL = ruota, ma anche orbita, e GALGAL è la somma di due onde GAL 33 come avviene (sincretismo) nell’induismo e nel buddismo tibetano dove YIN e YANG, due onde formano una ruota o sfera…
Non voglio affermare che tutto questo avvenga perché l’ebraico sia la lingua sacra che si parlava prima della costruzione della Torre di Babele, ma che il percorso matematico che sottende la lingua, ogni volta che si scava nel testo, lascia intravvedere una logica di fondo che non può essere casuale, in quanto verificabile sempre di più anche con il progredire dell’umanità attraverso le nuove scoperte scientifiche.

A Ptuj, quando ci siamo incontrati in occasione dell’evento inaugurale del Festival, mi hai detto che lavori per serie tipologiche di dipinti: quali sono? Come nascono, quali temi toccano, come si rigenerano e – se è capitato – come si chiudono questi tuoi cicli?
Diciamo che i soggetti che utilizzo per poi applicare il percorso letterario sono diversi. In primis le architetture di palazzi ed edifici dotati di aura particolare, poi i lavori sulle Venezie celesti. Poi ci sono i boschi e gli alberi che, assieme agli animali, rispondono al mio amore per la natura incontaminata per l’ecologia e l’etologia. Le sorgenti domestiche, fontane e lavandini, sono le fonti della saggezza. I volti femminili che rappresentano una ricerca che mi affascina sul tema della psiche femminile. Infine i Chonologos, orologi fantastici che riportano come orario stati d’animo o i valori numerici degli elementi della natura, e soddisfano il mio bisogno infantile di surrealismo e metafisica. Questi cicli di temi non si chiudono, salto da uno all’altro riprendendoli in base a una mia esigenza interiore.

Tobia Ravà, Angolo d’infinito celeste, 2010, sublimazione su raso

Lo sguardo dello spettatore come si orienta, cosa deve guardare, cosa può cogliere della tua “scrittura” pittorica? Quali chiavi di accesso consegno allo sguardo?
Non è assolutamente necessario che il fruitore decodifichi il testo verbale e numerico che ricopre e costruisce strutturalmente ogni immagine. L’opera d’arte, se è tale, deve cercare il contatto empatico con il fruitore e far sì che scaturisca un corto circuito che determini nel visitatore uno spiazzamento che comporta il porsi nuove domande. Un salto quantico che porta chi guarda a ridefinire il suo mondo.

Non applichi lettere e numeri unicamente alla pittura, ma toccano anche la scultura: come sono relazionati i dipinti alle opere scultoree? Che differenze emergono?
I sistemi sono diversi e comportano spesso un rovesciamento logico per cui, per esempio, i lavori a sublimazione su raso e a catalizzazione su alluminio partono dai miei dipinti che diventano dei semilavorati e il risultato migliore avviene sulla riproduzione termica sul tessuto o, appunto, attraverso i raggi UV sull’alluminio. Per le sculture in bronzo, dopo aver fatto la cera del soggetto, lavoro come un tipografo e sciolgo le lettere in cera sulla forma base definendo meglio la figura e componendo il testo letterale e numerico poi, attraverso le cannule, scende il bronzo liquido che prende il posto della cera (fusione a cera persa). Dopo una settimana di raffreddamento si estrae la scultura che viene poi sabbiata, patinata e lucidata o con un bagno galvanico ricoperta di rame o altro metallo e, se previsto, poi smaltata…

Tobia Ravà. Sentieri di Luce, veduta della mostra, MMC Gallerija, Umago (Croazia)

Cosa risponde a chi potrebbe dire che, andando oltre l’immagine più dichiarata, il resto dei contenuti rimane di difficile accessibilità?
L’importanza è che il risultato sia potente e che ci sia un risultato inipotizzabile. Poi alcuni entrano nel percorso meglio di altri, ma non è determinante. Un buon cocktail o una buona pietanza non ha bisogno di essere decodificata, ha invece necessità di esaltare i sensi. Se il nostro cervello è sottoutilizzato, l’opera d’arte può mettere in contatto zone diverse e creare delle sinapsi che, a loro volta, possano sviluppare intuizioni insperate o inipotizzabili a priori.

In quali prossimi appuntamenti possiamo trovare il tuo lavoro? Quali mostre e progetti hai in cantiere?
Dopo aver inaugurato in Montenegro il 10 settembre, in gennaio sarò in Puglia presso la Casa Rossa di Alberobello – un’ex masseria di 2.100 mq che è stata campo di concentramento durante la Seconda Guerra Mondiale –, in occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica organizzata dalla Fondazione Casa Rossa in collaborazione con il Comune di Alberobello e l’UCEI. Oltre a partecipare ad una tavola rotonda, si potrà visitare un’installazione sul tema del “Rinnovamento” con le mie vele in raso biffacciale che, idealmente, risponderanno a una simile parte installativa allestita all’interno della mia mostra in Montenegro, dall’altra parte dell’Adriatico.

Art Stays Festival 2022. Postproduction
a cura di Jernej Forbici e Marika Vicari
con il supporto della municipalità di Ptuj e del Ministero della Cultura della Repubblica di Slovenia
partners Pokrajinski muzej Ptuj – Ormož, Galerija mesta Ptuj, Zavod za turizem Ptuj, Dominikanski samostan, Javne službe Ptuj, Knjižnica Ivana Potrča Ptuj, Mestni kino Ptuj – CID Ptuj, Vinarstvo Turčan, Ptujska klet, Grega-JK, Kobal Wines, Hotel Mitra, Hotel Poetovio Admiral, Muzikafe, Alinea, Espoarte, Exibart, Mladina

7 luglio – 18 settembre 2022

Luoghi vari
Ptuj, Slovenia

Info: Info Point Festival
Galerija Art Stays
Slovenski trg 1, 2250 Ptuj (Slovenia)

KUD Art Stays
Prešernova ulica 1, 2250 Ptuj (Slovenia)
info@artstays.si
www.artstays.si

Tobia Ravà. Sentieri di Luce. Staze Svjetlosti
a cura di Larisa Gasparini con presentazione di Maria Luisa Trevisan
organizzata da MMC Gallerija, Umago (Croazia); Università Popolare di Trieste, Trieste

27 agosto – 23 settembre 2022

MMC Gallerija
Trg Marija e Lina, Umago (Croazia)

Tobia Ravà. Divine armonie – Bozannske Harmonjie
a cura di Fabrizio Somma
presentazione e testi critici di Maria Luisa Trevisan
organizzato da Università Popolare di Trieste
in collaborazione con la Comunità degli Italiani del Montenegro
con il contributo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

10 settembre – 9 ottobre 2022

Chiesa di San Paolo
Cattaro (Montenegro)

La cura
ideazione, progetto e cura della mostra di Maria Luisa Trevisan
allestimenti Tobia Ravà
in collaborazione con Rubens Tola, Sara Dell’Isola, Centro Studi MB2, Monte Bianco Mario Bergamo per dare un tetto all’Europa ETS
con il patrocinio di Comune, Assessorato alla Cultura, delle Politiche Ambientali e di Terra dei Tiepolo

Artisti: Olimpia Biasi, Ariela Böhm, Silvia Bonin, Roberto Cannata, Savina Capecci, Franco Corrocher, Barbara Crimella, Graziella Da Gioz, Concetta De Pasquale, Francesca Della Toffola, Alberto Di Fabio, Nicola Evangelisti, Valeria Fano, Roberto Fontanella, Nicola Golea, Nadezda Golysheva, Peter Hide, Abdallah Khaled, Federica Marangoni, Katia Margolis, Giorgia Minto, Serena Nono, Roberto Paci Dalò, Pain Azyme, Barbara Pelizzon, Norma Picciotto, Tobia Ravà, Raphael Reizel, Isabella Rigamonti, Rosa Mundi, Marta Sforni, Annamaria Targher, Antonia Trevisan, Paola Volpato, Stefano Zaratin

22 maggio – 13 novembre 2022

PaRDeS – Laboratorio di Ricerca d’Arte Contemporanea
via Miranese 42, Mirano (VE)

Orari: da mercoledì a domenica 16.00-19.00 su prenotazione 

Info: +39 0415728366
+39 349 1240891
artepardes@gmail.com
www.artepardes.org

Info: www.tobiarava.com

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