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#SPECIALEGALLERIE #GALLERYATTHEFIRSTSIGHT

Mentre un nuovo anno si apre nell’atmosfera del “posticipo” (vedi Fiere ed opening rimandati in prossimità della primavera) per le gallerie italiane, e non solo per loro, si tratta di affrontare ancora un anno che si preannuncia all’insegna dell’adattamento.
I temi su cui riflettere sono sempre tanti e abbracciano aspetti differenti che partono dalla programmazione di galleria, in presenza e online, agli strumenti e alle modalità di comunicazione, al ruolo del digitale e alle relazioni al di là di uno schermo. Non ultime le nuove sfide, prospettive e progetti da sviluppare cui una galleria non può mai prescindere pur nell’incertezza del momento.

Iniziamo una serie di appunti settimanali con la selezione di 26 gallerie scelte per introdurci nel 2022 con uno slancio verso il futuro. Approfondimenti online di cui trovate una sintesi sul primo numero di Espoarte dell’anno: il #116.

(a cura di Francesca Di Giorgio)

 


BOLOGNA | Labs Contemporary Art

Alessandro Luppi


 

Il periodo storico che stiamo attraversando si sta rivelando un’occasione per riflettere sul ruolo delle gallerie come luoghi di vendita, di scambio, di progettazione ma anche spazi di sperimentazione artistica di scoperta o riscoperta di artisti. Che cos’è oggi una galleria d’arte? Le gallerie d’arte possono essere ritenute ancora luoghi di sperimentazione? Potete raccontarci alcuni aneddoti, episodi ed esperienze personali (del passato o del presente) che facciano comprendere al pubblico cosa accade in galleria oltre ai classici momenti espositivi?
Oggi la galleria è un luogo dove si mette in luce la ricerca che il gallerista fa, mettendo in mostra le sue preferenze, le sue scelte, per proporle a collezionisti, appassionati e chiunque frequenti gallerie, istituzioni e luoghi dati all’arte. La galleria non può non essere un luogo di sperimentazione, anche quando si attraversano dei momenti storici nei quali bisogna essere più conservativi non si deve tralasciare l’opportunità di fare sperimentazione, essa è la certezza dei decenni successivi.
Vorrei mettere l’accento su una delle ultime mostre realizzata nell’anno appena concluso, L’acqua le bagna come il vento le calpesta, personale dell’artista Dario Picariello, testo critico di Eugenio Viola.
In questa occasione è stata data l’opportunità ad un giovane artista trentenne di potersi esprimere in totale libertà, senza il peso dell’aspetto commerciale, e di poter realizzare un progetto espositivo totalmente di sua ideazione, mostrando in maniera evocativa le sue origini del sud Italia andando a recuperare le tradizioni popolari meridionali, utilizzando differenti materiali come tessuti emulsionati, stativi da set fotografico, canti, per parlare in maniera composta ed equilibrata di temi forti come quello della violenza sia essa fisica, verbale o psicologica.

Dario Picariello, L’acqua le bagna come il vento le calpesta, installation view, ph Carlo Favero, courtesy Labs Contemporary Art

L’esperienza della pandemia e il nuovo rapporto che si è venuto ad instaurare con la tecnologia e il digitale. Come avete continuato a portare avanti la vostra comunicazione, con quali strumenti e modalità? Questi strumenti, sviluppati a partire dalla necessità del momento, continuano ad essere parte integrante della vostra attività?
Durante questo periodo, l’attività della galleria ha proseguito la sua programmazione, a volte modellandola nelle tempistiche. Abbiamo dato un accento al nostro livello di esposizione mediatica, aggiornando il sito e implementando la comunicazione sui canali social, arricchendoli quotidianamente di contenuti sull’attività della galleria. Abbiamo cercato di mantenere alto l’interesse dei nostri collezionisti e del pubblico social creando una rubrica bisettimanale a diffusione via email che abbiamo chiamato “Il Tempo dell’Arte”, nata con l’intenzione di presentare e spiegare ad ogni invio un’opera d’arte di un artista con cui la galleria collabora.
Lo scopo di questo progetto è stato quello di ricercare un momento di riflessione e dialogo con il nostro pubblico, per continuare a sviluppare lo scambio di idee e di opinioni.

Il 2021 ha segnato la ripresa degli appuntamenti in presenza. Tra mostre in galleria e fiere di settore, che tipo di feedback avete avuto dal pubblico e dal collezionismo?
Ci piace segnalare la grandissima risposta avuta da parte del pubblico. I collezionisti e gli appassionati hanno mostrato un forte bisogno di ritrovare il contatto con le opere d’arte e con i galleristi, la voglia di tornare in fiera, luogo primario di incontro e confronto, è stata evidentissima e calorosa.

Qual è il vostro pubblico di riferimento e come lo avete visto cambiare nel tempo?
Il pubblico che segue la mia galleria è un pubblico consolidato nel tempo. Ho riscontrato un forte interesse, i collezionisti hanno continuato ad aiutare la galleria sostenendola nei progetti realizzati durante il periodo covid, non si sono allontanati, hanno mostrato voglia di rimanere aggiornati sull’attività della galleria stessa e sui suoi progetti futuri.

Veduta della mostra, Ridisegnare lo spazio – Marina Caneve, Andreas Gefeller, Giulia Marchi, Massimo Vitali, ph Carlo Favero, courtesy Labs Contemporary Art

Qual è, invece, il vostro personale rapporto con gli altri attori privati (le altre gallerie del vostro territorio) e le istituzioni come Musei e Fondazioni?
Con le gallerie della Città si ha un rapporto di contatto sia personale ma anche attraverso associazioni come ASCOM dove, attraverso riunioni a cadenza ciclica, si parla delle problematiche comuni e si cercano delle condivisioni di progettualità per poter offrire alla città un fronte comune di programmazione.

Le Gallerie continuano ad essere tra i pilastri del Sistema e sono considerate come un punto di riferimento per artisti, collezionisti e non solo ma oggi più che mai dobbiamo chiederci: di che cosa avete bisogno in questo momento?
La galleria ha bisogno di riportare i collezionisti con una certa frequenza all’interno del suo perimetro, bisogna tornare a vivere la galleria come luogo di incontro e di scambio di idee non solo tra gallerista e collezionista ma anche tra collezionisti, curatori, semplici appassionati e tutti coloro che entrano all’interno di una galleria e osservano cosa l’ambiente propone.

Veduta della mostra, Ridisegnare lo spazio – Marina Caneve, Andreas Gefeller, Giulia Marchi, Massimo Vitali, ph Carlo Favero, courtesy Labs Contemporary Art

Spesso si parla di mancanza di coraggio da parte del sistema dell’arte ma oggi nel mercato dell’arte contemporanea è ancora possibile assumersi margini di rischio? Da quando è direttore di Galleria a quali cambiamenti sostanziali ha assistito nel mercato dell’arte?
Fare il gallerista oggi è di per sé assumersi un grande rischio, essere parte del sistema dell’arte è molto rischioso per tanti aspetti.
Uno dei cambiamenti a cui ho assistito da quando sono direttore della galleria è il proliferare di case d’asta, anche essi operatori del settore che offrono ai collezionisti la possibilità di acquisire opere d’arte senza il contributo delle gallerie.

Nuove sfide e prospettive. Progetti da sviluppare o in cantiere?
Le prossime sfide a cui la mia galleria guarda è di essere presente sulla scena fieristica fuori dalle mura italiane, partecipando a fiere internazionali, dove poter presentare la propria ricerca e i propri artisti ad un pubblico diverso.
Labs per il 2022 si propone di sviluppare il programma espositivo che è di fatto già stato pensato e progettato, la fase di realizzazione è di per sé la vita quotidiana di cui ogni galleria ha bisogno per avere gli stimoli necessari per guardare sempre avanti.

 

MOSTRA IN CORSO:

Ridisegnare lo spazio – Marina Caneve, Andreas Gefeller, Giulia Marchi, Massimo Vitali
a cura di Angela Madesani

12 febbraio – 5 aprile 2022

LABS Contemporary Art
Via Santo Stefano 38, Bologna

​Info: +39 051 3512448
+39 348 9325473
info@labsgallery.it
https://www.labsgallery.it/

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