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PIETRASANTA (LU) | sedi varie | 27 giugno – 4 ottobre 2020

Intervista ad ENRICO MATTEI di Niccolò Bonechi

Il curatore Enrico Mattei ci racconta Truly, la grande mostra di Fabio Viale che caratterizza l’estate ed i luoghi simbolo di Pietrasanta (sabato 25 luglio la Collectors Night, ndr) tra figure mitologiche, eclettismo tecnico e riminescenze di culture antiche…

Truly mette in scena tutto il repertorio artistico di Fabio Viale, ma evidentemente non si pone come un’esposizione antologica: qui viene data maggiore importanza alle produzioni recenti, che fanno bella mostra in Piazza Duomo e nella Chiesa di Sant’Agostino, mentre all’interno del Chiostro è stato allestito un percorso “storico” dove si ritrovano quelle sculture che hanno portato l’artista alla ribalta. Parlaci di come nasce la mostra e della scelta dell’allestimento.
Sì è esattamente questo, non è una mostra antologica e sia la Piazza che la Chiesa sono state pensate con opere di nuova produzione appositamente realizzate per questa esposizione mentre nelle sale del Chiostro e nel suo giardino abbiamo voluto presentare il lavoro che Fabio Viale ha continuato a realizzare negli anni e per il quale è conosciuto. La mostra Truly a Pietrasanta è stata pensata come un dialogo continuo tra le varie sfaccettature della sua ricerca artistica, dalle repliche del classico fino agli oggetti di uso quotidiano, attraverso un allestimento articolato nella piazza del Duomo, nella Chiesa e nel Chiostro di Sant’Agostino e sul pontile di Marina di Pietrasanta; un percorso espositivo che ci offre una visione completa dell’artista e una chiave di lettura apparentemente semplice nella forma ma elaborata culturalmente nel suo contenuto. Il titolo in inglese significa “veramente” ed è stato scelto perché le opere dell’artista sono più vere del reale che rappresenta tramite la scultura in marmo. Per la prima volta l’artista propone in scala monumentale una serie di opere tatuate e appositamente realizzate per la città di Pietrasanta: nella piazza del Duomo dialogano tra loro alcune repliche classiche e un omaggio centrale a Michelangelo e al suo David. È un continuum storico con la società odierna con la quale l’artista spazia per l’intero percorso della mostra nella riacquisizione di un nuovo senso storico del gusto. Una bellezza classica e ideale che nessuno prima di lui aveva pensato di rivoluzionare con un’altra tradizione, forse anche assai più antica, quella dei tatuaggi.

Installation view Truly by Fabio Viale, Pietrasanta 2020, courtesy l’artista e Galleria Poggiali. Foto: Nicola Gnesi

In mostra sono presenti due opere “atipiche” nella produzione di Viale che dialogano a distanza: Le Tre Grazie e Arrivederci e Grazie. Sono opere misteriose, meditative. Quale connessione concettuale le lega l’una all’altra?
Uno dei lavori esposti nella Chiesa che raggruppa, per la prima volta nella ricerca di Viale, il richiamo al classico e la ricerca della quotidianità è Le Tre Grazie, un complesso scultoreo diviso in tre figure che evoca nel titolo il tema che attraversa letteralmente l’intero corso della storia dell’arte: le Dee della gioia e del fascino che impersonano la bellezza e la grazia, infondendo la felicità nel cuore degli dei e degli uomini. La citazione del classico avviene dunque solo come rimando mitologico nel numero delle figure femminili e nel suo titolo appunto, invece, la ricerca del quotidiano si manifesta nelle forme tipiche delle donne di Ghardaia in Algeria, città che Le Corbusier definì “architettura senza architetto”. Queste figure avvolte nelle vesti bianche e prive di ricami, hanno il corpo completamente coperto e vedono da un solo occhio che rimane l’unica parte scoperta per una superficie dai due ai tre centimetri. Il corpo femminile risulta pertanto doppiamente ostacolato nel movimento per via delle mani che sorreggono il velo e per la visione monoculare che ne deriva. La realizzazione dell’opera presenta similitudini a livello di finitura delle vesti con quelle dei sacchetti dell’opera Arrivederci e Grazie, posizionate sul sagrato del Sant’Agostino, perché in entrambe il materiale diventa come la carta, più ruvido e spigoloso nelle sue piegature e allo stesso tempo rimanda a quel senso di chiusura verso l’esterno, alla divisione tra il dentro e il fuori dell’anima umana. Questo estremo isolamento delle donne mozabite crea un ponte temporale con la situazione che l’intera umanità sta vivendo durante la pandemia odierna con l’uso delle mascherine e del distanziamento come privazione dei nostri comportamenti sociali.

Installation view Truly by Fabio Viale, Pietrasanta 2020, courtesy l’artista e Galleria Poggiali. Foto: Nicola Gnesi

Il tuo rapporto con Viale nasce anni fa, con la prima edizione del Premio Henraux (2012) e poi con la mostra Door Release al Fortino di Forte dei Marmi (2017). Dal tuo personale punto di vista, come si è evoluta in questi anni la ricerca dell’artista e quanto è stato importante – se lo è stato – il suo rapporto con la Versilia per l’evoluzione di essa?
Il mio rapporto con l’artista nasce dalla prima edizione del Premio Henraux nel 2012 che lo vide primo classificato con l’opera Arrivederci e grazie (di cui per l’appunto parlavo prima), e in particolare dopo la seconda edizione del premio nel 2014 quando decisi di curare una mostra alla Fondazione La Versiliana in cui mostrai le opere dei primi tre classificati di entrambe le edizioni. Da quel momento nacque la collaborazione con la galleria Poggiali con cui abbiamo organizzato la mostra del 2015 nel primo spazio di Pietrasanta (Ex Marmi), la seconda nella sede storica di Via della Scala e Via Benedetta (2016) e successivamente Door Release al Fortino di Forte dei Marmi (2017). L’evoluzione della ricerca artistica di Fabio Viale si è mantenuta su quella che è la sua idea base, ossia l’esasperazione della tecnica scultorea al fine di presentare delle opere in cui il materiale (sempre ed esclusivamente marmo) perda il suo significato iniziale. Il rapporto con la Versilia è stato fondamentale come lo è stato quello con l’Accademia di Carrara, dove l’artista ha studiato e si è diplomato, perché la continua frequentazione dei laboratori di scultura ha sicuramente arricchito il suo sapere sulle tecniche della lavorazione del marmo e in particolare sui passaggi e sulle fasi di produzione. La vera evoluzione che ho notato in questi anni è stata quella di aver deciso di non produrre opere fine a se stesse ma di riuscire con il tempo a creare delle situazioni più che delle sculture, nel senso di scatenare degli eventi intorno alla sua ricerca per arrivare ad una situazione di natura installativa e di dialogo con i vari accadimenti dei nostri ultimi anni. Le opere diventavano sempre più delle pedine importanti per esprimere contenuti ancora più profondi e attuali.

Installation view Truly by Fabio Viale, Pietrasanta 2020, courtesy l’artista e Galleria Poggiali. Foto: Nicola Gnesi

Considerando le enormi difficoltà causate dal covid-19 e la complessità nell’organizzare un’esposizione di questa portata, come vi siete approcciati al progetto nei mesi antecedenti all’inaugurazione? Sono state apportate delle modifiche rispetto all’idea originaria?
Le complessità di una mostra istituzionale come questa a Pietrasanta sono molte visto che è l’evento più importante ogni anno nel centro storico della città, dalla relazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Pietrasanta per la logistica, l’allestimento e la comunicazione fino all’aspetto economico sostenuto dalla Galleria Poggiali per la produzione dell’evento. Il continuo scambio tra pubblico e privato ha portato alla volontà di organizzare una personale così importante e prima del covid-19 era già stato tutto delineato nei minimi dettagli e questo ha reso possibile mantenere le decisioni prese anche se abbiamo passato momenti di sconforto, soprattutto a marzo quando la pandemia stava degenerando giorno dopo giorno, perché vedevamo rimandare o cancellare quasi tutti gli appuntamenti dell’arte contemporanea, dalle fiere alle mostre. Un ringraziamento per questo va al Comune di Pietrasanta che ha confermato la mostra già dalla fine di aprile, a differenza di molti altri comuni italiani che hanno cancellato quasi ogni evento culturale, ma anche alla Galleria Poggiali che ha voluto comunque investire tempo e denaro durante una situazione così delicata. Quindi per rispondere nel concreto alla tua domanda, non sono state apportate modifiche e abbiamo continuato imperterriti per la via intrapresa.

Oltre alla mostra, sono stati organizzati degli eventi legati ad essa durante la sua durata?
Oltre la mostra, l’altro evento che abbiamo pensato è la presentazione del catalogo, fissata alle ore 19.00 del 30 luglio all’interno del Chiostro del Sant’Agostino, con le opere ambientate insieme al mio testo e al contributo critico di Sergio Risaliti, Direttore del Museo del ‘900 a Firenze oltre che curatore della mostra in corso High Tide negli spazi fiorentini della Galleria Poggiali.

Installation view Truly by Fabio Viale, Pietrasanta 2020, courtesy l’artista e Galleria Poggiali. Foto: Nicola Gnesi

Fabio Viale. Truly
a cura di Enrico Mattei
con il supporto di Galleria Poggiali

27 giugno – 4 ottobre 2020

nei luoghi simbolo della città di Pietrasanta (LU)

Info: Comune di Pietrasanta Andrea Berti
+39 0584 795213 ufficiostampa@comune.pietrasanta.lu.it
www.comune.pietrasanta.lu.it

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