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TORINO | MUSEI REALI | 14 ottobre 2021 – 9 gennaio 2022

Intervista a FABIO VIALE di Anna D’Agostino

Se pensiamo alla rappresentazione della bellezza eterna, pensiamo all’arte greca, nel suo tentativo di superare le passioni umane, per arrivare alla forma più compiuta, quella dell’anima. E poi alle opere che hanno guardato quei modelli, fino a far “volare” quasi la materia, come Amore e Psiche di Canova. A reinterpretarli nel nostro tempo, ci ha pensato lo scultore Fabio Viale, che ha riflettuto sulla loro immortalità e ha pensato di “contaminarli” con un gesto contemporaneo e tribale: il tatuaggio. Così sul marmo bianco, candido si aprono mondi, riflessioni e riverberi tra passato e presente.
I suoi marmi tatuati sono esposti presso i Musei Reali di Torino, fino al 9 gennaio. Così sulla figura di Psiche, della riproduzione del celebre capolavoro del Canova, si animano i motivi nuziali delle spose mediorientali. “Una scultura a cui avevo iniziato a lavorare diversi mesi fa, per la quale avevo immaginato dei meravigliosi tatuaggi giapponesi – spiega nel comunicato stampa l’artista –. Ma alla luce dei recenti fatti in Afghanistan, ho sentito che il mio progetto doveva cambiare radicalmente per provare invece a gettare un ponte culturale tra Occidente e Medio Oriente, dando voce alle donne non solo di quel paese ma di tante parti del mondo. Dal mio punto di vista quest’opera rappresenta una grande novità, perché mi consente attraverso la scultura di aprire una finestra su aspetti della nostra attualità”.

Fabio Viale, Amore e Psiche, 2021, marmo bianco e pigmenti. Credits Nicolo Campo DB Studio

La mostra, dal titolo In Between, è realizzata con il supporto della Galleria Poggiali. Il percorso crea anche continuità tra spazio pubblico e museale. Cinque sculture monumentali si ergono fiere in Piazzetta Reale e un percorso curato da Filippo Masino e Roberto Mastroianni si snoda, invece, all’interno di Palazzo Reale. Tra le opere esposte, nella Cappella della Sindone, troviamo Souvenir Pietà (Cristo) del 2006, in dialogo con la Pietà vaticana di Michelangelo, in piazzetta Venus, omaggio all’Afrodite di Milo, Souvenir David, lo spettacolare Laocoonte. E, a sorpresa, Lorica, nell’Armeria Reale, un’“antica”armatura, in marmo rosa. Realizzata sulla base di una scansione tridimensionale ad alta risoluzione del corpo del rapper Fedez, è perfettamente indossabile.

Fabio Viale, Lorica, 2021, marmo rosa e pigmenti. Credits Nicolo Campo DB Studio

L’arte greca con la sua armonia in grado di toccare quasi il cielo… Nel Rinascimento riemerge l’uomo, nella sua grandezza. Il Neoclassicismo ci riprova e ci riesce con una grazia disarmante. E nel contemporaneo dove l’uomo è “liquido” e frammentato, sdoppiato in mille immagini, in infiniti schermi, quasi a perdere il proprio volto, con sofferenza e indifferenza, cosa ha significato reinterpretare tali opere per te?
Le immagini che ci arrivano dal passato non appartengono a semplici sculture: sono delle icone, sono simboli, che hanno saputo resistere al tempo. Non credo che si tratti di una questione di estetica o di contenuti, quanto piuttosto di sopravvivenza nel corso delle epoche storiche.
Sono sempre stato attratto da misteri, come la Gioconda o la Pietà, e il loro studio mi ha portato, nel corso della loro riproduzione, a comprendere in modo più analitico la personalità dell’artista che queste opere le ha generate…

Fabio Viale, Laocoonte, 2020, marmo bianco e pigmenti. Credits Nicolo Campo DB Studio

Ricordo i tempi al locale Maché, di via della Consolata a Torino, più di venti anni fa. Si sperimentava, ci si confrontava, una sera ho visto un aeroplanino di carta appeso sopra il bancone. Ma non era carta, a ben vedere, era marmo e qualcuno mi disse che era tuo, che un giorno ti avremmo visto nei musei. Cosa vorresti dire, se potessi, a Fabio Viale di quei tempi?
Di prendersela con più calma e di fare più tardi la sera.

Facciamo un passo ancora più indietro, puoi dirci quando hai capito il tuo talento e che la scultura era la strada da seguire con determinazione? (Sì, perché il talento senza determinazione non basta, nda).
Avevo sedici anni quando feci la prima scultura in marmo al liceo artistico. Il professore mi disse: “Da grande farai lo scultore”.

La tua è anche una storia di ricerca e di sperimentazione sui materiali. Hai voglia di raccontarci i punti salienti, ma non solo i successi.
Ho cercato negli anni di sperimentare il più possibile le potenzialità della materia. Ho sempre visto i limiti come dei preconcetti, e la scultura un mezzo per oltrepassarli. Dalla barca di marmo, ho acquisito fiducia con questa metodologia di pensiero e spesso le opere sono divenute delle sfide. Anche mediatiche. Ricordo quando volli esporre il braccio del David di Michelangelo tatuato con i tatuaggi criminali russi in Biennale a Mosca nel 2008. Ci furono grandi tensioni diplomatiche per via degli insulti al presidente incisi sulla scultura.
Qualche anno fa, quando esposi la Pietà con Lucky Ehi, il ragazzo nigeriano in grembo, fui costretto a prendere un servizio d’ordine durante l’inaugurazione per le minacce ricevute nei giorni precedenti. Spesso quando non riesco a concretizzare un progetto, lo trasformo, perché è fondamentale vedere le sconfitte come delle opportunità.

Fabio Viale, Souvenir Pietà (Cristo), 2006, marmo bianco e pigmenti. Credits Nicolo Campo DB Studio

C’è una scultura nella mostra in particolare che senti più tua? E perché?
Direi l’ultima che ho realizzato Amore e Psiche. Un capolavoro assoluto di Canova capace davvero di andare oltre le regole temporali equiparandosi per potenza espressiva ai massimi capolavori greci.

Ci saranno tanti stati d’animo nell’affrontare una scultura, dall’idea alla messa in posa. Vuoi condividere con il lettori un sentire, un sentimento prevalente che accompagna il tuo lavoro.
Ogni scultura è caratterizzata dalla tensione. Non esistono mai fasi del lavoro “rilassanti”, è sempre come fare una camminata in montagna: il marmo chiede allo scultore infinite energie.

Vanno bene i tatuaggi per “dissacrare”, tra l’altro sono anche molto eleganti. Ma in un’opera fa capolino anche Fedez, non sarà un po’ troppo o è proprio il cortocircuito che volevi generare (e ritorniamo alla prima domanda)?
Credo che ogni personaggio pubblico sia tale perché genera consensi e dissensi. Vedo in questa figura mediatica, un simbolo rappresentativo della nostra società.
L’opera non esprime un giudizio, è semplicemente una fotografia di una condizione temporale che stiamo vivendo.

Fabio Viale, Amore e Psiche, 2021, marmo bianco e pigmenti. Credits Nicolo Campo DB Studio

Fabio Viale. In Between
 a cura di Filippo Masino e Roberto Mastroianni

14 ottobre 2021 – 9 gennaio 2022

Musei Reali
Piazza Reali 1, Torino

Info: www.museireali.beniculturali.it 

N.B: A partire dal 13 dicembre le sculture di Amore e Psiche e della Venere Italica sono in mostra al Mart di Rovereto in occasione della mostra Canova tra innocenza e peccato, dal 17 dicembre 2020 al 18 aprile 2022. Tuttavia una nuova opera si trova nel Salone delle Guardie Svizzere di Palazzo Reale: Le Tre Grazie.

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