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MILANO | Galleria Poggiali | 24 settembre – 20 novembre 2020

di PIETRO BAZZOLI

È difficile non interrogarsi sull’ambivalenza dei contrari osservando le opere di Kennedy Yanko.
L’artista americana, classe 1988, è in mostra alla sede milanese di Galleria Poggiali, con otto nuove sculture, nella sua prima personale italiana dal titolo Because it’s in my Blood. Si tratta di opere che assistono alla coesione di materiali differenti, metallo e lattice: dall’unione di tali elementi agli antipodi, sia strutturalmente che dal punto di vista figurativo, nasce un’alchimia dirompente che regala nuove simmetrie.

Kennedy Yanko. Because it’s in my blood, veduta della mostra, Galleria Poggiali, Milano, 2020 Foto Michele Alberto Sereni

Le strutture affilate del metallo, che si perdono in quelle del lattice colorato, sono sintesi perfetta dello spirito sovversivo che porta l’osservatore a indagare l’opera. L’ambiguità percettiva delle forme sinuose che si allargano nello spazio, facendolo proprio, è ciò che contribuisce a donare alle sculture di Yanko un carattere surrealista difficile da ignorare, ma che portano a osservare l’intricata unione degli opposti più e più volte.
Kennedy Yanko, pur ammettendo che le lamiere metalliche da lei utilizzate possano far pensare all’industria pesante, per lei non sono altro che semplici diramazioni di un’entità propria della natura. È la peculiare capacità di trasformarsi sotto l’influenza di diversi eventi atmosferici e agenti chimici a rendere il metallo tanto interessante per l’artista, accomunandolo, nel proprio cambiamento, a qualsiasi altra entità presente sul pianeta.

Kennedy Yanko. Because it’s in my blood, dettaglio, Galleria Poggiali, Milano, 2020 Foto Michele Alberto Sereni

Per opposto, il lattice offre invece una chiave puramente poetica, con le sue forme morbide e fragili in netta contrapposizioni col resto dell’opera. Ne deriva, anche a livello cromatico i toni ferruginosi coesistono con accese tonalità monocrome un insieme di tensioni che è paradigma della realtà stessa, con le sue rivoluzionarie contraddizioni.
Proprio sul concetto di rivoluzione si fonda la poetica dell’artista di base a Brooklyn: un approccio che tende a concentrarsi sull’importanza dell’astrazione come strumento di conoscenza. Tale considerazione apre le porte a un’elaborata analisi della contemporaneità, in un dialogo capace di mettere in relazione la condizione attuale dell’essere umano e le diramazioni proprio della cultura e della società in cui vive.
Kennedy Yanko dimostra, con questa nuova serie di opere, di essere un’attenta osservatrice in grado di cogliere le connessioni situazionali attraverso epoche differenti.

Kennedy Yanko. Because it’s in my blood, veduta della mostra, Galleria Poggiali, Milano, 2020 Foto Michele Alberto Sereni

Non è un caso, dunque, che il titolo della mostra sia un chiaro omaggio a Betty Davis: Because it’s in my Blood trova una illustre corrispondenza nella canzone contenuta nell’album Nasty Gal del 1975. Si tratta di un brano divenuto simbolo di un’intera generazione, che ha saputo essere corrispondente a quella europea figlia del Sessantotto, in particolar modo per la comunità femminile afroamericana. Un inno all’indipendenza che Kennedy Yanko fa proprio, assumendone pure le conformazioni più propriamente basate sulla lotta contro principi ingiusti nel nome di indipendenza e libertà.
Nella situazione odierna, visti i recenti episodi che hanno riguardato la comunità afroamericana negli Stati Uniti, la demarcazione tra libertà e censura diviene una linea che è importante non recidere mai, affinché la prima non sia sovrastata dalla seconda.

Kennedy Yanko. Beacuse it’s in my blood

24 settembre – 20 novembre 2020

Galleria Poggiali Milano
Foro Buonaparte 52, 20121 Milano

Orari: da martedì a sabato 11.00-19.00

Info: +39 02 72095815
info@galleriapoggiali.com
www.galleriapoggiali.com

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