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PADOVA | Sedi varie | Fino al 17 ottobre 2021

Intervista a CARLO SALA di Francesca Di Giorgio

Pensare alla fotografia in questo momento significa confrontarsi con progettualità molteplici. Significa pensare anche ai grandi contenitori come i Festival diffusi in varie sedi in Italia. Photo Open Up a Padova, alla sua terza edizione, in corso fino al 17 ottobre, si è già misurato con grandi prove e numeri importanti dando la giusta rilevanza anche ai temi affrontati durante le diversi edizioni del festival.
«La manifestazione, in occasione del settimo centenario dantesco, vuole dare forma visiva agli ‘inferni’ che caratterizzano il nostro tempo attraverso 16 esposizioni che presentano il lavoro di oltre 90 autori spaziando dai grandi nomi della fotografia fino alla ricerca sulle istanze più innovative dello scenario internazionale» racconta Carlo Sala, direttore artistico di Photo Open Up.
Per questa intervista siamo partiti proprio dal tema dell’ultima edizione per poi allargare lo sguardo sull’approccio di ricerca condotto negli ultimi anni da Carlo Sala e che ha sempre posto al centro i linguaggi della fotografia…

Christto & Andrew, The future ain’t what is used to be (The serpent that gives us knowledge), 2018
Photo Print on Canson Fiber Rag, Mahagony frame, Acrylic Glass, 100h x 140w cm ©Christto & Andrew courtesy Metronom

In che modo INFERNO, INFERNI, il tema di quest’anno, ci riguarda così da vicino?
L’immagine scelta per incarnare il tema di questa terza edizione del festival è tratta dalla serie Encrypted Purgatory del duo Christto & Andrew. La fotografia, dalle tinte forti e stranianti, stravolge un elemento della nostra quotidianità – una comune tastiera del computer – conferendole un carattere perturbante per la vicinanza di un serpente. Il lavoro di Christto & Andrew evoca poeticamente la preoccupazione per un futuro sempre più dominato dalla tecnologia in cui l’uomo – nella sua versione più disumanizzata – è interamente controllato da una mente artificiale. I loro lavori ci pongono il dubbio che l’inferno contemporaneo si sta materializzando nell’incapacità di gestire una corretta relazione con le tecnologie che sono sempre più pervasive nelle nostre vite.

Joan Fontcuberta, Googlegram 9. Homeless, 2005, dalla serie Googlegrams
© Joan Fontcuberta – Museo di Fotografia Contemporanea, Milano-Cinisello Balsamo

Una delle mostre in programma ha una genesi legata ad un lavoro di ricerca che porti avanti da tempo. Stati di tensione ai Musei Civici Eremitani è infatti il frutto di una collaborazione con il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo che include alcuni tra i più grandi nomi della fotografia internazionale e alcuni giovani. A contatto con la collezione del Museo come hai “isolato” i grandi temi trattati in mostra?
Il titolo della mostra richiama metaforicamente la tensione-trazione a cui è sottoposta la società odierna di fronte a sfide e mutamenti epocali: dai cambiamenti climatici causati dall’impatto dell’azione umana sul paesaggio ai conflitti insiti nelle società che provocano fenomeni di esclusione per motivi economici e razziali. Il percorso presenta circa ottanta lavori che spaziano dagli anni Settanta a oggi provenienti dalle collezioni del MuFoCo: nel primo capitolo vediamo scorrere alcuni dei maggiori autori italiani e internazionali che si sono confrontati con il tema del paesaggio come Luigi Ghirri, Olivo Barbieri, Roni Horn e Fischli & Weiss per ragionare sul rapporto conflittuale tra territorio e presenza antropica, riflessioni quanto mai attuali e legate al cambiamento climatico in atto. Il secondo capitolo parla invece della nostra società analizzando la figura del diverso e dell’escluso attraverso i lavori, tra gli altri, di Letizia Battaglia, Lisetta Carmi, Mario Giacomelli, Armin Linke e Joan Fontcuberta.
L’immagine fotografica assume così una funzione sociale e politica, facendo idealmente propria la famosa asserzione del poeta e filosofo francese Paul Valéry secondo cui “gli occhi sono organi che servono a chiedere”.

Stati di Tensione, cover volume, Silvana Editoriale 2021

Immagine, società e politica di fatto costituiscono la struttura del volume Stati di tensione. Un libro che nasce come una “rilettura” curatoriale delle collezioni del MuFoCo, che ci ricorda quanto sia importate tornare ciclicamente a rileggere in chiave dinamica un corpus di opere e che va oltre all’idea di catalogo per proporre una visione più dinamica dell’arte ma anche dell’editoria di settore.
Quando mi sono approcciato allo studio delle collezioni del MuFoCo ero mosso dalla convinzione che il museo debba essere un ‘organismo’ vivente che – come ha scritto Claire Bishop – «pone domande e articola un dissenso creativo», per questo ho sentito la necessità di riannodare i fili con gli autori contemporanei che avrebbero preso parte alla mostra attraverso una serie di studio visit in cui sono state realizzate delle lunghe conversazioni. I dialoghi hanno ripercorso la ricerca autoriale dei vari fotografi per porre una serie di considerazioni di politica dell’immagine. Pur presentando vicende e storie molto diverse, le osservazioni contenute nel libro riflettono sulla funzione sociale e politica della fotografia, sul suo essere uno strumento di comprensione del mondo, sulle implicazioni biopolitiche delle immagini e su come uno sguardo che anela la complessità possa renderci dei soggetti maggiormente emancipati.

Lisetta Carmi, I travestiti, Dalida, 1965-1967 © Lisetta Carmi – Martini & Ronchetti – Regione Lombardia / Museo di Fotografia Contemporanea, Milano-Cinisello Balsamo

Ad esempio, con Francesco Jodice abbiamo parato di immagine e geopolitica, con Letizia Battaglia dell’essere fotografo in un territorio ‘ferito’ dal fenomeno mafioso, con Lisetta Carmi dell’importanza per l’artista di dare voce a chi non ne ha, con Mario Cresci dell’arte che si relaziona alle comunità; con Armin Linke di come dagli archivi possano nascere nuove narrazioni, processi di risignificazione e dispositivi capaci di coinvolgere il pubblico in modo più consapevole.

Armin Linke, G8 summit, Genoa, Italy, 2001, dall’opera Immagini e testi – Notazioni visive, 2019
© Armin Linke – Museo di Fotografia Contemporanea

La terza edizione di Photo Open Up ha visto anche il debutto di una open call internazionale che ha portato alla Cattedrale Ex Macello, tra le altre, la mostra del fotografo inglese William Lakin. Ci presenti il lavoro di questo artista e qual è stato l’importante contributo del Festival per portare il suo lavoro in Italia?
Il progetto fotografico vincitore della prima Open Call internazionale promossa dal Festival è Five Minutes After Birth dell’artista inglese William Lakin che abbiamo prodotto per l’occasione. Si tratta di un lavoro che inscena visivamente i condizionamenti a cui è soggetto il maschio nelle società per essere conforme a modelli prestabiliti portando a tensione, ansietà e sofferenza nell’aderire ai ruoli tradizionali di genere seguendo logiche legate al potere e alla competitività continua tra gli uomini.
Nel festival ci sono varie presenze internazionali che trattano una serie di temi di grande attualità come la mostra Castle of Innocence, un lavoro inedito dell’artista Joel Jimenez basato sulla vicenda del Museo dei Bambini del Costa Rica rendendo evidenti le dinamiche di potere e condizionamento sottese nelle narrazioni ufficiali. L’artista sudafricana Buhlebezwe Siwani nell’esposizione Ukuqhaqha, curata da Silvia Camporesi, presenta, invece, una serie di immagini fotografiche e un’opera video che portano una serie di riflessioni sul corpo femminile, le relazioni con l’altro e il rapporto tra tradizioni ancestrali e le urgenze della contemporaneità.

William Lakin, Kimura, 2019

Photo Open Up. III edizione
Inferno, Inferni
direzione artistica Carlo Sala

Fino al 17 ottobre 2021

Sedi:
Musei Civici agli Eremitani Piazza Eremitani 8 Padova
Centro Culturale Altinate San Gaetano Via Altinate 71 Padova
Cattedrale ExMacello Via Alvise Cornaro 1 Padova
Scuderie di Palazzo Moroni via VIII Febbraio Padova
Palazzo Zuckermann Corso Giuseppe Garibaldi 33 Padova
Palazzo Angeli Prato della Valle 12 Padova

Orari: dal venerdì alla domenica ore 10.00 – 19.00

Info: https://photopenup.com

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