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PISTOIA | Galleria Vannucci | Fino al 28 marzo 2021

di LUCA SPOSATO

Premettendo la giusta valenza di un progetto nato pre-lockdown di spiccato carattere interagente, verrebbe da focalizzare il giudizio della mostra Amore Libera Tutti del duo Antonello Ghezzi ad operazione in progress, attenendosi al potenziale. Presso gli spazi della Galleria Vannucci di Pistoia, contesto affatto difficile sia per la voluminosità del luogo sia per l’emergente peculiarità post-industriale, tuttavia l’esposizione (in programma fino al 28 marzo 2020) incappa in alcuni fraintesi di natura semantica e filologica (quindi curatoriale) limitando la finalità degli oggetti proposti, quali idealmente funzionano (e appagano) nella loro autonomia.

veduta mostra Antonello Ghezzi, Amore Libera Tutti, Ph. Claudio Rospigliosi

In particolare, la relazione transitiva suggerita tra Amore, Arte e Leggerezza, non sussiste costante nei lavori, creando corto circuiti: si prenda l’objet trouvé rielaborato nell’opera Attesa dell’amore (2020), uno specchio acquisito a suo tempo dalla famiglia Vannucci e già arredo della stazione ferroviaria pistoiese, la sua carica storica ed emotiva lo rende tutt’altro che pezzo “leggero” in senso calviniano, perché non reagisce al costrutto del reale, anzi, lo marca con il suo accento temporale e la scritta-titolo ai limiti del nostalgico.

Antonello Ghezzi, Scrivimi, 2020, Ph. Claudio Rospigliosi

Specularmente, i lavori specific performativi, Stringere lo spazio [di me e te] (2020) e Scrivimi (2020), pur entrando di buon merito in un processo rituale che coniuga sincreticamente Amore e Leggerezza, pecca nel fabbisogno artistico in quanto sbilanciata nel rapporto estetico-concettuale, o troppo rassomigliante (Nagasawa) o troppo discostante (Mail-Art) da cosa si vuol considerare Arte. Persino nel testo critico di Manuela Valentini, parlando di Stringere lo spazio [di me e te] «Un’esaltazione dei rapporti sentimentali talmente potente da arrivare persino ad elevarli ad opera d’arte» si mettono su due piani diversi Amore e Arte, contraddicendo le intenzioni.

Antonello Ghezzi, Stringere lo spazio [di me e te], 2020, Ph. Alessandra Cinquemani

Avvalendosi di un approccio antropologico, va certamente aggiunto quanto la ricerca della coppia Nadia Antonello e Paolo Ghezzi tocchi dimensioni extra-disciplinari, premendo una certa rilevanza sulle risposte del fruitore preliminari e successive all’evento, oltre chiaramente nella partecipazione attiva, proprio nell’ottica di un’esigenza umanistica a contatto di uno sviluppo pedagogico. Ulteriore punto di forza è l’aspetto ludico che persiste in ogni circostanza, forse il vero legame dialettico tra le opere cui valeva la pena affrontare con maggior insistenza, acuito ne La sedia del giudice (2021), un palchetto da arbitro di tennis con doppia seduta, opera squisita nella sua discreta allusione satirica verso la critica di sistema, invitante al gioco e risolutiva nella sua qualificante presenza-assenza.

Antonello Ghezzi, La sedia del giudice (particolare), 2021


Antonello Ghezzi. Amore Libera Tutti 

a cura di Manuela Valentini

Fino al 28 marzo 2021

Galleria ME Vannucci
Via Gorizia 122, Pistoia

Orari: da mercoledì a sabato 09.30-12.00 / 16.30-19.30. Domenica, lunedì e martedì su appuntamento. Per garantire la massima sicurezza è necessario comunicare la visita alla mostra.

Info: info@vannucciartecontemporanea.com
www.vannucciartecontemporanea.com

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