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di CARLA IACONO

Da anni con il mio lavoro analizzo i riti di passaggio, soprattutto l’adolescenza, straordinario periodo di crescita in cui si colloca lo sforzo per raggiungere la propria identità.
Con Re-velation, iniziato nel 2013 e ancora in progress, oltre ai riti di passaggio ho affrontato il tema della manipolazione delle differenze culturali, partendo dalla situazione delle donne musulmane immigrate in Europa e utilizzando un accessorio presente in molte culture, il velo, per incoraggiare riflessioni e dialogo. Sul velo si discute da tempo, essendo spesso assunto a simbolo della distanza tra il mondo islamico e quello occidentale; se lo analizziamo dal punto di vista delle donne che lo indossano o che lo rifiutano, la simbologia cambia in funzione del contesto, spesso con differenze incolmabili tra chi lo indossa e chi lo percepisce.

Carla Iacono, Re-velation 6, 2015, Archival C-print, 85×70 cm, Edizione di 5, Courtesy VisionQuesT 4rosso contemporary photography

Ma l’esigenza di velare il corpo è diffusa in molte culture e sopravvive ancora in determinati ambiti, anche cattolici. In Europa, nell’ambito del dibattito sulla laicità, il velo è spesso considerato simbolo di attacco ai principi dello Stato laico; tuttavia, dinanzi alle leggi che lo vietano, molte donne si appellano alla libertà di espressione per poterlo indossare. Ne è esempio la Francia in cui, a partire dal 1989, quando tre ragazze furono espulse da scuola per aver indossato l’hijab, la controversia sul velo è andata avanti, coinvolgendo aspetti antropologici e sociologici. Più volte giovani ragazze hanno sfilato con veli dai colori della bandiera francese, rivendicando il diritto a un’identità plurima e coinvolgendo associazioni femministe. Per il gruppo londinese Maslaha, ad esempio, non è una contraddizione essere femministe e indossare il velo, ma è necessario raccontare la storia delle donne che si battono per i loro diritti pur praticando la religione cercando un punto d’incontro. Dal confronto delle interpretazioni nasce la consapevolezza che è necessario restituire ai simboli delle tradizioni il loro valore ma, al contempo, vigilare affinché non ci siano imposizioni e garantire libere scelte.

Nelle foto di Re-velation il velo è declinato in vari modi (hijab, veli cattolici, tichel, foulard); le immagini hanno tutte la stessa interprete, mia figlia Flora, ritratta contro un sfondo nero, per decontestualizzare e porre l’accento sulla polisemia del velo. Le composizioni richiamano i ritratti europei (600-800), creando una contaminazione simbolica tra Oriente e Occidente. Con Re-velation non prendo posizione sul velo, ma cerco di rivelare i diversi significati nel rispetto delle culture, offrendo un contributo per sensibilizzare sull’esigenza di dialogo e rispetto.

Carla Iacono, Re-velation 7, 2015, Archival C-print, 85×70 cm, Edizione di 5, Courtesy VisionQuesT 4rosso contemporary photography

Re-velation, di recente in mostra a Palazzo Bonaguro (Bassano Photofestival 2021), è stata in tour da ottobre 2017 a settembre 2020 in musei e luoghi d’arte italiani; tra questi alcuni Musei Diocesani che l’hanno colta come occasione per aprirsi alle urgenze del contemporaneo.
Durante le varie tappe sono stati organizzati eventi di alto valore culturale che hanno contribuito a stimolare riflessioni. Per la mia ricerca è stato significativo il Ciclo di incontri Sorelle under cover organizzato dal Museo Diocesano di Trento, che ha proposto una pluralità di sguardi al femminile, coinvolgendo personalità del mondo culturale impegnate in prima linea sul dialogo, come Sumaya Abdel Qader, Sara Hejazi e Nibras Breigheche.
Il confronto con queste donne forti, competenti e appassionate ha rafforzato il mio percorso fornendo spunti di analisi, come l’approfondimento del femminismo islamico, che deve fare i conti con il patriarcato islamico e con il paternalismo occidentale. Il femminismo musulmano è naturalmente diverso da quello occidentale poiché si devono considerare anche fenomeni quali i neocolonialismi e, più in generale, i rapporti con l’Occidente.

Carla Iacono, Re-velation 12, 2015, Archival C-print, 85×70 cm, Edizione di 5, Courtesy VisionQuesT 4rosso contemporary photography

Auspicando di individuare presto valori comuni per un femminismo interculturale, nel rispetto delle diverse strategie di emancipazione, è comunque importante osservare come sia già in corso una trasformazione che abbraccia nuovi contesti e accetta opportunità di confronto prima impensabili. Il femminismo è vivo e fecondo in un momento in cui si stanno combattendo battaglie quali la difesa dell’ambiente, delle diversità, delle identità.
Le nuove generazioni di femministe sono agguerrite, forti sui social, attente ai disagi generazionali, inclusi quelli dell’adolescenza, e questo richiama il filo conduttore del mio lavoro.

Ho sentito così la necessità di ripensare al mio passato in una famiglia “all’antica”, quando il femminismo si batteva per costruire una società che, pur garantendo l’uguaglianza dei diritti, tenesse conto delle peculiarità femminili. Il nuovo lavoro, Intima performance, comprenderà una serie di installazioni sulla memoria e le radici del femminismo.

Carla Iacono, Calibrazione della modernità, 2020, Assemblaggio mixed media (scatola aperta in legno con doppia attaccaglia, calibro vintage, ritaglio da lenzuolo vintage per corredo, stampa con timbri a inchiostro nero, carta di riso, pizzo, spartito vintage per cetra), 42×62,5 cm

La prima opera si intitola Calibrazione della modernità, qui intesa come processo di misura del mio passato, sottolineando un processo inverso di regressione, dal particolare all’universale, per accettare i ricordi di un’infanzia segnata dalla cultura patriarcale. È un assemblaggio realizzato all’interno di una scatola vintage contenente vari oggetti tra i quali un calibro e un ritaglio di lenzuolo. Tra i ricordi più vivi c’è la delusione che provavo nel trovare, tra i doni delle feste, biancheria da corredo regalatami puntualmente dalla nonna materna. Non riuscivo a comprenderne il motivo: non potevo allora rendermi conto delle contraddizioni degli anni Settanta e del comportamento di mia nonna, donna forte ma legata alle tradizioni patriarcali. Ho così accostato uno strumento di misura, il calibro, ad uno scampolo di stoffa ricavato da uno dei lenzuoli ricevuti, su cui ho stampato, con timbri e inchiostro nero, il titolo del saggio di Carla Lonzi, Sputiamo su Hegel, scritto di riferimento della letteratura femminista degli Anni ‘70. L’opera è un omaggio a Carla Lonzi, figura che ha rivoluzionato il femminismo italiano, e al contempo il prodotto di una sorta di performance “intima”: realizzarla è stato un atto liberatorio, a partire dal gesto di strappare il lenzuolo, ma anche di accoglienza del passato nel mio universo artistico per riconciliarsi e configurare nuovi equilibri.

Carla Iacono, Antimenzogna, in progress, Assemblaggio mixed media (scatola aperta in legno con doppia attaccaglia, micromètro vintage, ritaglio da lenzuolo vintage per corredo, bersaglio per tiro a segno usato, pagine di libro arrotolate e con scritte a mano, frammenti di soffietto per banco ottico vintage), 58×55 cm

Il progetto Intima performance, ad oggi in progress, include altri lavori che citano altrettante figure di donne importanti del mondo culturale. Tra questi Antimenzogna, installazione dedicata a Lea Vergine, che ha dato una scossa al panorama artistico italiano, e La teoria del forcipe, omaggio a Doris Lessing, icona del femminismo suo malgrado (Il taccuino d’oro è considerato un classico della letteratura femminista).

Carla Iacono

Carla Iacono, artista visuale, vive e lavora a Genova, utilizzando diversi media (fotografia, collage, installazione) e analizzando principalmente i riti di passaggio, visti come straordinari momenti evolutivi per costruire la propria identità. Negli ultimi lavori, caratterizzati da una forte connotazione autobiografica,  Iacono esamina il proprio passato con un approccio quasi psicoanalitico, facendo i conti con il proprio vissuto e analizzando i rapporti intergenerazionali. I suoi lavori sono inseriti in numerose pubblicazioni e presenti in collezioni pubbliche e private, in Italia e all’Estero.
www.carlaiacono.it
www.visionquest.it

Leggi qui i contributi delle artiste invitate in Open Dialogue: www.espoarte.net/tag/open-dialogue/

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