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ROMA | Federica Schiavo Gallery | 31 marzo – 26 maggio 2012

TRIESTE
Matthew Day Jackson, Jessica Jackson Hutchins,
Jay Heikes, Karthik Pandian ed Erin Shirreff

Inaugurazione sabato 31 marzo 2012, 13.00 – 19.00

Da Federica Schiavo Gallery inaugura TRIESTE, mostra che riunisce lavori inediti, realizzati appositamente per la mostra, degli artisti internazionali Matthew Day Jackson, Jessica Jackson Hutchins, Jay Heikes, Karthik Pandian ed Erin Shirreff. Trieste è il nome del batiscafo di costruzione italiana che nel 1960, con un equipaggio di sole due persone, stabilì un record di immersione, tuttora imbattuto, nelle acque dell’Oceano Pacifico, raggiungendo il punto di maggior profondità del pianeta: la fossa delle Marianne. Trieste è anche la piccola città portuale dell’Adriatico, situata al confine con la Slovenia, conosciuta per il suo fascino mitteleuropeo e un’insolita atmosfera malinconica che, citando Jan Morris, “porta le persone che la abitano a porsi tristi domande. A che scopo sono qui? Dove sto andando?“ (Trieste and the Meaning of Nowhere, Simon & Schuster, 2001).

La mostra è metaforicamente ispirata da queste due realtà ‘borderline’ e richiama l’idea di una forza misteriosa che spinge inevitabilmente l’uomo a varcare la soglia dell’ignoto e dell’impossibile. Gli artisti in mostra, legati tra loro da rapporti di amicizia e stima reciproca, negli anni hanno dedicato frequenti e intense conversazioni a questi temi.
Jay Heikes
, il cui ruolo è stato centrale nell’elaborazione della mostra, racconta:

“Posso vedere in ciascun artista coinvolto nel progetto TRIESTE il desiderio di sfruttare la potenza di qualsiasi cosa abbia attraversato le loro menti per concretizzarsi materialmente nelle loro opere. In ciascuno riesco a scorgere un appiglio alla storia e alla cultura, soprattutto in riferimento a quelle strade senza uscita, meno battute e ormai andate perdute. Come ‘esploratori‘ – una parola sciocca ma efficace – ci spingiamo ad indagare proprio in quegli spazi normalmente trascurabili e misteriosi, gli unici in cui giacciono ancora nuove possibilità. Trovo che nel lavoro di Matthew la concentrazione di oggetti storici è sempre severa e disorientante. È come se la Storia fosse visibile come un’unica catena montuosa per poi accorgerci che i nostri occhi non sono sufficientemente forti per vedere al di là del nostro orizzonte visivo. Nel lavoro di Erin il rigore è interpretato a un altro livello, dove le lacune formali non sono macchine del tempo ma parametri di rivendicazione. Sono spazi dove il linguaggio appare obsoleto ma è in realtà in costante e continuo cambiamento per descrivere se stesso. Gli strumenti e le ‘reliquie’ di una cultura possono essere tanto malleabili quanto i materiali che li costituiscono e Jessica è sempre consapevole del potere degli oggetti, in quali non solo ci inquadrano come figure in uno spazio ma anche come menti disordinate impegnate a categorizzare le ‘cose’. Penso che sia questo il motivo per cui il suo lavoro sembra essere una collisione di domesticità e surrealismo. Un po’ come sognare ad occhi aperti il più proibito dei sogni aspettando che il nostro toast salti fuori dal tostapane. Poi ci siamo Karthik ed io, entrambi dedicati a forme di ricerca che tentano di connettere quei collegamenti che la storia ha disperso naturalmente. Così Trieste, nel suo doppio, forse triplo, significato, è metaforicamente il fulcro della mostra come idea di un luogo o di uno spazio. In qualsiasi mostra collettiva è davvero impossibile dichiarare a priori il risultato che si raggiungerà, ma si possono discutere e decidere i presupposti da cui possa scaturire qualcosa di speciale. Questo è Trieste.”

TRIESTE
Matthew Day Jackson, Jessica Jackson Hutchins,
Jay Heikes, Karthik Pandian ed Erin Shirreff

Federica Schiavo Gallery
Piazza Montevecchio 16 Roma

Inaugurazione sabato 31 marzo 2012, 13.00 – 19.00
31 marzo – 26 maggio 2012

Orari: martedì – sabato 12.00 – 19.00 | lunedì su appuntamento
Info: +39 06 45432028 – info@federicaschiavo.com
www.federicaschiavo.com

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