BASILEA | Fondazione Beyeler | 18 maggio – 7 settembre 2014
di ALESSANDRO TRABUCCO
La Fondazione Beyeler offre la preziosa opportunità di poter studiare una monografica abbastanza esaustiva su Gerhard Richter, artista vivente forse tra i più celebrati, le cui opere hanno segnato un percorso individuale entusiasmante ed assolutamente fuori da correnti o mode e, allo stesso tempo, fortemente imitato dalle successive generazioni di artisti.
La peculiarità di questa mostra è rappresentata soprattutto dagli abbinamenti delle opere nelle singole sale, nel senso di un particolare allestimento che mette in risalto le differenti espressioni della ricerca dell’artista tedesco e le sue evoluzioni stilistiche, quasi sempre al passo con le innovazioni tecniche o, per contro, completamente in contrasto con le tendenze artistiche in voga in quegli stessi anni.
Nel momento in cui in Germania e in Italia, verso la metà degli anni ’70, si verificava quel rigurgito al concettualismo esasperato del decennio precedente con un ritorno alla pittura rappresentato soprattutto dal Neo Espressionismo in terra teutonica e dalla Transavanguardia nella nostra penisola, Richter eseguiva paesaggi, nature morte e ritratti di stampo fotografico, dalle atmosfere rarefatte e soffuse, quasi a voler sottolineare la potente naturalezza dei propri soggetti, senza dover ricorrere a forzature espressive, come incurante di quelle istanze linguistiche adottate in quel momento storico di profonda reazione.
La successione delle sale espositive non rispecchia fedelmente l’aspetto cronologico delle opere, mette piuttosto in relazione diverse epoche, proponendo anche lavori installativi di recente realizzazione. Spiccano le enormi tele “astratte” che presagiscono la riflessione cromatica digitale successiva che Richter mette in atto dimostrando una lucidità creativa ed un’attenzione accurata sulle possibilità offerte dall’elaborazione elettronica delle immagini. Ma sono senza dubbio i suoi delicatissimi paesaggi glaciali e marini, oltre che le nature morte e i ritratti femminili, ad attirare l’ammirazione dello sguardo.
Soprattutto l’immagine stessa scelta come simbolo della mostra, Betty, può essere assurta ad icona dei nostri tempi (in un’epoca avara di immagini dalla potenza evocativa in grado di caratterizzarne il carattere) alla stessa stregua della Gioconda leonardesca o della Ragazza con l’orecchino di perla di Johannes Vermeer.
Gerhard Richter
18 maggio – 7 settembre 2014
Fondazione Beyeler
Baselstrasse 101, Riehen / Basilea
Info: +41 (0)61 645 97 00
info@fondationbeyeler.ch
www.fondationbeyeler.ch