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RAVENNA | Fondazione Sabe per l’arte | 13 novembre 2021 – 19 febbraio 2022

Intervista a MIRELLA SALUZZO di Matteo Galbiati

Delicatezza e forza, energia e levità, rigore ed emotività sono le polarità opposte che disciplinano l’interpretazione della scultura di Mirella Saluzzo (1943) che, nella sua azione meditata e libera, sa far respirare e animare un materiale freddo come l’alluminio. Le forme delle sculture di Saluzzo, infatti, danzano, si girano in moti ondosi a conquistare lentamente lo spazio e l’ambiente nel tentativo di avvolgerlo per creare con questo un legame indissolubile di inedita appartenenza e reciprocità. La grazia con cui le sue opere si sviluppano, domando l’irrequietezza di una materia che muta il proprio statuto formale e sensibile, conferisce alla loro immagine la forza della monumentalità e, al contempo, la sua opposta fragilità impermanente. È una scultura personale e colta, conscia della storia che l’ha preceduta, consapevole dei modelli di riferimento, ma, proprio per questa sciente cognizione, sa avvertire il senso profondo del proprio enunciato poetico rendendolo unico e autonomo. Universale nel suo raccontarsi agli occhi dell’altro.
In occasione della mostra personale intitolata Fuori asse, che a Ravenna inaugura la sede e le relative nuove attività della Fondazione Sabe per l’arte, abbiamo incontrato Mirella per questa intervista:

Mirella Saluzzo Foto di Daniele Casadio, Ravenna

La personale Fuori asse, che ti vede protagonista nella tua città, inaugura l’attività della Fondazione Sabe per l’arte. Ci racconti qualcosa di questo luogo e come hai lavorato a questo importante appuntamento? Cosa presenti?
Il luogo, ancor prima di essere ristrutturato, è stato una falegnameria, una tipografia, una galleria per giovani artisti, dunque un luogo “del fare” ed ora mi piace pensare che l’energia del fare continui col mio lavoro. In questa mostra inaugurale presento quattro opere nate proprio in relazione con questo spazio ed altre meno recenti che sono comunque accomunate dallo stesso filo conduttore. In tutto sono 12 opere dal 2016-17 ad oggi.

Quali sono le ragioni del titolo della mostra – Fuori asse – quale rapporto ha con la tua riflessione artistico-estetica? Che opere hai voluto esporre?
Il titolo della mostra riprende quello dato ad una mia scultura del 2017. Alcuni elementi che compongono quest’opera si sovrappongono in modo disallineato verso l’alto alla ricerca di un baricentro che sembra sfuggire e l’azione si ferma un attimo prima che il tutto crolli. Il senso di instabilità, precarietà, ma anche leggerezza del nostro vivere, è quello che vorrei trasmettere con la mia ricerca.
In questa mostra ho scelto una selezione di opere sia grandi che piccole, attraverso le quali ritengo si possa avere una lettura della costante nella mia ricerca.

Mirella Saluzzo, Fuori Asse, 2016-17, alluminio trattato con tecnica mista e pigmenti Foto di Daniele Casadio, Ravenna

Hai pensato, quindi, a opere completamente inedite: quali elementi di novità presenta questo ciclo di lavori e quali sono, invece, quelli tipici della tua ricerca?
Quattro delle opere esposte, tre collocate a parete ed una a centro stanza, sono inedite ed in continuità di ricerca con le altre presenti in mostra. Tengo, comunque, a sottolineare che, pur nell’evolvere del tempo e della forma, il mio operare indaga, anche nella relazione forma/spazio, le problematiche del nostro tempo, da cui ricevo stimolo e curiosità per nuove esperienze.

Ho sempre amato moltissimo la sensibilità con cui lavori l’alluminio, materiale tipico della tua scultura: da freddo, composto e industriale nelle tue mani diventa un delicato insieme di equilibri, di tattilità sensibili, è una coreografia visiva. Cosa vuoi mettere in evidenza con questa azione diretta di trasformazione della materia? Cosa vuoi raccontare con l’esito del tuo segno distintivo?
La sfida è proprio questa: dimostrare che una materia rigida e sorda può diventare diversa, domata, piegata, piacevole al tatto. Ci vuole impegno, costanza e dedizione, come con le persone.

Mirella Saluzzo. Fuori asse, veduta della mostra (interno), Fondazione Sabe per l’arte, Ravenna Foto di Daniele Casadio, Ravenna

Elena Di Raddo nel suo ineccepibile saggio critico mette giustamente in risalto l’idea che la tua scultura sia leggera come un respiro nonostante sia frutto di una azione energica, forte, dura, se non addirittura violenta, sulla sostanza che la compone. Come trovi la grazia dell’equilibrio in queste polarità opposte che governano la tua azione?
La relazione con lo spazio è per me fondamentale sia nelle opere grandi che piccole. Deve crearsi una sinergia tra lo spazio e l’opera. Anche nei lavori di piccolo formato cerco di ottenere un senso di spazialità e, quando lo raggiungo, ottengo anche una sorta d’equilibrio tra forza e leggerezza.

Si parla anche della scultura come “metafora”, quale è il suo senso ultimo e più profondo?
Come ho accennato, vivendo nel contemporaneo riceviamo ed assorbiamo stimoli che a nostra volta rimandiamo ad altri sotto forma di segnali spesso anche inconsapevoli. Il nostro è un vivere incerto ed ognuno segue la propria bussola alla ricerca di nuovi spazi e certezze. Credo che il mio lavoro comunichi questa irrequietezza, che non si arrende alla fatica perché la curiosità porta a scoprire nuovi mondi.

Mirella Saluzzo, Attrazioni, 2020, alluminio trattato con tecnica mista e pigmenti Foto di Daniele Casadio, Ravenna

In occasione della mostra è previsto un calendario di appuntamenti collaterali, cosa avete in programma? Quali contenuti volete mettere in evidenza e chi avete chiamato ad animare il dibattito che andrete a costruire nei diversi incontri?
Al primo evento dal titolo Immagine / Forma / Oggetto a cui hanno partecipato lo scorso 11 dicembre, i professori Claudio Cerritelli, Anna Mazzanti e Luca Pietro Nicoletti, seguirà un incontro attualmente previsto per il 27 gennaio 2022. La data è da considerarsi ancora indicativa e, come sempre, verrà confermata per tempo con l’emissione di una newsletter dedicata. In quella occasione, la professoressa a Maria Teresa Roberto terrà una conferenza su Marisa Merz, mostrando anche alcuni interessanti materiali visivi. In questa stessa occasione, in dialogo con me, è possibile che venga presentato anche il catalogo della mia mostra.
Il terzo evento seguirà nella seconda decade di febbraio e ospiterà un dialogo tra il Dottor Fameli, direttore artistico della Fondazione, e l’artista Piero Mottola, che lavora sul rapporto tra suono e spazio.

Mirella Saluzzo. Fuori asse
a cura di Elena Di Raddo

13 novembre 2021 – 19 febbraio 2022

Fondazione Sabe per l’arte
via Giovanni Pascoli 31, Ravenna

Orari: giovedì, venerdì e sabato ore 16.00-19.00
Ingresso libero. Green pass e uso della mascherina obbligatori.

Info: info@sabeperlarte.org
www.sabeperlarte.org

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