MILANO | Banca Sistema | 29 gennaio – 23 aprile 2015
di MATTEO GALBIATI
Ci sono immagini che parlano chiaro. Senza mediazioni, senza eccessi, senza essere didascaliche. Non comprimono – né opprimono – lo sguardo sulla retorica circostanziata di narrazioni forzose e scontate. Non si caricano del sovrappiù, spesso una zavorra inutile e ridondante asservita a barocchismi virtuosistici che, appoggiandosi ad un’indiscussa padronanza tecnica, privilegiano le forme ai contenuti. Bene le opere di Elisa Bertaglia (1983), artista protagonista della tredicesima mostra che Banca Sistema propone nella sede milanese nell’ambito del progetto no-profit Banca SISTEMA ARTE, non permettono di generare equivoci né rispetto alla sua capacità tecnica, né, soprattutto, sulla sensibile e delicata affermazione di un pensiero che affiora come un respiro dalle sue opere.
La bella – attributo abusato, ma sempre efficace se affermato con sincero apprezzamento – esposizione che ci accoglie nell’ambiente dell’istituto finanziario concede tutta la forte carica emotiva del lavoro e della ricerca di Bertaglia che qui raggruppa un’ampia collezione di sue opere recenti.
Si diceva immagini che parlano chiaro, perché la loro asserzione arriva diretta, immediata, senza bisogno di essere chiarita o ampliata da corpose introduzioni perché si racchiude tutta nella poesia della semplicità. In questa attitudine credo si cali il segreto della determinazione delle opere di Elisa Bertaglia, in un potenziale che non azzera la determinante “morale” e non nasconde nemmeno il significato dietro a complesse letture, forte di una tecnica sottile ed elaborata, i suoi lavori stratificano la lentezza e l’immediatezza. Le sue visioni ci appaiono come paesaggi che, smarcandosi da luoghi e circostanze, sorpassano il particolare preciso per aprirsi all’altro, all’universale.
Le effimere e delicatissime figurazioni che ci propone riportano un discorso che vale per tutti e al quale non occorrono filtri e limitazioni.
Il suo fare, che ci parla anche di una cura e un amore per la tecnica che non scivola nella bella maniera, ci regala la straordinaria possibilità di immedesimazione tanto istintiva, quanto inevitabile: non si può non raccogliere il tepore e la serenità di ricordi che affiorano alla memoria, di sentori, forse lontani nel tempo, che sopraggiungono alla nostra mente.
Lo sfondo da lei scelto mette in luce l’evidenza del mondo naturale, un paesaggio che, pur mantenendo un rapporto con la fisicità delle cose reali, accede ad un universo onirico, fatto di velature, di tepori nebulosi e chiarificazioni che stemperano il confine certo e sicuro dei corpi terreni. Il limbo di Bertaglia si apre ad un flusso narrativo che sottrae la presenza della specifica individualità dell’artista per accogliere la nostra di spettatori. Le superfici dei suoi dipinti ci guidano con mano sicura nei possibili itinerari della nostra immaginazione.
Dalle grandi tele dove le sagome di animali e uomini si rimpiccioliscono disperdendosi nel colore del paesaggio – forse ora solo uno sfondo cromatico che si accorda con il desiderio emotivo – alle straordinarie opere della serie di Bindwood – foglie intagliate, un piccolo mondo chiuso osservabile al buio come se si scrutasse in un microscopio esimere forme intrauterine – Bertaglia ci accalora con queste rappresentazioni la cui forza, ora da noi compresa, ci tocca penetrantemente, scoprendo un modo di sentirci dentro che spesso, più o meno volutamente, ignoriamo.
Le posizioni “atipiche” del suo fare si rendono esplicite proprio senza retoriche dialogiche, ma con un processo osmotico che diluisce l’interrogazione artistica in un’immedesimazione partecipativa e partecipata. Senza morali, con queste “impressioni favolistiche, oniricamente flebili e delicate, Elisa Bertaglia ci parla. Ci parla toccandoci nel profondo del sentimento.
Non con il clamore corrotto di una notizia da gridare, ma con la raffinata prosa poetica di un’ode le cui parole scivolano come musica.
Elisa Bertaglia. Bindwood
nell’ambito del progetto no-profit Banca SISTEMA ARTE
in collaborazione con Associazione Culturale Arteam
testo critico di Chiara Serri
catalogo vanillaedizioni
29 gennaio – 23 aprile 2015
Banca Sistema
Corso Monforte 20, Milano
Info e orari: +39 02 802801
arte@bancasistema.it
www.bancasistemarte.it
www.vanillaedizioni.com