L’AQUILA | MAXXI L’AQUILA | 2 LUGLIO 2022 – 5 MARZO 2023
di CHIARA DI EGIDIO
C’è un grande masso ad accogliere i visitatori sulla soglia dell’ingresso di Palazzo Ardinghelli, l’edificio che da quasi due anni ospita il MAXXI L’Aquila, sede abruzzese del museo romano.
Si tratta dell’opera site specific di Francesco Arena: un blocco di pietra di oltre cinque tonnellate, forato da un carotaggio nel quale ogni giorno il personale del museo inserisce un quotidiano arrotolato, eliminando quello meno recente che fuoriesce dall’altro lato. Masso con gli ultimi 5 giorni è la perfetta anticipazione della mostra all’interno: una riflessione sul coesistere di permanenza e transitorietà, come una condizione universale, resa tangibile dalla tensione tra il tempo geologico della pietra, indifferente alle notizie quotidiane, e lo stratificarsi incessante della memoria recente.
Afterimage è il titolo della mostra che anima ed esplora ogni spazio del palazzo seicentesco. Aperta al pubblico fino al 5 marzo 2023 e curata da Bartolomeo Pietromarchi e Alessandro Rabottini, è una riflessione per immagini sui temi della memoria e della metamorfosi. Il titolo della mostra, che in italiano si traduce con “immagine visiva”, richiama l’illusione ottica per cui uno stimolo visivo – come il flash della macchina fotografica – produce un’impressione sulla retina che persiste anche dopo il proprio passaggio.
Una collettiva di 26 artisti internazionali, appartenenti a differenti generazioni, tra pittura, scultura, fotografia, installazione, video e sperimentazione digitale, che si incontrano in un dialogo tra nuove commissioni, opere provenienti dalla collezione della Fondazione MAXXI, prestiti internazionali e installazioni site specific.
Sono 9 le nuove opere pensate appositamente per gli spazi di Palazzo Ardinghelli: oltre al già citato Francesco Arena, sono stati coinvolti Benni Bosetto, June Crespo, Thomas Demand, Oliver Laric, Hana Miletić, Luca Monterastelli, Dahn Vo e Dominique White.
L’esposizione, che si articola in 15 sale e negli spazi connettivi del palazzo, è concepita dai curatori come un “poema visivo” e si sviluppa attorno ad alcuni nuclei tematici, non circoscritti alle singole stanze, incoraggiando gli spettatori a stabilire associazioni intuitive e spontanee tra le opere. In Afterimage si intersecano quattro percorsi narrativi che attraversano gli spazi, incrociandosi tra loro e suggerendo un’architettura formale e immateriale all’interno dell’architettura fisica del museo.
I titoli scelti – materie e memoria, il corpo dischiuso, l’immagine mutevole e l’architettura interiore – aprono riflessioni sulle molteplici forme con cui ciò che è trascorso persiste intorno a noi, esplorando le intersezioni tra iconografie frammentate, materiali mutevoli, memorie percettive e corpi in trasformazione.
La mostra, così concepita, è anche un omaggio al contesto che la ospita: Palazzo Ardinghelli è un edificio seicentesco distrutto dal terremoto che ha colpito la città dell’Aquila nel 2009, oggi restaurato per ospitare la sede del MAXXI. I temi di trasformazione e permanenza si legano così alla storia recente della città e l’architettura stessa diventa metafora di rinnovamento. Un organismo vivente, un luogo che ha attraversato i secoli e che ora abita il presente con una nuova identità, quella di museo d’arte contemporanea.
Alcune delle opere presentate interagiscono direttamente con l’architettura di Palazzo Ardinghelli. Nella Sala della Voliera, l’ex salone principale del piano nobile, si trova un’installazione ambientale di Thomas Demand, che ricopre le pareti di carta da parati nei toni del verde scuro, realizzata dall’artista fotografando dei tubi di cartone, moltiplicati e ingigantiti fino quasi a perdere la relazione con gli oggetti di partenza. È l’illusione di un sipario teatrale, un bosco astratto, su cui espone una serie di fotografie scattate nell’archivio dello stilista Azzedine Alaïa (1935 – 2017) e dedicate ai suoi modelli e lucidi, residui tangibili del processo creativo. Il dialogo tra i due elementi della sala indaga il rapporto tra simulazione e materia, la tensione che c’è tra modello e realtà, e rende l’architettura della sala l’elemento che unifica la relazione tra le parti dell’intervento artistico.
La contaminazione reciproca tra arte e spazio architettonico è evidenziata anche dalle opere collocate fuori dalle canoniche sale e che sono esposte nei corridoi e negli spazi connettivi del palazzo. Tra queste ci sono, nei ballatoi del primo piano, le opere tessili di Hana Miletić e un’installazione site specific di Benni Bosetto, ispirata alla tradizione artigiana abruzzese. Molte aree del palazzo, anche quelle residuali, vengono in questa occasione trattate come spazio espositivo, creando un percorso di visita articolato, libero e spesso inaspettato.
La mostra Afterimage è un dialogo a più voci che dà spazio all’approccio personale del visitatore. Una riflessione tra realtà, immaginazione e ricordo, e, nella centralità dell’esperienza abruzzese, un legame col territorio, che sopravvive e si trasforma continuamente.
Afterimage
a cura di Bartolomeo Pietromarchi e Alessandro Rabottini
con opere di: Francis Alÿs, Francesco Arena, Stefano Arienti, Benni Bosetto, Mario Cresci, June Crespo, Thomas Demand, Paolo Gioli, Massimo Grimaldi, Bronwyn Katz, Esther Kläs, Oliver Laric, Tala Madani, Anna Maria Maiolino, Marisa Merz, Luca Maria Patella, Hana Miletić, Luca Monterastelli, Frida Orupabo, Pietro Roccasalva, Mario Schifano, Elisa Sighicelli, Paloma Varga Weisz, Danh Vo, Dominique White, He Xiangyu.
2 luglio 2022 – 5 marzo 2023
MAXXI L’Aquila
Palazzo Ardinghelli, piazza Santa Maria Paganica 15, L’Aquila
Orari: giovedì 9 – 13 | venerdì 9 – 13 e 16 – 19 | sabato e domenica 10 – 19
Info: maxxilaquila@fondazionemaxxi.it | www.maxxilaquila.art