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ARTEAM CUP 2015 | Vincitore Categoria Over 30 e Vincitore Assoluto Arteam Cup 2015

intervista a LEMEH42 di Matteo Galbiati

In occasione della chiusura della mostra degli artisti selezionati all’Officina delle Zattere di Venezia (24 ottobre – 22 novembre 2015), esposizione che ha rappresentato il momento di presentazione dei 40 artisti delle due categorie (under e over 30) del Premio Arteam Cup 2015, abbiamo incontrato Lemeh42 che si è aggiudicato il primo premio della manifestazione: Vincitore Assoluto Arteam Cup 2015 e vincitore categoria Over 30.

Lemeh42, “Exvoto-8”, vernice su vetro graffiata, cm 150x100, 2015

Tra gli elementi chiave cui tieni molto, e che metti sempre in evidenza nelle tue presentazioni, ci sono i temi legati all’organizzazione delle strutture spazio-temporali. Cosa intendi esattamente? Ci spieghi quali sono queste strutture?
In tutto quello che ho fatto fino ad ora, ho cercato di sovvertire le strutture stesse che ci relegano alla condizione di esseri umani, come lo spazio ed il tempo. Fin dalle prime opere di matrice fotografica, che ho realizzato più di dieci anni fa, non tolleravo che una singola foto racchiudesse quel singolo attimo, perché per me quel singolo attimo era così ricco che una singola immagine non bastava. Per questo scattavo intere serie di foto, come a documentare il momento stesso, e poi le assemblavo per creare un’unica foto, più lunga, più duratura ed esaustiva. Nelle animazioni, in cui il fotogramma è bloccato tra quello precedente e quello successivo, cerco di depistare le aspettative dell’occhio di chi guarda e di far sì che ogni scena o momento non sia finito, ma continui ad aleggiare per tornare a riproporsi quando meno ce lo aspettiamo. Infine nell’ultima serie di lavori, i vetri graffiati, sono partito da alcune icone religiose, immagini fortemente radicate nelle nostre menti da migliaia di anni per servirmene per crearne di nuove. Queste nuove icone contemporanee non vogliono anteporsi a quelle a cui mi sono ispirato. La loro forza sta proprio nel fatto che si rifanno ad immagini che hanno in sé una forza antropologicamente senza eguali ed è per questo motivo che chi le guarda le riconosce, pur non avendole mai viste, creando un corto circuito spazio temporale.

Lemeh42, Exvoto-1”, vernice su vetro graffiata, cm 120x100, 2015

Nei tuoi lavori guidi sempre lo sguardo di chi osserva a scoprire qualcosa entro un processo che diventa quasi narrativo, come avviene questo processo di rivelazione?
Così come io amo sviscerare tutto quello che ho davanti agli occhi, fino quasi alla maniacalità, al fine di comprenderlo e farlo mio, inevitabilmente le mie opere, trattandosi di lavori che portano il mezzo stesso impiegato al limite, celano in sé molto di più di quello che sembra ad un primo sguardo. Le mie animazioni, ad esempio, ti lasciano volutamente senza fiato e solo dopo che le guardi e le riguardi trovi dei dettagli, dei riferimenti che ti svelano qualcosa di più. Molti riferimenti sono volutamente celati o talmente personali che nessuno probabilmente li scoprirà mai. Le ultime opere, i “vetri graffiati”, giocano su due livelli d’interazione ed interpretazione che ad un osservatore disattento sfuggono. Ogni opera è in sé una sfida, in tutti i sensi, una sfida per me, ma una sfida anche per chi guarda, credo che senza ciò non ci sia né ricerca, né innovazione stilistica.

Quali sono i temi che toccano il nervo scoperto della tua ricerca? A cosa sei maggiormente sensibile?
Non mi prefiggo dei temi, non credo di essere legato a tematiche specifiche. Per citare Dylan Thomas: “Io creo un’immagine, vi applico quel tanto di potere intellettuale e critico che posseggo per generarne un’altra e lascio che questa nuova immagine contraddica la prima. Ciascuna immagine contiene in sé il germe della propria distruzione, e il mio metodo, così come io lo intendo, è un costante ergersi e crollare delle immagini che si sprigionano dal germe centrale, che è esso stesso distruttivo e costruttivo allo stesso tempo”.

Lemeh42, La mano nera, matita su carta, cm 50x350, 2014

Troviamo realtà e immaginazione? Cosa prevale nelle tue immagini?
Entrambe. Le mie immagini devono essere un equilibrato mix di realtà e immaginazione. Anche nella vita, quella “reale” fuori dal mio studio, mi rendo conto che cerco continuamente un equilibrio tra queste due costanti. Purtroppo però vedo che nel mondo là fuori c’è troppa realtà nella realtà e poca immaginazione nell’immaginazione.

Spesso i temi alti vengono “drammatizzati” lasciando accedere l’interesse di chi guarda ad un registro espressivo che, poco a poco, rivela il proprio contenuto profondo. Come riesci a non disperdere la forza del senso di quanto cerchi e di quanto vuoi comunicare?
Le mie opere hanno richiesto molto tempo per essere create. Non necessariamente tempo pratico impiegato nel realizzarle, ma tempo impiegato per concepirle mentalmente perfette, scevre da ogni debolezza. Solo così un’opera d’arte ha in sé quella forza per cui può essere chiamata tale.

Wool & Water from lemeh fortytwo on Vimeo.

Nascete come gruppo adesso lavori da solo. Cambia qualcosa per Lemeh42?
Assolutamente no. È stata una fase della mia vita molto importante che mi ha insegnato tanto e mi ha permesso di conoscermi oggettivamente ancora meglio.

Mi ha sempre colpito la versatilità con cui passi da una tecnica all’altra: pittura, video, installazione, animazione… Come adatti i diversi registri linguistici nella coerenza complessiva che caratterizza la tua ricerca?
Molto spesso si commette l’errore di farsi fascinare dal nuovo mezzo espressivo e dalla tecnologia applicata al mondo dell’arte, è successo con la fotografia, con il video ed ora con l’interazione. Ciò che rende un’opera d’arte tale è la sua forza. La forza non è quindi il medium, la forza è l’idea, ciò che vogliamo esprimere, che rende appunto un’opera d’arte ciò che è. Come dicevo prima, bisogna spingere il mezzo espressivo impiegato al suo limite, il più vicino possibile al punto di rottura, piegarlo al nostro volere e non il contrario solo così c’è vera creazione.

Inner Klange from lemeh fortytwo on Vimeo.

Recentemente hai iniziato una nuova tipologia di opere. Ce ne racconti brevemente le specificità?
Queste nuove opere sono state realizzate con una tecnica che ho ribattezzato “vetro graffiato”. Utilizzo delle lastre di vetro di un determinato spessore, dipingo un lato della lastra di vetro con della vernice nera. Una volta asciutta, graffio via la vernice con dei piccoli strumenti di mia invenzione.

Quali sono le caratteristiche dell’opera Exvoto-8 che hai presentato all’Arteam Cup 2015 e che fa parte dell’ultimo ciclo di lavori?
Quest’opera è un’installazione che ho concepito appositamente per il premio. I vetri graffiati che ho scelto fanno parte di una nuova serie più ampia di vetri graffiati dal titolo Holy Lines. Per la realizzazione di questi cinque vetri, come per il resto della serie, mi sono ispirato alle icone della religione cattolica, per lo più raffigurazioni di santi e immagini sacre che fanno parte dell’iconografia cristiana. Grazie alla tecnica che utilizzo i cinque vetri danno vita ad una nuova iconografia, contemporanea ma allo stesso tempo fortemente legata all’iconografia di riferimento, innovativa dal punto di vista stilistico e visivo ma non per questo blasfema o dissacratoria. Le linee che solcano questo ultimo ciclo di lavori, così come questi cinque vetri, sono negazioni stesse di linee, sono ciò che resta delle linee, bianchi squarci che nel distruggere e deturpare l’opera la rivelano ai nostri occhi.

Lemeh42, “Exvoto-8”, vernice su vetro graffiata, cm 150x100, 2015 - dettaglio

Quali sono i prossimi impegni? Mostre, progetti?
Il 21 gennaio 2016 inaugurerò una mostra personale presso la Galleria Remomero a Beirut in Libano dal titolo Drawing Renaissance, una nuova serie di disegni su tela. Sarò poi presente ad Artefiera 2016 con la galleria L’Ariete artecontemporanea, la mia galleria di riferimento, ed in quest’occasione presenteremo Holy Lines la nuova serie di vetri graffiati da cui l’opera per il premio è stata estrapolata, ed una nuova videoanimazione. A settembre sarò di nuovo a Beirut per una residenza presso la Galleria Remomero per realizzare una nuova serie di vetri graffiati.

Info: www.lemeh42.com

Galleria di riferimento: L’Ariete artecontemporanea
www.galleriaariete.it

Prossimi eventi:
Drawing Renaissance. 20 Disegni su tela
Remomero Gallery
Beirut, Libano
opening 21 gennaio 2016

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