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VENEZIA | PALAZZO DONÀ DALLE ROSE | FINO AL 27 NOVEMBRE 2022

Intervista a RICCARDO VARINI di Maria Chiara Wang

Vi siete mai chiesti come funziona la macchina organizzativa di un Padiglione Nazionale de La Biennale di Venezia, quali sono le difficoltà, i retroscena, i molti aspetti da gestire in un progetto così impegnativo? A questi e ad altri interrogativi ha dato risposta Riccardo Varini – Professore strutturato in design presso l’Università degli Studi della Repubblica di San Marino e Commissario del Padiglione della Repubblica di San Marino – che con dovizia di particolari ha soddisfatto ogni curiosità. Questa intervista nasce dalla considerazione che per valutare più consapevolmente il risultato finale sia indispensabile conoscere anche le sfide che sono state gestite a monte del raggiungimento dell’obiettivo.

Riccardo Varini, Commissario del Padiglione di San Marino alla Biennale Arte 2022

Come funziona e si articola la macchina organizzativa di un Padiglione della Biennale di Venezia?
Quando si parla di una Partecipazione Nazionale alla Biennale d’Arte di Venezia spesso si pensa al solo periodo espositivo, alle opere e agli artisti in mostra.
In realtà il processo coinvolge una compagine di attori molto ampia e abbraccia un arco temporale di almeno un anno per l’ideazione, progettazione, gestazione e condivisione del piano e di altri nove mesi di eventi sequenziali che comprendono alcuni pre-appuntamenti e presentazioni del progetto alla stampa, l’allestimento del Padiglione, la vera e propria inaugurazione e apertura della mostra al pubblico, le conferenze di promozione, comunicazione e valorizzazione dei contenuti e l’evento di chiusura. Secondo me è appropriato parlare di macchina organica. La Partecipazione nazionale ha bisogno di un robusto ecosistema, costituito da specifiche competenze e solide relazioni tra i soggetti coinvolti, che possa tenere insieme tutte le fasi di sviluppo in maniera sicura, solidale e congruente –il telaio strutturale-; di contenuti, opere, curatori e artisti coerenti con le sfide del tempo –il motore- e di apparati di comunicazione e valorizzazione adeguate alla trasmissione di una precisa identità –la carrozzeria-.

Elisa Cantarelli, We Are Plastic – WITHout esSENZA, 2022, metallo zincato, D-bond, dotting su bottiglie di plastica, stampa su acetato, neon LED, 400 x 400 x 300 cm, particolare. Ph. Daniosx #1

Quali sono i suoi retroscena?
Il processo è complesso e articolato e deve coniugare interessi e obiettivi molto diversi. La progettazione artistica, architettonica, economica e finanziaria di un Padiglione Nazionale deve fare i conti innanzitutto con le aspettative delle comunità locali rappresentate all’evento attraverso l’arte, con la visione culturale pubblica e obbligatoriamente anche con quella politica di uno Stato. Sono, infatti, gli Stati nazionali ad individuare le più efficaci modalità, approcci e metodologie di partecipazione.
Per far fronte ai considerevoli investimenti necessari in termini economici, temporali e di personale impiegato, le Partecipazioni Nazionali prevedono sempre più spesso il coinvolgimento di partner privati e soggetti terzi, progettuali, funzionali o in veste di sponsor tecnici, locali o internazionali.
Una volta individuati i partner con i quali sviluppare un piano articolato di attività, con precisi obiettivi, strategie e programmi, questo va condiviso, internamente, con Governo, Istituzioni locali e Parlamento – a San Marino con il Congresso di Stato – ed esternamente con gli Enti organizzatori della Manifestazione Internazionale, come La Biennale, nel caso qui trattato.
In base allo studio dei contenuti e degli obiettivi di massima de Il latte dei sogni, macro tema lanciato da La Biennale, per scelta e voce della Curatrice Cecilia Alemani e del suo Presidente Roberto Cicutto, il gruppo di lavoro sammarinese ha definito una propria proposta tematica, dal titolo Postumano Metamorfico, selezionando artisti e opere e individuando uno specifico contenitore espositivo, nel quale allestire la mostra e rendere efficace l’evento nella sua interezza.

Michelangelo Galliani, Un Giardino Imperfetto, 2022, marmo, acqua, legno e acciaio, 300 x 300 x 300h cm, particolare. Ph. Enrico Turillazzi #1

Quante e quali competenze sono richieste per realizzare un progetto espositivo di tale caratura? 
Nel nostro caso, il percorso progettuale si fonda su una convenzione di tipo pubblico-privato, che prevede azioni e attività concordate, passo dopo passo, tra lo Stato, da una parte, rappresentato dal Segretario per l’Istruzione e la Cultura Andrea Belluzzi, che opera insieme all’Università di San Marino, rappresentata dal sottoscritto Commissario Riccardo Varini, e il partner privato dall’altra, rappresentato dalla società sammarinese FR Istituto d’Arte Contemporanea, che si è avvalsa della collaborazione di Cris Contini Contemporary.
I partner hanno condiviso un puntuale e preciso brief, basato su contenuti, cronoprogramma, composizione del gruppo di lavoro e piano operativo che sono stati comunicati e, in buona parte, sottoposti ad approvazione anche dall’Ente Biennale.
Organizzatori, curatori, comitato scientifico, segreterie di stato, commissario e artisti costituiscono una squadra unitaria e coesa e le singole figure sono state coinvolte nelle fasi di sviluppo e definizione dello stesso progetto, in base al proprio specifico ruolo.
La complessa e articolata gestione manageriale dell’intero evento è stata assegnata a Sandra Sanson, con la supervisione della società FR.
Il contesto urbano esclusivo rappresentato dalla città di Venezia ha posto sfide tecniche e strategiche molto particolari, sia nella scelta della location più consona ad una Partecipazione Nazionale, che per la stessa fragile e delicata natura dell’involucro architettonico in cui è allestita la mostra, sottoposto a vincolo sia dal punto di vista paesaggistico che monumentale. Il progetto d’integrazione spaziale della mostra nel contesto architettonico e urbano, ha imposto dunque competenze specialistiche peculiari, che nel nostro caso sono state assolte da un team coordinato dal sottoscritto Commissario e guidato egregiamente dall’architetto Antonella Modica. Il progetto dell’identità visiva e dell’immagine coordinata, necessari per un’efficace comunicazione e valorizzazione dei contenuti della Partecipazione, sono stati affidati a Rovai Weber Design, prestigioso studio fiorentino di grafica e comunicazione visiva.
È da sottolineare l’importanza delle immagini fotografiche di Daniele Cortese e soprattutto degli apparati di comunicazione messi in atto da CSArt – Comunicazione per l’Arte, Barbieri & Ridet, Frequenzagrafica, con il preziosissimo supporto di Laura Franciosi e Andrea Mularoni incaricati dal Congresso di Stato. A tutto il gruppo di lavoro, organizzatori, curatori, architetti, impiantisti, allestitori, manager, giornalisti, comunicatori, fotografi, hostess e soprattutto agli artisti, sono state sottoposte due grandi sfide: rispondere al tema generale lanciato dalla Curatrice Alemani – Il latte dei sogni –, ma anche comporre, coltivare e sviluppare un progetto specifico e autonomo, dal titolo Postumano Metamorfico. Si è dunque trattato di un progetto multi voce, dove ognuno ha portato le proprie competenze e la propria professionalità, dalla parte scientifica e storico-artistica fino all’organizzazione, l’allestimento, la comunicazione, la pianificazione degli eventi e la gestione ordinaria di una mostra, con particolare attenzione all’accoglienza dei visitatori e ai materiali informativi. Vanno ringraziati particolarmente gli sponsor, senza la professionalità e sensibilità dei quali difficilmente un evento così composito potrebbe essere realizzato.

Nicoletta Ceccoli e Roberto Paci Dalò, Risvegli. Ph. Daniosx

Con quali criteri sono stati selezionati i membri del Comitato Scientifico: Alessandro Bianchini, Roberto Felicetti, Cristian Contini, Fulvio Granocchia, Pasquale Lettieri, James Putnam, Riccardo Varini, Angela Vettese?
Viviamo in una realtà sempre più complessa e riteniamo che la Partecipazione Nazionale di uno Stato ad una mostra internazionale di prestigio, come La Biennale di Venezia, richieda, piuttosto che un intervento da solista autoreferenziale, un contributo plurale e di voci differenti, nel quale utopia, innovazione, ricerca e mercato possano convivere.
Come detto più sopra, considerata l’articolazione e ricchezza di attività che impone il processo di partecipazione, abbiamo dunque costituito un gruppo di lavoro multi disciplinare internazionale in grado di coinvolgere e accogliere artisti di fama ed esperienza internazionale, seppur ancor giovani. La logica è stata quella di dar voce a differenti visioni, ma con la volontà di costituire un complesso orchestrale, per comporre un’opera plurale, coesa e coerente con il tema proposto.
Il Comitato scientifico è costituito in primis da Alessandro Bianchini, Roberto Felicetti e Vincenzo Rotondo, nucleo fondante della Società sammarinese FR Istituto d’Arte Contemporanea, ideatrice e organizzatrice del progetto, con pluridecennale esperienza nella valorizzazione e promozione dell’arte italiana e internazionale. FR si è valsa della collaborazione della galleria Cris Contini Contemporary di Cristian Contini e Fulvio Granocchia, con sedi a Londra e Porto Montenegro. Quali promotori e gestori della partecipazione sammarinese hanno potuto sovrintendere, insieme a Segretario di Stato e Commissario, a tutte le scelte strategiche, programmando l’evento principale e le attività complementari, selezionando curatori e critici, artisti e opere, avvalendosi delle competenze di esperti e studiosi di fama internazionale.
Pasquale Lettieri, Angela Vettese e James Putnam sono stati le nostre guide critiche.
Lettieri è curatore di numerosi eventi e critico, studioso e biografo, ha ricoperto cariche di docente in numerose Università tra le quali Catanzaro, Roma e Reggio Calabria ed è professore di prima fascia di Stile, storia dell’arte e del costume presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Vettese, storica dell’arte, storica della filosofia, accademica e curatrice italiana, dirige dal 2001 il corso di laurea magistrale di arti visive e moda presso l’Università IUAV di Venezia, ove è professore associato di Teoria e Critica dell’Arte Contemporanea. Putnam è un curatore londinese, scrittore indipendente, per molti anni sperimentatore della giustapposizione tra arte antica e contemporanea al British Museum, della fusione tra musica e arte, attualmente Senior Research Fellow Exhibitions presso l’Università delle Arti di Londra.
Il sottoscritto, Riccardo Varini è cofondatore e oggi Direttore del Corso di laurea triennale in design dell’Università di San Marino, professore, architetto e designer con esperienza pluridecennale nella valorizzazione alla scala urbana, architettonica, del design e dell’allestimento di patrimoni materiali e immateriali di comunità locali e culture contemporanee e del passato, nazionali e internazionali.

Roberto Felicetti, Alessandro Bianchini, Andrea Belluzzi, Laura Franciosi, Vincenzo Rotondo, Riccardo Varini, Cristian Contini, Fulvio Granocchia

In quale equilibrio convivono pubblico e privato in un progetto come questo?
Lo spirito con il quale la Repubblica di San Marino aderisce a questi importanti eventi internazionali è quello di promuovere progetti speciali, di prestigio e caratura elevati.
La collaborazione del settore pubblico, degli staff delle Segreterie e degli Istituti culturali di San Marino con consulenti, curatori, società, studiosi ed esperti di chiara fama e competenza provenienti dal settore privato sono visti come una risorsa imprescindibile per la crescita economica e lo sviluppo sostenibile del Paese, un arricchimento dell’offerta culturale collettiva e come una crescita dell’intero settore che si occupa di valorizzazione e promozione del patrimonio materiale e immateriale storico e contemporaneo. La cultura, e la cultura del contemporaneo, come spesso evidenziato dal Segretario di Stato Andrea Belluzzi, costituisce un forte elemento di attrattività ed un pilastro fondamentale della strategia di sviluppo presente e futuro del sistema-paese.
Da rilevare inoltre l’importanza per la Partecipazione nazionale sammarinese della cornice urbana e architettonica veneziana nella quale si sta svolgendo l’esposizione. Anche questo aspetto vede la collaborazione tra Ente pubblico e soggetto privato. La mostra è ospitata all’interno del Palazzo Donà dalle Rose, un prestigioso edificio rinascimentale privato abitato tutt’oggi dai discendenti di alcuni Dogi della nobile famiglia dei Donà dalle Rose. Il Palazzo è costituito dal tipico impianto architettonico veneziano, con grandi saloni centrali e spazi di rappresentanza e residenza laterali. Un complesso organico e unitario composto da spazi funzionali su quattro piani e giardino monumentale. Si affaccia sull’acqua di un prestigioso canale e la sua facciata principale e monumentale, arricchita da una preziosa serliana, guarda verso la Laguna di Venezia, l’Isola di San Michele e Murano.
L’esposizione sammarinese ha trovato felice collocazione all’interno dell’enorme Salone-Fondaco al piano terra e nei preziosi spazi del limitrofo giardino.
Come ebbi a dire durante l’inaugurazione “la manifestazione veneziana rappresenta anche l’occasione per porre le basi per relazioni culturali durature con Fondazioni italiane e internazionali in contesti e durante eventi di prestigio. Palazzo Donà dalle Rose è esemplificativo di questo concetto. Rappresenta esso stesso differenti dimensioni e anime, materiali e immateriali, che si tramandano dal passato e si fondono nel presente, coniugando la permanenza della città antica con la visione innovativa di quella moderna. Spazi, persone e comunità di artisti, pensatori, critici e operatori del settore pubblico e privato si uniscono in un unico messaggio di valorizzazione dell’arte, che ha il compito di porre domande, in particolare con la proposta Postumano Metamorfico, sul rapporto cui vogliamo tendere tra uomo e natura, e di suggerire soluzioni, criticando il presente ed anticipando il futuro”.

Veduta aerea di Palazzo Donà dalle Rose. Ph. Laura Scatena #1

Quale il valore aggiunto di avere una fashion collaboration?
L’Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia non è mai stata solamente un evento espositivo semestrale. Rappresenta prima di tutto una kermesse che, pur dovendo fare i conti con un periodo di vita prolungato, ha nella settimana delle inaugurazioni uno dei momenti di maggior richiamo mediatico, di incontro per esperti, studiosi, giornalisti, collezionisti, cultori della materia, ma anche di comunicazione e coinvolgimento di un pubblico ampio ed eterogeneo, dal semplice curioso, all’amatore, all’interessato alle novità nel campo dell’arte, al cittadino residente e al turista di passaggio.
La volontà dell’organizzazione è stata quella di mettere in gioco un’altra forma d’arte, quella del fashion design, invitando all’inaugurazione la stilista Elisabetta Franchi organizzando con lei una serata di presentazione di una collezione e coinvolgendo tutti gli artisti protagonisti del Padiglione in un processo partecipativo di contribuzione, sovrapposizione e integrazione del proprio linguaggio a quello della designer della moda. La festa inaugurale ha assunto così un profilo ancor più ricco di voci, immagini, opere, registrando la partecipazione di più di 1.500 persone.
La collaborazione tra Elisabetta Franchi e gli artisti protagonisti del Padiglione si è conclusa con un’asta benefica il cui ricavato è stato devoluto all’Unicef per sostenere i progetti legati all’emergenza umanitaria in Ucraina.
La stilista non è stata l’unica importante ospite-protagonista della giornata inaugurale. Si è deciso di accogliere nella stessa serata anche un evento di grande valore sociale: un estratto del progetto The Milky Way avviato dall’artista russa Olga Kisseleva, le ucraine Taisiya Polishchuk e Catherine Braslawski e la designer Tatiana Drozd. Una proposta femminile in risposta agli scontri tra Russia e Ucraina. Come lo definiscono le autrici «Il video presenta un oggetto innovativo: un velo bello, morbido e chiaro, realizzato a partire dai residui di latte, utilizzando l’antica tecnologia della Galatite. Nelle mani della ballerina armena Victoria Ananyan, il velo protegge, sostiene, abbraccia, nutre, eleva e unisce. Questi sono tutti metodi femminili di risoluzione dei conflitti, in contrasto con gli approcci bellicosi: attaccare, distruggere, umiliare, annientare». Il progetto è sostenuto dalla Fondazione ucraina Alexandr Savchuk di Mariupol e ha visto la partecipazione dei danzatori del Balletto di Monte-Carlo.

Anne-Cécile Surga, Body Memories – Matter Memories. Ph. Daniosx #1

Perché la scelta di ospitare per lo più artisti ‘stranieri’ rispetto alla presenza dei sammarinesi?
Si affianca saldamente al concetto di esposizione corale multivoce e multidisciplinare, precedentemente illustrato, il concetto di accoglienza, che anima la Repubblica di San Marino sin dalla sua fondazione e la caratterizza, nel panorama attuale, come uno Stato capace di aprire i propri confini ad esperienze partecipative e cooperative cosmopolite, ospitando, tra l’altro, un’Università all’avanguardia anche nei progetti di mobilità internazionale. Non è un caso che gli organizzatori del Padiglione – FR Istituto d’Arte Contemporanea in collaborazione con Cris Contini Contemporary – operino a livello internazionale. Anche il comitato scientifico è costituito da figure con esperienza curatoriale, critica e di studio in contesti europei e americani. L’arte, d’altronde, non ha confini. La nostra idea è stata dunque di porre in dialogo artisti sammarinesi, come Nicoletta Ceccoli e Roberto Paci Dalò – romagnolo, ma docente alla nostra Università –, con autori italiani – Elisa Cantarelli, Michelangelo Galliani, Rosa Mundi, Michele Tombolini –, inglesi – Endless – e francesi –Anne-Cécile Surga –, in un’ottica di reciproco scambio. Per alcuni di questi autori, poco più che quarantenni, questa è l’opportunità di una vita, nella quale ci auguriamo di averli accompagnati al meglio delle possibilità.
Riteniamo che questo tipo di approccio alle grandi manifestazioni basato sulla ricerca-azione culturale di confronto e dibattito con altri contesti culturali e linguistici non possa far altro che arricchire la comunità sammarinese scientifica e non.

Rosa Mundi, EUROPOSAURUS, 2022 (composed of 17 suitcases and 15 small armillary spheres) mixed media, marble, glass and recycled plastic from the ocean, cement, leather, natural pigments from plants and the ocean (jellyfish), 600x50x180 cm

Qual è lo stato dell’arte contemporanea della Repubblica di San Marino oggi, quale la sua proposta artistica? Come si colloca all’interno del più vasto scenario internazionale?
Abbiamo recentemente inaugurato la Galleria Nazionale di San Marino – Museo e centro d’arte moderna e contemporanea della Repubblica di San Marino, che si inserisce quale tappa fondamentale in un lungo percorso iniziato nel 1956 con la nascita del primo Premio d’Arte Figurativa del Titano a cui seguirono dal 1959 al 1967 le Biennali Internazionali d’Arte della Repubblica di San Marino, che resero famosa la Repubblica nel panorama artistico internazionale europeo e non solo.
I piani di sviluppo del sapere, promossi dagli Istituti Culturali, dalle Scuole, dall’Università e dalla Segreteria di Stato per la Cultura, prevedono l’istituzione concertata di nuovi percorsi e di residenze artistiche nazionali e internazionali, per la valorizzazione delle molteplici forme d’arte, dalla pittura, alla scultura, al teatro, alla danza, all’opera sinfonica, all’artigianato, al design, ma anche per l’istituzione di altri e nuovi contenitori museali volti all’interazione sinergica con gli istituti di formazione locali e con Enti e Fondazioni internazionali. È di recente sottoscrizione un accordo con il Museo degli Uffizi di Firenze, che vede la possibilità di prestiti e valorizzazione reciproca di opere d’arte.
A partire da quest’anno il Governo ha attuato un Piano triennale di esposizioni in terra sammarinese, che prevede la realizzazione di due importanti eventi culturali ogni anno, con un semestre dedicato all’arte contemporanea e un semestre all’arte classica.
Fondamentali per questa politica culturale sono le relazioni e l’accredito internazionale, che consentono di partecipare alle grandi esposizioni e agli eventi, ma anche di portare in Repubblica i protagonisti del mondo dell’arte e della cultura contemporanea.

Michele Tombolini, Digital Humanity. Ph. Daniosx #1

In che modo gli artisti in mostra a Palazzo Donà delle Rose – Elisa Cantarelli, Nicoletta Ceccoli, Endless, Michelangelo Galliani, Rosa Mundi, Roberto Paci Dalò, Anne-Cécile Surga, Michele Tombolini – sviluppano il tema del postumanesimo e del transumanesimo a partire dal dialogo tra Uomo e Natura?
Per rispondere a questa domanda, mi avvalgo del pensiero condiviso integralmente in fase di progettazione e quindi delle parole del curatore Vincenzo Rotondo, pubblicate nel catalogo: «Alcuni filosofi, come Donna Haraway, Rosi Braidotti o Leonardo Caffo, assumono come dato la dicotomia sempre più evidente tra un’irrefrenabile volontà di potenza antropocentrica, erede del superomismo nietzschiano, traducibile nella figura del Transumano, ed una più mite consapevolezza della finitezza delle cose ascrivibile alla figura del Postumano, portatore di nuovi valori etici, ambientali e sociali, filtro e insieme strumento di lavoro, per riavvicinarci, come organismi tra organismi, alla natura, in un sottile, ma possibile equilibrio partecipato tra tecnica ed etica».
Agli artisti è stato dunque chiesto di immaginare altre possibili forme di coesistenza e trasformazione, nuove e alternative condizioni di esistenza rispetto a quelle a cui oggi siamo abituati.
Siamo particolarmente grati e onorati di poter condividere questo percorso con gli autori e le loro opere: The Endless Transfiguration di Endless, We aRe Plastic WITHout esSENZA di Elisa Cantarelli, Risvegli nato dal dialogo tra Nicoletta Ceccoli e Roberto Paci Dalò, Un Giardino Imperfetto di Michelangelo Galliani, Posology Humanity’s Time di Rosa Mundi, Body Memories – Matter Memories di Anne-Cécile Surga e Digital Humanity di Michele Tombolini.
Ognuno di loro ha proposto una propria interpretazione del tema che, considerata la ricchezza delle opere esposte e la potenza della critica degli studiosi che li stanno promuovendo, invito ad approfondire navigando nel sito https://biennaleveneziasanmarino.com/.

Endless, The Endless Transfiguration, 2022, disegno digitale e dipinto a mano incollato su legno, 1600x400x150 cm, dettaglio #1

Siete stati i primi a ospitare uno street artist – Endless – all’interno delle manifestazioni ufficiali della Biennale di Venezia: qual è il valore della street art in termini culturali e commerciali? I tempi sono davvero maturi per coinvolgerla in una kermesse come quella lagunare?
Siamo orgogliosi di aver dato voce ad un artista impegnato e originale qual è Endless all’interno degli eventi ufficiali della Biennale di Venezia. In primo luogo perché Endless è un artista di grande valore, così come testimoniato dal suo curriculum – Endless è stato il primo street artist ad entrare alle Gallerie degli Uffizi –, ma anche perché quello della Street Art è un linguaggio di grande attualità, capace di leggere e interpretare il presente. Prova ne è che questa forma di espressione si stia gradualmente istituzionalizzando, coinvolgendo realtà museali e città storiche. Rimane oggi, a mio parere, molto forte il valore di arte informale urbana, contestuale o a-contestuale, capace di parlare ad un vasto pubblico. È infatti innegabile che le attività degli Street Artists si siano ormai definitivamente liberate dalle primigenie classificazioni espressive e comunicative in cui erano state inscritte e catalogate: forme spesso illegali di contestazione, provocazione e/o protesta verso lo status quo, le istituzioni o gli artefatti urbani che le rappresentano, affiancate a varie forme di autorappresentazione o autocelebrazione dello stesso autore. Testimone di questa evoluzione è l’interessante guida Street art in Italia. Viaggio fra luoghi e persone curata da Anna Fornaciari e Anastasia Fontanesi che illustra, con la selezione di più di 500 opere, come quest’arte possa appunto arricchire quartieri, siti industriali dismessi, borghi, in una sorta di accordo di compromesso con le istituzioni pubbliche che ne finanziano la realizzazione, comprendendole nei piani di valorizzazione di aree in degrado, di quelli che spesso vengono definiti non-luoghi, integrandole nei piani di rigenerazione di quartiere, comprendendone la potenza espressiva e comunicativa.
Ma tornando a noi, l’installazione di Endless risponde in maniera chiara al tema del Postumano Metamorfico. La sua è indubbiamente un’opera di forte impatto spaziale oltre che visivo, che si insinua all’interno della sala espositiva al piano terra del Palazzo, costruendo relazioni a differenti livelli: esperienze tangibili con l’architettura storico-monumentale del luogo, con i visitatori e con le opere degli altri artisti esposti, insieme ad esperienze intangibili che invitano ad una visione concettuale rinnovata del mondo, della metamorfosi del corpo e della relazione dell’uomo con la tecnologia, con l’altro, con la natura, con la diversità. È un’installazione parlante. Un organismo spaziale, cucito su una staccionata in tavole di legno, che deve essere vissuto a 360°. L’esperienza che l’artista propone porta con sé un messaggio e molti messaggi insieme. Una narrazione dipinta, costituita da sovrapposizioni e giustapposizioni a collage, che deve far riflettere chi guarda l’opera. Rappresenta, secondo il mio parere, una interessante traduzione della complessità che stiamo vivendo, in cui gli strumenti dell’arte povera, dell’arte di strada e della comunicazione critica del presente si fondono e ci pongono domande. In questi elementi colgo un profondo valore culturale.
Per una valutazione della Street Art in termini commerciali bisognerebbe rivolgersi ai galleristi che fanno questo di mestiere, certo è che, visti anche i recenti passaggi in asta, l’interesse relativo a questo linguaggio a livello internazionale è crescente e fortemente ramificato.
Se davvero la Biennale vuole essere una fotografia dello stato dell’arte internazionale, i tempi per portare la Street Art a Venezia sono assolutamente maturi. E poi, come scrive giustamente Pasquale Lettieri a conclusione del suo testo critico, «spesso la verità sta proprio nell’errore che fa esplorare strade e contrade nuove, non segnate nelle mappe e dove mai si sarebbe andati, se non si fosse smarrita la diritta via».

 

Postumano Metamorfico
a cura di Vincenzo Rotondo (FR Istituto d’Arte Contemporanea)

ELISA CANTARELLI, NICOLETTA CECCOLI, ENDLESS, MICHELANGELO GALLIANI, ROSA MUNDI, ROBERTO PACI DALÒ, ANNE-CÈCILE SURGA, MICHELE TOMBOLINI

 23 aprile – 27 novembre 2022

Padiglione della Repubblica di San Marino
59. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia

Palazzo Donà dalle Rose, Fondamenta Nove, Cannaregio 5038, Venezia

Commissario: Riccardo Varini
Comitato Scientifico: Alessandro Bianchini, Roberto Felicetti, Cristian Contini, Fulvio Granocchia, Pasquale Lettieri, James Putnam, Riccardo Varini, Angela Vettese
Organizzazione: FR Istituto d’Arte Contemporanea in collaborazione con Cris Contini Contemporary
Project Manager Sandra Sanson
Progetto grafico: Rovai Weber Design
Allestimento della mostra: Alfa Production, Baglietto Marine Steel, Aldo Cichero Design
Consulenza: Alfredo Varone
Esposizione nomade in laguna: Zepeling, Motonavi Giro Libero
Fashion collaboration: Elisabetta Franchi
Con il supporto di: Segreteria di Stato per l’Istruzione e la Cultura, FR Art Collection, Cris Contini Contemporary, Fondazione Donà dalle Rose, Comac International AM, Elenka, CEFI, Colombini Group, Art Style Magazine, Amoretti, D’Amico D&D Italia
Supporto aggiuntivo: Arpa, Baulificio Italiano Sorelle Roncato, Bike Communication, CIAK Roncato, DE MERBES SPRIMONT, Fondazione Orestiadi, Gentili ITALY Luxury Boxing, Giardini Pensili, J. Mendes, Karl Lagerfeld, Maimeri, Parma Capitale della Cultura, MARBREK CMF, MBH Management, Molotow, Museo Diocesano Francesco Gonzaga, Nobre Marble Quarry, OLG International – Art Division, Fundación Pablo Atchugarry, San Benedetto, Transcultures
Catalogo: Peruzzo Grafiche
Catering e staff: Istituti Scolastici Iervolino
Supporto tecnico: Antonella Modica Architetto
Ufficio stampa e social media: CSArt – Comunicazione per l’Arte, Frequenzagrafica
Orari: dal 23 aprile al 25 settembre ore 11.00-19.00, dal 27 settembre al 27 novembre ore 10.00-18.00, chiuso il lunedì (tranne i lunedì 25 aprile, 30 maggio, 27 giugno, 25 luglio, 15 agosto, 5 settembre, 19 settembre, 31 ottobre, 21 novembre)
FB @biennaleveneziasanmarino
IG @biennalevenezia_sanmarino
Hashtag: #biennaleveneziasanmarino – #postumanometamorfico

PER INFORMAZIONI:
Sandra Sanson
Project manager
M. +39 351 6971580 | project@biennaleveneziasanmarino.com www.biennaleveneziasanmarino.com

FR Istituto D’arte Contemporanea Srl
Roberto Felicetti, General manager
Via 3 Settembre 89, 47891 Dogana, Repubblica di San Marino
T. +378 0549 963439 | M. +39 393 933 5172 | dir.comm@fristitutodarte.com www.fristitutodarte.com
Cris Contini Contemporary
Londra – Porto Montenegro
T. +44 758 810 6138 | info@criscontinicontemporary.com www.criscontinicontemporary.com
Segreteria di Stato per l’Istruzione e la Cultura
Contrada Omerelli 23, 47890 San Marino, Repubblica di San Marino
T. +378 0549 882146 | segreteria.istruzione@gov.sm www.istruzioneecultura.sm

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