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VENEZIA | Marignana Arte | 14 settembre – 9 novembre 2019

Il progetto espositivo, TRAUMA. Incursioni nella pittura contemporanea, a cura di Ilaria Bignotti, propone una indagine inedita, irriverente e provocatoria rispetto alle tendenze principali di organizzazione cronologica e di relazione critica della ricerca pittorica contemporanea, attraverso la proposta di artisti mid-career e di nuova generazione mai prima d’ora riuniti in dialogo espositivo. Accomunati dal tentativo di rinnovare dall’interno, senza negarlo, e rimettere in discussione i fondamenti del genere pittorico tradizionalmente inteso – rapporto tra disegno e colore, progetto e processo, confronto tra superficie e profondità del campo visuale, relazione tra visione e stratificazione dei materiali, dialogo tra bidimensionalità dell’opera e tridimensionalità dello spazio – gli artisti selezionati ne rielaborano i presupposti, le modalità e i metodi, offrendo risultati di freschezza linguistica e pregnanza iconica. Alcuni per la prima volta proposti da Marignana Arte, quali Stijn Ank, Steven Cox, Francesco De Prezzo e Anne-Laure Sacriste, altri già pienamente rappresentati e analizzati in diverse occasioni espositive in Galleria e spazi istituzionali, gli otto artisti dimostrano una libertà espressiva che si manifesta sia attraverso i materiali della tradizione, sia adottando nuovi media, reinterpretando il gesto pittorico e scardinandone i parametri di lettura.

Stijn Ank, 27.2016, 2016, pigmented plaster on canvas, 60x40x3 cm.

Il titolo del progetto, TRAUMA, contiene in questo senso una doppia direzione di senso: da un lato, perentoriamente dichiara una situazione di rottura rispetto alle rotte tracciate dalla storia dell’arte, proponendo artisti inediti e ancora da scoprire, in un percorso che diventa incursione dialettica; d’altro canto, nel suo contenere la radice del verbo tedesco träumen e dell’inglese to dream, evoca una stupefatta visione, chiesta allo spettatore davanti al potere ancor oggi sorprendente dell’opera pittorica: campo di visione aperto sul mondo e ad esso sempre legata, nel suo farsi e disfarsi, tra l’intenzione e la ragione dell’uomo-artista. Maurizio Donzelli apre il percorso anche cronologicamente, con nuovi lavori che nella resinatura della superficie e nella totale deflagrazione dell’immagine astratto-lirica, con impeto interpretano la storia della pittura in direzione di autonoma e altissima poetica, scevra di qualsiasi condizionamento; in direzione antitetica, Roy Thurston, che assieme a Donzelli rappresenta la prima generazione indagata in mostra, noto in quanto artista seguito e presente con un ampio numero di opere nella Collezione Panza, analizza la relazione tra superficie e supporto, reinterpretando la direzione di indagine analitica e concettuale della pittura, in opere di potenza totemica e fortemente iconiche. Rispondono a queste due direzioni, astratto-lirica e analitico-concettuale, rappresentate da due artisti mid-career, gli artisti appartenenti alle nuove generazioni che proseguono nel percorso espositivo: da Giuseppe Adamo, che nella scelta di una pittura pura stratifica visualmente onde di colore, tono su tono, rievocando derive di mare e franamenti terrosi, paesaggi tellurici in divenire; gli risponde Silvia Infranco che nella stratificazione dei materiali, organici e non, recupera il processo alchemico del dipingere, in opere memoriali e segrete. Appartenente a una linea più concettuale, Serena Fineschi prosegue in una attenta indagine che attraverso la reiterazione del gesto pittorico campiona e reinterpreta criticamente le tavole cromatiche della grande storia dell’arte. Tese tra la dimensione pittorica e la relazione architettonica sono le opere di Stijn Ank, tra le nuove proposte della Galleria Marignana Arte in mostra, assieme a quelle di Steven Cox, che nella stratificazione cromatica lavora tra evaporazione e affioramento dell’immagine; Francesco de Prezzo, che lavora nella direzione di una sintesi radicale nella pittura: nell’azione di celare o dissolvere i soggetti dei suoi dipinti, dalle origini figurative giunge ad un inquieto approdo monocromo, e Anne Laure Sacriste, la cui pittura è tesa tra narrazione e emozione, scenario di una indagine accurata e delicatissima, completano il percorso, chiedendo allo spettatore una solerte indagine, capace di rispondere in modo altrettanto traumatico – ovvero, nuovo ed evocativo – alle opere esposte. Completa la mostra un catalogo bilingue, completo di tutte le opere esposte e con testo critico di Ilaria Bignotti.

Silvia Infranco, Porifera – Metaforma III, 2019, pigmenti, ossidi, cera su carta, 140 x 100 cm

In contemporanea inaugurerà anche la project room dedicata ai lavori di Silvia Infranco con una mostra da titolo Silvia Infranco: Tempus defluit, imago latet (perché non voglio dimenticare) a cura di Marina Dacci.
Lo spazio espositivo della project room accoglie ed enfatizza il processo di lavoro dell’artista in tutta la sua complessità e varietà espressiva per condurre il visitatore nel suo mondo fisico e mentale. Su un grande tavolo sono esposte alcune fonti della sua ricerca e lavori preparatori – come un quaderno dei disegni e degli spolveri e varie polaroid – proposti con pari dignità delle opere finite. Alle pareti nuovi lavori su carta della serie Metaforme e alcune pitto/sculture di piccole dimensioni della serie Kenotipie/solidi e Asportazioni; due lavori tridimensionali della serie Melìa e Idroforìa sono depositati, come reperti, in una teca. Si può definire il lavoro di Silvia Infranco un memoir, il ricordo di esperienze personali che prendono avvio dalle sue letture (soprattutto di testi classici di botanica e filosofia) e dalle sue lunghe passeggiate nella natura. La sua ricerca si sostanzia nel tentativo di fermare il tempo in immagini prima che intervenga l’oblio ad offuscarle, ma al contempo esprime la necessità di un distacco perché il ricordo possa germogliare e continuare a crescere. Il processo di realizzazione delle opere avanza per sedimentazioni progressive. Il ritmo temporale è dilatato: l’artista rispetta le regole della materia da cui origina e il bisogno di metabolizzare la sua esperienza. È un abitare il tempo in modo diverso, con delicatezza e con rispetto. L’opera porta in sé l’esperienza di un mondo fisico senza parole e, al contempo, la possibilità, per il corpo dell’artista al lavoro, di divenire esso stesso strumento depositario della memoria. Silvia Infranco cerca l’istante perfetto per dare avvio alla sua opera che parte da uno sguardo su vividi dettagli, catturati con la fotografia e col disegno. I disegni stilizzati accolgono frammenti di visione e spesso vengono sovrapposti dando vita a nuove forme. Lo spolvero segue il disegno e diviene matrice per l’inizio del trattamento del supporto con pigmenti e ossidi naturali che sono stesi in uno o più passaggi e che l’artista sigilla successivamente con la cera. Nelle sue sculture oggetti o elementi naturali, nucleo dell’opera, sono sottoposti al medesimo procedimento di stratificazione della materia impiegata (cera, bitume, pigmento) e, talvolta, alla sua parziale asportazione e incisione, in una eterna danza di addizione e sottrazione. L’inventario di forme primigenie viene rilasciato in immagini formalmente “liquide”, quasi indistinte: vere e proprie tracce di un lungo percorso di elaborazione al contempo fisico e mentale. Non a caso l’artista parla del suo lavoro come narrazione metamorfica che contiene una ritualità evolutiva e una testimonianza di entropia del ciclo della vita.

Sempre nella giornata di sabato 14 settembre alle ore 17.00 il talk Around Reagents, dedicato a Reagents, la collettiva supportata da Marignana Arte, con opere di Arthur Duff, Serena Fineschi, Silvia Infranco, Túlio Pinto, Fabrizio Prevedello, Quayola, Verónica Vázquez e Marco Maria Zanin. Appuntamento  alla Farmacia dell’Ospedaletto Con/temporaneo con il curatore Daniele Capra e gli artisti Arthur Duff, Serena Fineschi e Silvia Infranco

 

TRAUMA. Incursioni nella pittura contemporanea.
Giuseppe Adamo, Stijn Ank, Steven Cox, Francesco De Prezzo, Maurizio Donzelli, Serena Fineschi, Silvia Infranco, Anne Laure Sacriste, Roy Thurston

a cura di Ilaria Bignotti
Assistente alla curatela Alice Menegaldo

Silvia Infranco: Tempus defluit, imago latet (perché non voglio dimenticare)
a cura di Marina Dacci

14 settembre – 9 novembre 2019
Inaugurazione 14 settembre, ore 18.00

Marignana Arte
141 Rio Terà dei Catecumeni 30123, Dorsoduro – Venezia

Info: +39 041 5227360
info@marignanaarte.it
www.marignanaarte.it

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