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PALERMO | Casa di Reclusione Calogero di Bona – Ucciardone di Palermo | #Report

di IRENE BIOLCHINI

Il progetto L’arte della libertà, curato da Elisa Fulco (Associazione Acrobazie) e da Antonio Leone (ruber.contemporanea), ha il pregio di sfidare cliché e stereotipi, di ridiscutere l’idea stessa di libertà e produzione. Per oltre un anno, infatti, i detenuti della Casa di Reclusione Calogero di Bona – Ucciardone di Palermo hanno lavorato a stretto contatto con operatori socio sanitari, operatori museali, e (per la prima volta in Italia) con la polizia penitenziaria. A coordinare il gruppo sono state chiamate due figure chiave per il processo: l’artista Loredana Longo (che ha guidato il workshop) e Sergio Paderi per la supervisione scientifica dello psichiatra.

L’arte della libertà, Volare non è una scelta. Laboratorio Loredana Longo

Il programma, esteso e complesso, non si limita ad un’attività ricreativa per il gruppo, ma ad un vero e proprio percorso di conoscenza e comprensione dei dispositivi del contemporaneo.
Per questa ragione all’interno della struttura è stato creato uno spazio laboratoriale, un luogo nel quale anche la quotidianità degli spazi e degli arredi possa essere sovvertita, un terreno nel quale fosse possibile sperimentare, esponendosi a nuovi contesti e a nuovi mezzi. Per questa ragione, oltre al workshop tenuto da Loredana Longo (che porterà alla creazione delle opere che verranno poi presentate a febbraio), sono stati invitati all’interno della struttura diversi artisti della scena contemporanea: Letizia Battaglia, Stefania Galegati, Marco Mirabile, Ignazio Mortellaro, Giulia Ingarao e Marco Stabile. Ognuna di queste voci ha restituito la propria pratica, il suo modo di avvicinarsi alla scena contemporanea, il processo che si annida all’interno della costruzione dell’opera. In questo modo i partecipanti del gruppo potevano conoscere e confrontarsi con un coro molteplice di voci, una molteplicità che si rifletteva anche nell’eterogeneità dei partecipanti.
Le opere finali, risultato del lavoro continuativo di questo anno, saranno presentate con una firma corale, che non solo traduce la collegialità della progettazione, ma svela anche il meccanismo di attenta e consapevole costruzione formale intrapreso dal gruppo. Una ricerca che è passata attraverso anche la discussione e conoscenza delle sedi espositive, luoghi carichi di significati all’interno di Palermo: Palazzo Branciforte (e più in particolare nella sala del Monte di Pietà) e la Galleria d’Arte Moderna.

L’Arte della libertà, L’arte non fa prigionieri. Laboratorio Loredana Longo

 

Parlando di questa esperienza, ed inserendola all’interno della propria ricerca, è Loredana Longo ad affermare “il mio lavoro è un processo: io so esattamente come iniziare e quale sarà il risultato finale, ma raramente posso controllare il processo – che comunque cerco di ‘addomesticare’. Questo lavoro collegiale aveva queste caratteristiche: il processo non dipendeva solo da me, ma da tutte le persone coinvolte. E questa è anche la ragione per cui tutti firmeremo il lavoro”. Lavori complessi, per estensione, messaggio e  tecnica, come nel caso della grande rete di dodici metri per quattro che riporta le frasi create dai partecipanti e che verrà sospesa al soffitto, leggera: non una barriera, non una griglia, ma una struttura impalpabile che riporta una nuova idea di libertà, espressa nelle frasi create dal gruppo, come ad esempio: “Volare per una farfalla non è una scelta”. Breve ed incisiva, scardina l’idea della libertà, della leggerezza, del volo e ci pone davanti ad una serie di interrogativi: per questa ragione Loredana Longo ha deciso di tradurla in una grande scultura che rimarrà all’interno della struttura al termine dell’esposizione.

L’Arte della libertà. Laboratorio Loredana Longo

Il secondo progetto che verrà presentato in mostra ridiscute l’idea di confine e di movimento, come racconta l’artista: “abbiamo ricreato in scala la pianta delle celle in cui vivono i detenuti. Questa pianta in miniatura viene messa a terra, al di sopra abbiamo chiesto ai detenuti di ripercorrere il loro camminamento quotidiano con degli stivali che lasciano una traccia nera del loro passaggio. Mentre i detenuti camminano degli operatori riprendono dall’alto il loro percorso. Il video di questa azione viene proiettato al di sopra della tela-mappa, in un corto-circuito in cui movimento e traccia si sovrappongono”.  Il risultato finale, segnato dai bianchi e dei neri del video e delle orme, si sposa idealmente alle scritte nere su bianco della grande rete che scende dal soffitto. Una mostra coerente, con una sua ricerca formale complessa che è stata discussa e partecipata in tutte le sue fasi.

L’Arte della libertà. Laboratorio Loredana Longo

L’ARTE DELLA LIBERTÀ è un progetto curato da Elisa Fulco (Associazione Acrobazie) e da Antonio Leone (ruber.contemporanea), ed è sostenuto da Fondazione con il SUD e Fondazione Sicilia, con la partnership della Casa di Reclusione Calogero di Bona – Ucciardone, della Galleria d’Arte Moderna di Palermo e dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Palermo.


L’ARTE DELLA LIBERTÀ
#Loredana Longo

Casa di Reclusione Calogero di Bona – Ucciardone Palermo

febbraio 2019 – febbraio 2020

info@acrobazie.org
www.acrobazie.org

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