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SALÒ (BS) | MUSA-Museo di Salò | Fino al 16 novembre 2017

di MARIACRISTINA MACCARINELLI

Entrate, ma non cercate un percorso. L’unica via possibile è lo smarrimento. Attraversate il buio della vostra mente. Forse ne uscirete turbati, ma la follia fa già parte di voi.”

Nello storico edificio salodiano di Santa Giustina va in scena la follia. La mostra, ospitata al MUSA-Museo di Salò, altro non è che il complesso e articolato progetto itinerante Museo della Follia. Da Goya a Bacon curato da Vittorio Sgarbi e inaugurato alla Biennale del 2011. Ospitato poi dai Sassi di Matera, ha toccato Mantova e Catania prima di giungere sulle sponde bresciane del lago di Garda per offrire allo spettatore la possibilità di percorrere un viaggio estraniante e irrazionale attraverso le pieghe oscure della mente umana.

Silvestro Lega, L'adolescente

Silvestro Lega, L’adolescente

Sin dall’inizio del percorso si percepisce, grazie alla scelta di allestire di nero gli spazi, che, oltre ad ammirare le opere, l’invito è quello di predisporci all’ascolto per andare alla scoperta delle vite raccontate dagli artisti, delle vite stesse degli artisti e magari capire anche qualcosa in più di noi stessi.
Si parte con Cleopatra di Tranquillo Cremona (1837-1878), qui la pittura è tesa a svelare tutto il turbamento interiore della giovane donna attraverso lo sguardo della stessa, poco più in là ecco L’adolescente di Silvestro Lega (1826-1895) che al contrario ritrae la fanciulla e ne esalta l’assenza e la distanza dal mondo. Nella stessa sala Francisco Goya (1746-1828) descrive un momento di vita: la malata e le monache che l’assistono. Tra quadri della stessa epoca colpisce la presenza dei due Head di Francis Bacon (1909-1992) che rompono ogni logica e ogni rimando, perfettamente in sintonia con il monito di “entrate, ma non cercate un percorso, l’unica via è lo smarrimento.
Avanzando nella sala dedicata ad Antonio Ligabue (1899-1965), ci accolgono i colori vivaci e la folta vegetazione delle foreste nelle quali abitano animali feroci, per passare poi alla sala dedicata agli ospedali psichiatrici dove troviamo l’interessante lavoro fotografico Gli assenti di Fabrizio Sclocchini (1969) che in maniera pulita e cruda racconta i luoghi dell’ex ospedale psichiatrico di Teramo in cui gli assenti hanno vissuto le loro vite assenti. Racconta lo scorrere del tempo attraverso i segni del degrado delle architetture e degli arredi, trasferendo all’osservatore l’angoscia della solitudine, della distanza e dell’abbandono che ha contrassegnato quelle vite. Ci sono le pagine con le annotazioni del personale dell’ospedale e il film documentario Dove vive l’uomo?. In alto la scritta: “In noi la follia esiste presente come la ragione” di Franco Basaglia. Giordano Morganti (1956) in Psichiatric Hospital Frankestein ci mostra tutta la potenza della follia, della deformazione del pensiero e della ragione che si manifesta attraverso la trasfigurazione dei visi e dei corpi protagonisti dei suoi ritratti. Di fronte a tanta disperazione che non trova pace, ci si sente disarmati, fragili e portati a riflettere sulla profondità della condizione umana.

Cesare Inzerillo, Primario dell'ospedale psichiatrico

Cesare Inzerillo, Primario dell’ospedale psichiatrico

Cesare Inzerillo, come spiega Vittorio Sgarbi, “dà la traccia, evoca inevitabilmente Sigmun Freud e Michel Foucault, e apre la strada a un inedito riconoscimento, a una poesia della follia che muove i giovani in questa impresa. Sara Pallavicini, Giovanni Lettini e Stefano Morelli. Determinati, liberi, folli. Ed ecco il loro museo. Nella storia dell’arte, anche prima dei casi clamorosi di Van Gogh e di Ligabue, molti sono gli artisti la cui mente è attraversata dal turbamento, che si esprimono in una lingua visionaria e allucinata.”
Proseguendo la visita si giunge ad una sezione curata dal direttore del museo Giordano Bruno Guerri dedicata a I Pazzi Politici, nella quale, attraverso una video installazione, spiega il rapporto tra manicomi e politica durante il periodo fascista. Accanto un dipinto di Adolf Hitler (1889-1945) e Profilo continuo del Duce, una testa scultorea di Renato Bertelli (1900-1974).

Francis Bacon, Head

Francis Bacon, Head

Più avanti traviamo gli inquietanti ritratti di Pietro Ghizzardi (1906-1986) che, nonostante la sua labile psiche, riesce lucidamente a mostrare le miserie e le vite solitarie e degradate di uomini e donne con notevole umanità. Quattro disegni di Bacon ritraggono il volto di Van Gogh e ne descrivono il distacco dal mondo. Al centro della sala il Parsifal (il puro folle) una importante scultura di Adolfo Wildt (1868-1931). Sul viso di Parsifal leggiamo un’espressione di dolore, mentre è impegnato a lottare contro il male, rappresentato dal serpente schiacciato dal Sacro Graal ai piedi della figura.
Di notevole impatto è la sala con al centro la scultura di Bill Evans al pianoforte e, sempre di Cesare Inzerillo, l’enorme Griglia di oltre 5 metri, composta dai ritratti ritrovati nelle cartelle di alcuni ex-manicomi illuminati da un reticolato di neon che funge la cornice ai singoli volti. All’interno della griglia si celano quattro olii di Marilena Manzella Posate, Tazza, Ecce Homo e Messale che rimandano a oggetti usati e custoditi preziosamente dagli ospiti dell’istituto.
Una mostra dunque che disorienta e, proprio perché priva di ogni logica comune, vive esclusivamente attraverso le opere esposte, un viaggio a tratti allucinato a tratti lucidissimo sulla follia nell’arte e nella vita.
Sul lungolago di Salò, infine, è possibile visitare il container nero L’Intonapensieri che ospita, al suo interno, nove installazioni interattive sul tema della follia, dalle testimonianze poetiche tra le quali: Alda Merini, Franco Basaglia, Antonio Ligabue, alle voci stesse di chi ha vissuto nei manicomi.

Museo della Follia. Da Goya a Bacon
a cura di Vittorio Sgarbi
realizzata da Cesare Inzerillo, Sara Pallavicini, Giovanni Lettini, e Stefano Morelli
promossa da Associazione Culturale Radicinnoviamoci, Gianni Filippini (Fenice Company Ideas),  Ticket24

con il patrocinio di Senato della Repubblica Italiana, Presidenza del Consiglio dei Ministri, MiBACT, Regione Lombardia, Città di Salò, MuVE, Centro Studi & Archivio Antonio Ligabue, Garda Musei, Fondazione Il Vittoriale degli Italiani, MUSA-Museo di Salò
in collaborazione con Musée d’Orsay e Musée de l’Orangerie.

11 marzo – 16 novembre 2017

MUSA-Museo di Salò
Via Brunati 9, Salò (BS)

Orari: luglio, agosto, settembre da martedì a domenica 10.00-20.00; ottobre-novembre da martedì a domenica 10.00-19.00; la biglietteria chiude un’ora prima (ultimo ingresso)
Ingresso intero €14.00; ridotto visitatori dai 7 ai 18 anni, studenti universitari, over 65 anni, cittadini salodiani residenti €11.00; omaggio minori fino ai 6 anni non compiuti, disabili; ingresso open €16.00 biglietto a data aperta, valido dal giorno dopo l’acquisto, consente l’accesso diretto alla cassa prenotati. Disponibilità limitate; gruppi €11.00 gruppi da 15 a 35 persone, gratuità 1 accompagnatore per ogni gruppo; scuole €7.00 gruppi di studenti di ogni ordine e grado, gratuità 2 accompagnatori per classe

Info e prenotazioni: +39 030 5785122
www.ticket24ore.it
www.museodisalo.it
www.museodellafollia.it

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