MILANO | Galleria Cortina Arte | 3 giugno – 18 luglio 2014
di CRISTINA CASERO
Ormai da anni la Galleria Cortina Arte sta seguendo con attenzione il lavoro di Dadamaino (1930-2004), contribuendo in modo sostanziale allo studio e alla valorizzazione dell’opera di una delle più interessanti artiste italiane. Dadamaino ha esordito alla fine degli Anni Cinquanta avvicinandosi subito ai protagonisti della scena milanese – Lucio Fontana, Piero Manzoni, Enrico Castellani e Agostino Bonalumi, tanto per fare qualche nome – condividendo la loro innovativa concezione dell’arte, e della superficie pittorica in particolare, ma manifestando sin da allora una propria personalità, che si è presto tradotta in un fare personale, seppur sempre in linea con le più interessanti riflessioni del tempo.
Il percorso espositivo che Cortina Arte ha proposto, svolto per “tappe” cronologiche, in modo coerente e lineare, si è inaugurato nel 2008 con una ricca antologica dedicata alla intera ricerca di Dadamaino e si chiude oggi – a dieci anni dalla morte dell’artista – con una bella mostra, allestita con una trentina di opere tutte realizzate negli Anni Ottanta e Novanta. Come già era accaduto in occasione delle precedenti rassegne, dedicate alla produzione degli anni Cinquanta e Sessanta (2010) e degli anni Settanta (2012), accompagna la mostra un ricco catalogo, ampiamente illustrato, che oltre al testo critico di Elena Pontiggia raccoglie numerosi contributi, alcune interessanti interviste e si chiude con una sezione dedicata alla biografia e all’attività espositiva dell’artista.
Una scelta, quella di affrontare sistematicamente la produzione di Dadamaino, procedendo in ordine cronologico, che risulta particolarmente azzeccata anche grazie ai caratteri specifici della ricerca dell’artista. Uno dei suoi meriti, infatti, al di là della buona qualità delle opere e della lucida intenzionalità sempre sottesa al suo fare, è quello di aver saputo, e fermamente voluto, sperimentare nel corso degli anni nuove strade, inedite soluzioni linguistiche, senza mai cullarsi nelle placide acque della maniera. A differenza di molti artisti, che raggiunta la maturità espressiva non conoscono più momenti significativi dal punto di vista della ricerca, ogni volta che Dadamaino ha iniziato un nuovo ciclo di lavori ha raggiunto esiti interessanti, sia sul piano del significato concettuale sia su quello linguistico.
Questa mostra si concentra quindi sulla fase in cui trionfa la poetica del segno, minuto e incredibilmente preciso, definito, che sembra riprodursi automaticamente sul supporto. Tale importante momento della ricerca dell’artista è approfondito attraverso alcuni lavori della serie Alfabeto della mente, cui Dadamaino si è dedicata sin dalla seconda metà degli Anni Settanta, e molti pezzi dei cicli Costellazioni e Il movimento delle cose. In queste ultime opere, Dadamaino sembra intendere meno l’uso del segno come significante di una sorta di scrittura automatica per concepirlo piuttosto, meno rigido e ripetitivo, come elemento che da un lato non definisce semplicemente ma crea tout court lo spazio pittorico, dall’altro, a tratti densamente distribuito in altri punti più rarefatto, restituisce perfettamente con la continuità ritmica l’essenza stessa del “movimento delle cose”.
Dadamaino, gli anni ’80 e ’90. L’infinito silenzio del segno
a cura di Stefano Cortina e Susanne Capolongo
3 giugno – 18 luglio 2014
Galleria Cortina Arte
via Mac Mahon 14/7, Milano
Orari: da martedì a venerdì 10.00-12.30 e 16.30-19.30; lunedì 16.30-19.30
Info: +39 02 33607236
artecortina@artecortina.it
www.artecortina.it