Non sei registrato? Registrati.
BOLOGNA | Santuario della Beata Vergine di San Luca | 12 ottobre 2014

Intervista a NICOLA EVANGELISTI di Luisa Castellini

Il sacro, atto terzo. A meno di un anno dalla sua prima installazione multimediale al Chiostro di San Domenico a Bologna, durante la Art City White Night di Arte Fiera, e a poche settimane da Speculum Solis alla Chiesa di San Procolo, sempre nel capoluogo emiliano; Nicola Evangelisti torna a misurarsi con “un tema fondante della cultura umana” svelando tutte le potenzialità della sua luce.

Nicola Evangelisti. Genus Lucis

Da quale necessità prende forma questo tuo nuovo progetto, il terzo, sul sacro?
Dopo Lux Inaccessibilis al Chiostro di San Domenico e Speculum Solis sulla facciata della chiesa di San Procolo (Water Design 2014), Genus Lucis è il mio terzo intervento artistico multimediale: questi tre progetti hanno come elemento conduttore il tema del passaggio inteso come varco attraverso cui la “Lux Inaccessibilis”, in cui vive Dio, può essere da noi percepita. Ho cercato di dare un’interpretazione personale, tramite la mia poetica visiva, di quanto affermò Sant’Ambrogio, Vescovo di Milano nel IV secolo, ovvero che Dio vive in una luce inaccessibile, ma che, attraverso la sua parola – cioè il Logos – fu creata ogni luce fisicamente percettibile. La “luce-creta”, prosegue Sant’Ambrogio, è simbolo della luce divina anche in quanto Gesù Cristo, Figlio di Dio, fu egli stesso l’unica vera luce che illumina tutti gli uomini che vengono in questo mondo (Gv 1,9: Ambrogio, Esamerone, omelia II, 9).

Nicola Evangelisti. Genus Lucis
Credi che attraverso la luce, mezzo e fine attraverso il quale si articola la tua ricerca, sia possibile superare il divieto veterotestamentario alla rappresentazione e una certa impasse del contemporaneo di fronte al problema del sacro?
Personalmente ho sempre cercato di dare una “rappresentazione” visiva a concetti e principi slegati dalla mimesis. Con molta coerenza, ho continuato nella ricerca della visualizzazione del non tangibile e di ciò che va oltre i nostri sensi limitati. Il tema sacro, pertanto, s’inserisce perfettamente nella direttiva d’indagine su ciò che va oltre la mera percezione retinica.

 Nicola Evangelisti, Speculum Solis, Chiesa di San Procolo, Bologna, settembre 2014
In questi anni il tuo segno si è concretato in una forma consonante a quella del fulmine che però in questi tuoi progetti intorno al sacro – sviluppati in stretto dialogo con gli spazi, antichi, nei quali hanno preso corpo – ha lasciato spazio ad altre forme simboliche spesso riconducibili al cristianesimo. Credi quindi che per operare in uno spazio vivo, liturgico, sia necessario impiegarne (e quindi rileggerli, riportarli a discussione e vita) simboli e lessico?
L’unico simbolo palesemente cristiano che ho usato è stato quello della croce e del monogramma di Cristo. La croce è stata intesa come emanazione di luce del Crocefisso di Giunta da Pisano in grado di attraversare le mura dell’abside e apparire nel chiostro di San Domenico. Filosoficamente il passaggio, o “Pasqua della luce”, necessita di un medium che è quello del Logos, la crocifissione. In Speculum Solis, ho, invece, rappresentato un sole specchiato nell’acqua. Il sole è un simbolo cristiano, ma ha un retaggio molto precedente, presente in antichissime civiltà. Operare nell’ambito di uno spazio liturgico, implica un grande rispetto per i fedeli e il luogo, ma questo non deve precludere la libertà di espressione artistica. Occorre ragionare seriamente sui temi evitando il facile gioco della provocazione tout court che pare l’unica strada del contemporaneo per affrontare la questione. Quando ci si vuole approcciare a certe tematiche, sembra che obbligatoriamente ci sia la necessità di schierarsi con o contro una predeterminata ideologia. Personalmente sono interessato a questi temi, come ad altri, da un punto di vista intellettuale, senza prendere una posizione ideologica personale.

Nicola Evangelisti. Genus Lucis
Che cosa rende un’opera sacra?

Io opero nell’ambito dell’arte contemporanea e il sacro è un tema fondante della cultura umana. Le mie opere non sono sacre, sono eventi temporanei a carattere artistico, su cui nessun fedele si ferma in preghiera. L’opera d’arte diviene sacra quando la comunità religiosa la impiega per la liturgia, cosa che non accade nei progetti multimediali che sono aperti a un pubblico generico. Se la chiesa cattolica, o altre istituzioni, intenderanno commissionarmi un’opera permanente per un luogo di culto, ovviamente mi porrò problemi e quesiti diversi rispetto a quelli affrontati finora. Per Genus Lucis, accosterò dei suoni ipercontemporanei, del musicista mio omonimo, alla musica sacra del coro di Santa Maria dei Servi. Artisticamente è molto interessante ma non sarebbe consono a un momento di preghiera dei fedeli del Santuario. Mi viene concesso perché si tratta del completamento di una festa di differente natura. È molto importante che la chiesa inizi ad avere delle aperture prendendosi dei rischi con operazioni dal risultato difficilmente prevedibile anche da parte di chi le orchestra.

 

Nicola Evangelisti. Genus Lucis

12 ottobre 2014, ore 19.00

Progetto multimediale di Nicola Evangelisti
In collaborazione con Fabio Bozzetto
A cura di Face Creative Link

Santuario della Beata Vergine di San Luca
Via di San Luca 36, Bologna

Info: www.nicolaevangelisti.it

Condividi su...
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •