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VENEZIA | Serra dei Giardini | 7 maggio – 2 agosto 2015
#biennalearte2015 #newsbiennale

di MILENA BECCI

Sul ponte sventola bandiera bianca, recita il testo della canzone di Franco Battiato scritto in quest’epoca di pazzi con un evidente riferimento alla poesia di Arnaldo Fusinato sul Risorgimento e sull’insurrezione di Venezia del 1848, “Ode a Venezia”, che annuncia non gesta eroiche ma una resa incondizionata alle brutture del tempo. La Resa, appunto, opera del 2002 di Fabio Mauri, è l’installazione sita all’esterno della Serra dei Giardini dalla quale parte tutto il percorso espositivo della mostra FLAGS a Venezia, pensato attraverso video, installazioni e performance.

Elisa Strinna, Conversazione sull'origine del tempo, 2013-2014 installazione sonora. Pietra sedimentaria di Trani (Puglia), metallo, materiali vari rani (Puglia), dimensioni variabili, (167 x 70 x 45 cm, casse e amplificatore, Courtesy l’artista e Galleria Massimodeluca ph credit Yuma Martellanz

Una bandiera bianca su una struttura di tubi innocenti, mossa dalla brezza marina, si erge sul tappeto d’erba antistante la Serra e dà avvio ad un viaggio tra esterni ed interni del luogo in cui si susseguono diverse bandiere simboliche, esempi della ricerca contemporanea di sette artisti quali Ivan Barlafante, David Rickard, Rä di Martino, Alessandro Sambini, Elisa Strinna, Fabrizio Cotognini e Ruben Montini, che si confrontano e si accostano al concetto della resa di Fabio Mauri, attraverso le più svariate forme, producendo versioni alternative a quelle imposte dalla società, dalla storia e dalla politica, solo per citarne alcune. Il punto quindi è andare oltre ad una posizione rassicurante, arrendersi e mollare canoni e sicurezze costruite, ma non per questo stabili, per stupire lo spettatore che entra in mostra.

Ivan Barlafante, Il Bosco, 2015, legno e acciaio, dimensioni variabili, Courtesy l'artista e Galleria Michela Rizzo, Venezia. ph credit Yuma Martellanz

Affascinante e perfettamente inserita nel luogo, l’installazione di Ivan Barlafante, Il Bosco, è costituita da una serie di tronchi di misure diverse ricoperti alla sommità da acciaio a specchio che riflette, così come le vetrate della Serra, la natura che viene ricreata attraverso l’opera e avvicina il cielo alla terra, l’ultraterreno al terreno. All’interno, dopo i tronchi, un masso: Parola, altro lavoro di Barlafante; è una grande pietra dentro la quale si trova un sistema che legge la temperatura e la traduce in onda sonica, non percepibile all’orecchio e visibile tramite il movimento dei woofer. Vicino a Parola, David Rickard porta all’interno della splendida e trasparente architettura veneziana un po’ di aria inglese: British Airspace è costituita da due bombole che rilasciano gradualmente aria inglese, nel tentativo di ricostruire un nuovo spazio aereo britannico all’interno della Serra, considerando la fisicità dell’elemento e sfuggendo a concetti di confine prestabiliti.

Questi solo alcuni degli esempi di un metodo e di un pensiero che mira ad andare oltre, a mettere il piede su territori sconosciuti, affrontando artisticamente, e quindi anche concretamente, una scelta d’azione che non ha intenti di controllo, bensì di superamento di costruzioni ideologiche già architettate.

FLAGS
IVAN BARLAFANTE, FABRIZIO COTOGNINI, RÄ DI MARTINO, RUBEN MONTINI, DAVID RICKARD, ALESSANDRO SAMBINI, ELISA STRINNA e La Resa di FABIO MAURI
a cura di Elena Forin – LaRete Art Projects
Mostra promossa da Studio Fabio Mauri, Associazione per l’Arte L’Esperimento del Mondo Ospitata da Microclima, il programma culturale della Serra

7 maggio – 2 agosto 2015

Serra dei Giardini, Venezia

Orari: tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.00

Info: www.larete-artprojects.net


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