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MILANO | Gió Marconi | 3 febbraio – 5 marzo 2022

di PIETRO BAZZOLI

Si rincorrono le connessioni, i rimandi di una celebrazione che fa del segno un vero e proprio dogma.
La galleria milanese Gió Marconi celebra Emilio Tadini (1927-2002), uno dei suoi artisti più rinomati, attraverso opere che proiettano verso un vero e proprio tuffo nel passato, decentralizzando il concetto stesso di contemporaneità.
Non è un caso che questa mostra giunga in concomitanza del ventennale della scomparsa dell’artista: è dichiarata la volontà di rendere omaggio a un gigante della figurazione italiana, così come dichiarata è la precisa scelta delle opere. Scelta oculata, interessante, che restituisce una visione differente dell’artista (già presentato altrove con lavori più recenti che ne testimoniano l’evoluzione stilistica).

Emilio Tadini, Viaggio in Italia, 1971, acrilico su tela, 145.5x114x2.5 cm Courtesy Gió Marconi, Milano

Perché Tadini non è soltanto vicinanza alla stagione Pop dell’arte del Bel Paese, ma anche, e soprattutto, è riflesso di una ricerca che fa dell’irrazionale e della matrice inconscia dell’essere umano la propria ragione d’essere. Allora ecco che nell’accuratezza delle immagini, affilati sono i rimandi, gli spunti e le figure che si rincorrono sulle tele. Opere le cui dimensioni, certo, catapultano lo spettatore all’interno di una narrazione eclettica eppure con sfaccettature che sfiorano l’ermetismo, in perpetue alternanza di immagini, simboli, significanti tali per cui il senso di attrazione è pari a quello di straniamento, dove il colore finisce imbrogliato alla linea.
Una narrazione (o più narrazioni, a dire il vero) che ha il sapore di un viaggio: Viaggio in Italia è, infatti, il titolo che allude al peregrinare, così come alla grandezza del secolo d’oro in cui parte fondamentale della formazione degli uomini di cultura europei era proprio il Gran Tour. Era l’immersione completa nella bellezza italiana: non soltanto come mera accozzaglia di passati iridescenti, abbaglianti e colpevoli di legare troppo strettamente la contemporanea esistenza al ricordo, bensì la ricerca di una consapevolezza della propria realtà nel mondo come individui, attingendo a piene mani a fondi d’ispirazione inesauribili.

Emilio Tadini. Viaggio in Italia, installation view, Gió Marconi, Milano Courtesy Gió Marconi, Milano Photo Fabio Mantegna

Sono notevoli le citazioni che si possono rintracciare nelle opere esposte negli spazi milanesi della galleria: Goethe, Brecht, Calder, affiancati a oggetti quali cappelli, marmi, rocce, vestiti, un rossetto rosso. Simboli casuali che accendono rimandi e allusioni di una umanità sfiorata, seppure sempre presente.
Ecco, allora, che le figure che Tadini sviluppa a cavallo degli Anni ’70, protagoniste della rassegna, sono tutte rappresentante senza capo, mancanti di volti e connotazioni specifiche: un enorme racconto a puntate (già tipico dell’epoca dei viaggi in Italia) in cui spazio e tempo perdono qualsiasi significato, e dove l’artista tratteggia l’inconoscibile. Si ha l’impressione di confrontarsi con una sequela di visioni surreali e immaginifiche, costellata di simulacri necessari nel loro essere posti nel mezzo della scena; sebbene anche qui vi sia un cortocircuito cognitivo, dal momento che è difficile rintracciare una vera centralità nelle opere, tanto sono dense di elementi che catturano l’attenzione nella loro vorticosità espressiva. Tadini rende, però, concreta questa sequela di stimoli, la rende contemporanea attraverso oggetti appartenenti al quotidiano, al presente e al vissuto, forse aumentando ulteriormente un’adesione conoscitiva che non può essere negata.

Emilio Tadini. Viaggio in Italia, installation view, Gió Marconi, Milano Courtesy Gió Marconi, Milano Photo Fabio Mantegna

Vi è il rimando alla matrice più psicologica dell’essere: nelle figure celate si condensano le peculiarità proprie di un sogno, tanto caro alla scuola psicoanalitica di freudiana memoria, attingendo al mistero per sfociare nel dubbio. Da notare che il “dubbio” non è qui da interpretare come elemento in grado di scardinare la coscienza o le più solide correlazioni del reale, bensì come elemento metafisico, iconico e riconducibile a ciò che permette la progressione verso il noto per mezzo della messa in discussione del reale stesso.
Si tratta di una ricerca nella realtà, dai tratti metafisici forse, che pure permette di trovare gli spunti necessari alla prosecuzione del proprio percorso, sia esso un “Viaggio in Italia” che una ricerca intima, personale, immobile nell’animo.

Emilio Tadini. Viaggio in Italia

3 febbraio – 5 marzo 2022

Gió Marconi
Via Tadino 20, 20133 Milano

Orari: da martedì a sabato 11.00-19.00

Info: +39 02 29404373
info@giomarconi.com
www.giomarconi.com

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