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GENOVA |  Prisma Studio e Lino’s & Co. | 7 dicembre 2019 – 31 gennaio 2020

 

Biosfera /bi·o·sfè·ra/ sostantivo femminile
Involucro esterno alla superficie terrestre (atmosfera, litosfera e idrosfera), nel quale sussistono le condizioni indispensabili alla vita animale e vegetale; per metonimia, l’insieme degli organismi viventi.

 

BIOSFERA. Immagini, forme, ipotesi di Eco-Resistenza è il nuovo progetto collettivo di PRISMA Studio a Genova. Una mostra mostra che coinvolge dieci artisti chiamati a riflettere su concetti chiave del contemporaneo, nell’ambito della seconda edizione di Piazzetta Contemporanea realizzato in collaborazione con le gallerie UnimediaModern e Vision Quest di Piazza Invrea.

Biosfera, vuole presentare, le visioni di ogni artista invitato, le diverse sensibilità etiche ed estetiche verso un tema così urgente come quello della tutela ambientale e della biodiversità. Parte della mostra sarà allestita presso gli spazi di Lino’s & Co, in Vico Indoratori 13r.
Cosa si intende per Eco-Resistenza citata nel titolo del progetto? Dalla nascita del movimento ambientalista Greenpeace negli Anni ’70 in USA allo sviluppo dei recenti movimenti britannici ed europei Fryday for future o Extintion Rebellion (XR)… È necessario prendere atto che se da una parte, nonostante i richiami della comunità scientifica, l’Antropocene è tutt’ora una scena di guerra contro l’ecosistema che ci ospita come specie, dove gli oppressori sono proprio gli umani e i loro modelli di sviluppo egemoni con risultati sconcertanti come foreste che bruciano in Amazzonia, isole di plastica negli oceani che continuano a crescere, scorie tossiche nel sottosuolo, allevamenti e culture intensive che scaricano liquami e gas nocivi… È vero anche che dall’altra parte esiste una porzione di umanità che si oppone e “resiste” in prima persona, allo sfruttamento indiscriminato delle risorse ambientali e alla sottomissione sistematica delle altre specie. C’è una parte di umanità che non sottovaluta le conseguenze di ogni singolo gesto o scelta quotidiana che si può fare per avere un minore impatto sull’ambiente.

Andreas Hagenbach. Unlearning Nation

«La scelta di uni scatto della serie Unlearning Nation di Andreas Hagenbach,come cover story della mostra Biosfera – Immagini, forme e ipotesi di Eco-Resistenza assume un valore e un preciso significato per comprendere le ragioni profonde del progetto che coinvolge dieci artisti contemporanei differenti sul piano generazionale così come su quello dei mezzi espressivi utilizzati: dalla fotografia al disegno, dalla scultura al video.
Le riflessioni ruotano attorno a temi chiave della nostra contemporaneità alimentate da un terreno comune nutrito da sensibilità personali ed urgenze collettive.
Poco più di dieci opere capaci di insinuarsi nelle logiche di pensiero e di comporre visioni tra il reale e l’onirico, tra il particolare e l’universale. Opere come specchi critici, esercizi di resistenza, di conoscenza e di memoria. Prerogative proprie anche al mondo vegetale. Lo sapeva bene anche il Primo Levi “inedito” naturalista nei suoi racconti “fantabiologici”, come li chiamava Calvino, che parlano di natura, animali, piante da un punto vista non convenzionale, perché “…[Le piante] Sembrano stupide, eppure rubano l’energia al Sole, il carbonio all’aria, i sali alla terra, e crescono per mille anni senza filare né tessere né scannarsi a vicenda come noi…”.

Massimo Palazzi, 2019, stampa offset, sugar paper, 32 x 24 cm

Agave 1 di Massimo Palazzi nasce dalla medesima fascinazione ed è parte di una serie di studi fotografici il cui soggetto sono delle foglie di agave, riprese sia nella loro situazione naturale sia in studio, come nel caso dell’immagine usata per il collage in mostra. La scelta del soggetto è legata allo stupore per le modalità di crescita delle piante, considerate dall’artista come interessanti paradigmi di scultura, prima ancora che esseri viventi. “Le foglie dell’agave crescono per divisione da un nucleo centrale originario da cui si staccano mantenendo il marchio, l’impressione, delle foglie con le quali sono state a contatto prima di aprirsi nella caratteristica forma della pianta. L’aspetto dinamico dei vegetali e i meccanismi della loro trasformazione, è un qualcosa che sta tra un gusto ingegneristico per la meccanica della trasformazione e un apprezzamento più semplicemente plastico”.

Pietro Nicolaucich, Epifenomeno atmosferico (tavola libro d’artista)

La natura, più precisamente le montagne, sono il primo riferimento per la costruzione di un personale immaginario figurativo anche per Pietro Nicolaucich, nato e cresciuto nelle Alpi friulane ma che ha conosciuto la vita nella metropoli milanese. L’infanzia nei boschi, prima e la passione per l’escursionismo, poi, sono finiti su carta e tela e in progetti grafico-editoriali dal carattere narrativo. In mostra il suo libro d’artista Epifenomeno Atmosferico (autografato e numerato con tiratura: 100pz) insieme ad una selezione di litografie legate al volume.

Mona Lisa Tina, Anthozoa

Con Anthozoa, nome scientifico della pianta del corallo, Mona Lisa Tina, attraverso due scatti selezionati dall’omonima performance, risponde idealmente alla geo-politica di sfruttamento economico e di risorse naturali in atto pensando ad una possibile strategia riequilibrante: un’identità ibrida esplicitata sul corpo tramite una metamorfosi. La “struttura biomorfa”, rivestita in velluto rosso, con cui è vestita l’artista sottolinea la sua personale soggettività mutante, dove l’artefatto dell’involucro sembra compenetrarla fino a diventare un tutt’uno. In alcune parti della struttura sono evidenti rami di ulivo. “La coniunctio tra elementi artificiali ed elementi naturali sembra amplificare questa integrazione tra il desiderio profondo di adattamento all’esterno con il “nuovo corpo” e la paura inconscia che il mutamento sia inevitabile”.

Alberto Trucco, Enotirt

Enotirt, la buffa mitologia ribaltata di un Tritone è la “risposta” di Alberto Trucco che elabora con il mezzo scultoreo la figura di un “uomo-pesce” o, forse, per meglio dire, un pesce-uomo in cui, ironicamente, l’ibridazione resta marcatamente incompiuta per favorire la nascita di un essere diviso a metà, dal punto di vista fisico, dove la centralità pensante viene affidata alla testa del pesce. Un’ironica e surreale prefigurazione di ciò che potrebbe essere auspicabile? La sostituzione d’intelletto, da umano ad animale.


Il rapporto tra sfera umana ed animale torna nel lavoro di Eleonora Chiesa che, con Animalia, un’indagine performativa e documentativa sul rapporto dell’essere umano con l’alterità animale, esplora la relazione tra esseri umani e gli altri animali quale antico processo zoo-antropologico in continua evoluzione e come questa relazione dialogica influenzi i soggetti e l’ambiente comune che essi abitano. Il progetto, a cui l’artista ha dedicato gli ultimi tre anni di ricerca, iniziato come studio per la realizzazione di un film-documentario sull’etologia relazionale.

Ciro Simeone, scatto subacqueo, paguro

L’approccio documentario e di contatto, il più possibile prossimo alla natura, è al centro degli scatti subacquei di Ciro Simeone che, tra gli artisti in mostra, si può considerare come un vero e proprio outsider. Le fotografie di Simeoni sono fedeli sì alla rappresentazione del reale, in quanto volte a ritrarre la fauna e la flora sottomarina, come le tartarughe di Dedalus Reef o il paguro avvistato durante un’immersione a Bergeggi (SV), ma ci parlano, allo tesso tempo, di un mondo parallelo e precedente a quello dello scatto che è solo l’atto finale di una esperienza che forma un altro punto vista sul mondo.

La giraffa “protagonista” di Savana, lo scatto realizzato dalla videomaker Francesca Ciri Capra racconta, invece, l’incontro con l’animale da un punto di vista nettamente differente, volutamente accidentale ma non per questo meno intenso. Siamo a Genova, in Piazzale Kennedy, dove sosta un circo in attesa dello spettacolo pomeridiano. Francesca si avvicina incuriosita dagli animali che si possono scorgere anche dalla strada. “Tutti erano a loro agio in quell’habitat plastificato, chi si rotolava nel fieno, chi giocava in una vasca di acqua e chi si prendeva una boccata di aria. Savana nasce dal contrasto tra il concetto di habitat naturale e l’apparente o presunta adattabilità di ogni creatura alla condizione nella quale si trova a vivere”. L’estetica dell’immagine contribuisce a renderla apparentemente irreale e “fuori dal tempo” ma non edulcorata. Sottesa alla malinconica visione dell’animale che sbuca dal tendone, una critica alla condizione straniante dell’animale in un circo e, allo stesso tempo, una riflessione sul nostro sguardo, così distante e così vicino.

Franca Giovanrosa, Senza Pace

Una suggestione che si ritrova, seppur con esiti molto differenti, nelle fotografie fine art di Franca Giovanrosa che, da sempre, pone al centro della sua ricerca l’ambiente in relazione all’umanità.
Sono “luoghi sensibili” quelli ritratti da Giovanrosa nella serie Senza Pace. Che sia una centrale nucleare inglese o l’Ilva di Taranto o, ancora, le Vele di Scampia, Giovanrosa studia lo squilibrio urbano delle periferie nelle zone industriali di alcune province in Italia e all’estero. Paesaggi concettuali dall’aura metafisica dove il colore, l’ossidazione simbolica della ruggine, non corrisponde ad una soluzione estetica ma alla reale traduzione di uno stato d’animo. “Come il ferro in disuso arrugginisce, così l’inazione sciupa l’intelletto”, diceva Leonardo Da Vinci. I paesaggi urbani dell’artista raccontano «di un uomo fermo su se stesso: la paura di essere e di cercare il proprio “Io” blocca ogni meccanismo, diminuendo la volontà dell’intelletto e inaugurando la fase dell’inazione, ovvero l’acquiescenza”. In mostra oltre alle fotografie un’installazione. Un oggetto quotidiano come il piatto in ceramica di una doccia si fa supporto e contenitore di un paesaggio ricostruito in miniatura che lascia spazio al racconto racconto di come il mondo contadino sia stato totalmente sopraffatto dalle nuove tecnologie. Il libro che sta sprofondando nella terra sopraffatto dai tralicci è un testo dell’Ottocento in cui l’autore scrive consigli per il buon contadino.

FUMATTO, Occhio per occhio

Anche FUMATTO (al secolo Matteo Fumagalli) artista, designer, scenografo, illustratore, che ha iniziato la sua ricerca nell’arte, con in mano una Bic e un rotolo di scotch di carta, sceglie per il progetto Biosfere di esporre un diorama. Con una buona dose di ironia e uno sguardo critico affilato, caratteristico del suo approccio all’arte, FUMATTO costruisce uno scenario composto dall’assemblaggio di materiali di recupero. Occhio per occhio (se ricevi un danno hai diritto di rispondere con lo stesso danno), il titolo della sua installazione, è un principio di rivalsa proporzionale al danno subito comunemente espresso dalla locuzione “occhio per occhio, dente per dente” che appare anche nella Bibbia, nell’Antico e Nuovo Testamento e persino nel Vangelo secondo Matteo. Protagonista è uno spazzolino da denti. Nel gennaio 2003, gli americani lo hanno scelto come l’invenzione numero uno, quella senza la quale non sapremmo vivere, e lo spazzolino ha battuto l’automobile, il personal computer, il telefono cellulare e il forno a microonde.
Ma cosa c”è dietro al nostro avere i denti splendenti ogni giorno? Gli spazzolini da denti pur essendo una fonte relativamente piccola di inquinamento (e la quantità di risorse necessarie per fare un singolo articolo è di piccole dimensioni), necessitano di 50 milioni di chilogrammi di plastica annuali per i soli Stati Uniti, che poi finiscono in discarica.
Chissà cosa attende la giovane donna comodamente seduta sulle setole dello spazzolino?»
(Estratto dal testo “Biomi. Zone VItali” di Francesca Di Giorgio)

 

BIOSFERA Immagini, forme, ipotesi di Eco-Resistenza
Francesca Ciri Capra, Eleonora Chiesa, Fumatto, Franca Giovanrosa, Andreas Hagenbach, Mona Lisa Tina, Pietro Nicolaucich,Massimo Palazzi, Ciro Simeone, Alberto Trucco

a cura di Prisma Studio
testo di Francesca Di Giorgio

La mostra è stata realizzata anche grazie al sostegno di Ferd&Co Ltd., azienda  che commercializza Hydrofaster il dispositivo per l’ abbattimento di sostanze inquinanti e il miglioramento efficienza delle prestazioni dei motori.

7 Dicembre – 31 Gennaio 2020 ( Merc – Sab 16.00/19.00)
Inaugurazione sabato 7 Dicembre dalle ore 18.00

Genova

Prisma Studio
Vico dei Ragazzi 14R 

Lino’s & Co.
Vico Indoratori 13r

Info: +39 347 474 0496 – +39 329 203 7225
studioprismagenova@gmail.com
fb: @prismastudiogenova

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