BORGO VALSUGANA (TN) | ARTE SELLA
intervista a GIACOMO BIANCHI, Presidente di Arte Sella, di Anna Lisa Ghirardi
Il 29 settembre si è tenuto ad Arte Sella il Terzo Simposio internazionale dedicato a Creatività e Paesaggio promosso da ELAN European Land Art Network, il primo network europeo dedicato alla Land Art di cui Arte Sella è socio fondatore con Yorkshire Sculpture Park (UK), Springhornof Foundation (DE) e Centrum Rzezby Polskiej (PO).
Nel corso della giornata sono intervenuti autorevoli relatori: Wolfang Löwe, vice Presidente della Springhornhof Foundation, Peter Murray, direttore dello Yorkshire Sculpture Park, Emanuele Montibeller, direttore artistico di Arte Sella, Clive Adams, direttore del Centre for Contemporary Art and Natural World, Paul Dujardin, direttore di Bozart di Bruxelles, Ugo Morelli, docente di Psicologia e Paolo L. Būrgi, architetto paesaggista.
Partendo da alcuni spunti colti nel vivace confronto, intervistiamo Giacomo Bianchi, Presidente di Arte Sella.
Quali sono gli obiettivi raggiunti da ELAN in un solo anno di vita?
Uno degli obiettivi primari del network è stato quello di tessere una rete di relazioni ed un dialogo fruttuoso tra realtà che, ciascuna con le rispettive peculiarità, hanno raggiunto livelli di eccellenza nell’ambito della Land Art nel contesto europeo. Il successo dei primi tre convegni – tenutisi in Inghilterra, Polonia e, appunto, ad Arte Sella – conferma l’efficacia di questo progetto che, come sottolineato da Peter Murray, è paradigmatico di come l’Unione Europea possa declinarsi sempre più come un luogo comune, fisicamente e metaforicamente, di crescita e di sviluppo. Un secondo obiettivo è consistito nel richiamare l’attenzione sulla Land Art intesa come potente mezzo di sviluppo, tra i tanti possibili, dei territori rurali: tutte le realtà partner di ELAN sono esempi importanti di come queste potenzialità possano concretizzarsi, potendo offrire esperienze decennali di successo al contributo dello sviluppo, mediante la creatività e l’arte, di territori spesso problematici.
Il simposio è stato aperto con un emblematico stralcio del video Un museo all’aperto di Arte Sella nel quale il critico Vittorio Fagone afferma che “l’arte è un modo di esprimere un senso del mondo, fa parte delle domande essenziali che l’uomo si pone ed è una risposta […]”. Più volte, nel corso della giornata, è stato citato dai relatori Joseph Beuys per i suoi fondamentali apporti nella difesa della natura, e non solo. Nel dibattito stesso è stata sottolineata la funzione sociale ed etica della Land Art, in questo senso quale è la sua visione del valore di Arte Sella?
L’arte è certamente uno degli strumenti più potenti di mediazione nei confronti del paesaggio e di comprensione della realtà in cui siamo immersi. In particolare la Land Art e l’Art in Nature hanno la capacità di incidere potenzialmente ed efficacemente sul tessuto sociale di un territorio, di generare nuove identità, di forzare la staticità di una visione del territorio legata ad un passato spesso impossibile da replicare – a meno di revival nostalgici privi di capacità generative – o intesa come mera cartolina da ammirare estaticamente. A coloro che entrano in contatto con le opere collocate nel bosco viene offerta la possibilità non solo di apprezzarne la bellezza, ma anche di entrare in contatto fisicamente con esse e, al contempo, sperimentare la fisicità dello stare nella natura, del cammino, del silenzio, della fatica: significa vivere un’esperienza capace non solo di coinvolgere l’intelletto, ma di toccare la sfera emozionale. Da questa esperienza è possibile che si generi, anche inconsciamente, un nuovo rapporto con il paesaggio che si tramuta in seguito in azioni concrete di difesa della natura e di ricerca di un equilibrio con essa.
Nei vari interventi è stata evidenziata la peculiarità delle singole realtà culturali presenti, senza dimenticare l’accezione etimologica del termine. Fondamentale è pertanto la natura e la storia del luogo, oltreché gli orientamenti intrapresi. Può illustrarci la specificità di Arte Sella?
Non abbiamo mai smesso di sottolineare come una delle grandi potenzialità di un network come ELAN risieda nella possibilità di mettere in dialogo, sotto il comune ambito della Land Art, realtà tra di loro differenti, ciascuna portatrice di specificità e di unicità. La diversità contribuisce alla ricchezza del dialogo: a ciascuna realtà viene offerta infatti la possibilità di osservarsi da un punto decentrato, con uno sguardo laterale, e di innestare novità nel proprio cammino di crescita senza per questo snaturarsi. La specificità di Arte Sella risiede innanzitutto nella collocazione geografica: è l’unico progetto – che, sotto questo aspetto, verrà affiancato da Musée Gassendi – presente in un contesto alpino, dove la questione rurale, centrale per il network ELAN, presenta delle caratteristiche e delle problematiche uniche. Arte Sella è il progetto che maggiormente ha posto l’accento sul rapporto tra arte e natura, privilegiando l’utilizzo di materiali naturali ed integrando nelle opere d’arte stesse la variabile del tempo: le opere sono legate ad un ciclo vitale che riproduce il processo di nascita, crescita e morte, cui anche l’uomo è sottoposto. Si tratta di un tentativo di ricollocare l’uomo nella sua giusta dimensione, come parte di un tutto e non come entità separata dalla natura, superando, come sostiene Ugo Morelli, un dualismo che sembra, a volte, sempre più insanabile.
Le ultime due opere collocate, Il quadrato di Rainer Gross ed Eco di Will Beckers, sono state finanziate da ELAN. Quale è la prassi per la selezione degli artisti?
La selezione degli artisti avviene annualmente ad opera del direttore artistico e fondatore di Arte Sella, Emanuele Montibeller, in dialogo con il Comitato Esecutivo dell’Associazione e con l’Assemblea dei soci.
Nel dibattito è emersa la diversa posizione dei vari partner di ELAN nel rapporto tra committente (museo, associazione, fondazione,…) ed artista. Se da un lato Peter Murray, direttore dello Yorkshire Sculpture Park, ha affermato la necessità di richieste precise che l’organizzazione pone per la realizzazione dell’opera e la necessità di orientare l’artista, dall’altra Nadin Gomez ha dichiarato la piena libertà che l’organizzazione che lei rappresenta, il Musée Gassendi – futuro partner di ELAN – lascia all’artista stesso. Come si pone in questo delicato rapporto il comitato di Arte Sella?
Da sempre Arte Sella considera la committenza come una parte integrante del processo che porta alla realizzazione dei nuovi interventi artistici; il dialogo che si instaura tra la direzione artistica e l’artista è, infatti, a nostro avviso uno dei momenti più importanti, o meglio più preziosi e fecondi, della relazione che lega Arte Sella agli artisti. La definizione di un ambito preciso nel quale lavorare, la necessità di confrontarsi con le opere pre-esistenti e con la visione della direzione artistica sono tutti elementi che obbligano l’artista ad intraprendere strade forse più difficoltose, ma potenzialmente generatrici di idee innovative, liberando nuove potenzialità, limando l’autoreferenzialità e mettendo in moto con nuovi stimoli il processo creativo.
Può anticiparci i vostri futuri programmi?
Senza dubbio il dialogo con l’Europa rimane un punto centrale per il futuro di Arte Sella, con l’espansione del network ELAN e con il rafforzarsi di alcune collaborazioni con altri partner europei operanti in ambiti differenti ma affini con l’Art in Nature, come, ad esempio, l’EGHN (European Garden Heritage Network). Anche le collaborazioni in ambito nazionale e regionale vedranno una stagione ricca di attività e di collaborazioni, come quella ormai consolidata con il FAI ed il progetto “Art in Nature a Villa Panza”. Ovviamente l’attenzione al progetto artistico rimane una priorità assoluta: un nutrito e qualificato gruppo di artisti arricchirà nel corso del 2015 i percorsi espositivi di nuove visioni e di nuove suggestioni.
ASSOCIAZIONE ARTE SELLA
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