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PTUJ (SLOVENIA) | Luoghi vari | 7 luglio – 18 settembre 2022

Intervista ad MARIKA VICARI e JERNEJ FORBICI di Matteo Galbiati

Siamo tornati anche quest’anno a Ptuj, cittadina della Slovenia che accoglie, come ogni estate, aprendo spazi, musei, gallerie, ma anche piazze, parchi, case, …, Art Stays Festival, manifestazione che da sempre è stata aperta al dialogo internazionale tra le arti e i suoi protagonisti, diventando nel tempo esempio consolidato di valorizzazione dei linguaggi, delle estetiche e delle ricerche culturali del presente. Punto di forza di Art Stays Festival è proprio quello di essere motore virtuoso di scambi, riflessioni e connessioni aperte e strutturate in modo orizzontale dove tutti hanno modo di essere protagonisti, pubblico compreso.
In occasione del ventennale, che con Postproduction, ripercorre proprio le edizioni precedenti attraverso una ricognizione saliente dei temi proposti, abbiamo raccolto la testimonianza dei curatori del Festival Jernej Forbici e Marika Vicari il cui impegno in queste venti edizioni ha reso Art Stays Festival una delle manifestazioni europee più interessanti e significative per il suo carattere indipendente, connettivo e interrelazionale:

Jernej Forbici e Marika Vicari, opening Festival Photo di Miloš Vujinović

Quest’anno si festeggia l’edizione del ventennale, che bilanci fate di questi vent’anni di Art Stays? Come è mutato nel tempo? Quali tappe avete seguito e come avete assecondato i cambiamenti che anche la storia del nostro presente ha dettato?
Più di mille artisti da tutto il mondo, quattrocento eventi, oltre duecento mostre, oltre duecentomila visitatori, una rete consolidata di più di cento collaborazioni internazionali istituzionali del panorama dell’arte mondiale… Sono questi alcuni dei numeri con cui noi oggi facciamo un rapido resoconto e bilancio della storia del Festival. Nato nel 2003 come un simposio internazionale tra giovani pittori e fotografi, cresciuto solo un paio di anni più tardi in un progetto più complesso e multidisciplinare, il Festival Art Stays, dal 2005 fino ad oggi, è diventato sempre più grande e tentacolare. Abbracciando stimati artisti, giovani proposte e progetti da tutto il mondo, Art Stays è una piattaforma capace di fare della sua identità una missione e una ricerca continua, mettendo in campo sempre nuove relazioni e rappresentazioni dell’uomo, del mondo, del nostro futuro.
I vari temi che si sono succeduti a partire dal 2011 con Connect, Display, Expose, Relation(s), Wunderkammer, Politic(S), NATUR- Al(L), Fragile, Future, No more silenceStructura e Postproduction hanno seguito una registrazione del quotidiano, delle relazioni dell’uomo, del mondo e del paesaggio, l’ineluttabile necessità di esperire, meravigliarsi, sul fare e non, dichiarazioni politiche o semplicemente riflettere sulle narrative storiche ideologiche dei nostri anni. O ancora, registrare o analizzare le fragilità del presente, rappresentazioni o riflessioni del futuro, la necessità di prendere una posizione per urtare contro il silenzio o dar voce al singolo, al mondo e rivedere spazi e tempi attraverso vecchie e nuove strutture fisiche, mentali, effimere: sono questi alcuni dei temi e tempi che abbiamo percepito, sostenuto ed interpretato in chiave artistica e curatoriale con Art Stays per seguire e renderci responsabilmente interpreti del nostro mondo, della nostra storia, del presente e di quanto ci aspetta nel futuro.

Lynn Book Live Performance, Ptuj City Gallery Photo Miloš Vujinović – Art Stays Archive

Come si configura Art Stays nel panorama dei Festival internazionali? Quali sono i suoi punti fermi? A cosa va attribuito la risonanza che sempre ottiene?
Art Stays è da molti anni un appuntamento consolidato nel panorama europeo e nel contesto dei Festival internazionali. Ciò che lo rende unico non è solo un fresco e ricco programma artistico internazionale che cerchiamo di offrire annualmente al pubblico, ma la possibilità di aver luogo anche in un momento (quello estivo) ricco di eventi, senz’altro diverso secondo i calendari istituzionali che in una città, Ptuj, ricca di storia e crocevia di culture, è sempre abbondante. Sebbene il punto fermo sia, senz’altro, la città stessa, Art Stays è in realtà sempre mobile perché è un insieme di attese, idee, incontri, identità, viaggi, ripensamenti, tempi, spazi, persone e cose: un complesso universo informale che è insito in ogni nostro processo artistico. La risonanza di Art Stays sta forse nella capacità di essere uno spazio artistico aperto che connette sia materialmente che virtualmente il mondo. In questo senso noi direttori e curatori siamo nelle varie fasi del nostro stesso lavoro, a turno attivi e passivi. Nel creare il Festival, gli eventi, le mostre, gli inviti… Decidiamo, discutiamo, accogliamo, seguiamo, creiamo, spingiamo e coinvolgiamo i diversi progetti ed artisti, in una sorta di infinita estetica relazionale in cui la caratteristica chiave è l’incontro, la mobilità delle persone, delle cose, dei tempi e degli spazi. In un certo modo, come ci racconta la storia del Festival e molti artisti e progetti, potremmo dirvi che Art Stays non è tanto un evento, un appuntamento, bensì una condivisa offerta di orientamento nel caos culturale: nel creare, genera possibilità, reti – e come con Postproduction – nuovi modi di  produzione.

Perino & Vele, Regina José Galindo, Yoko Ono, exhibition view Postproduction I, Ptuj City Gallery Photo Špela Težak – Art Stays Archive

Come ha inciso nel contesto sloveno? Cosa ha apportato in termini di innovazione? Quali connessioni virtuose sono nate?
Il contesto dell’arte sloveno è particolare, fatto di istituzioni pubbliche e private, di gallerie, musei, festival dedicati al mondo dell’arte, della musica, della tradizione, cultura e molto altro ancora. Art Stays incide in modo unico e singolare, semplicemente perché sin da subito più che essere sloveno si è, dichiaratamente e volontariamente, reso internazionale. Questa scelta, ha fatto sì che, dopo i primi iniziali dubbi e diffidenza, l’abbia posto in una posizione di primo ordine, essendo di fatto il primo ed unico vero contesto volto oltre la tradizione, ma più alla ricerca e scoperta. Ha aperto poi la strada ed è poi stato seguito come modello da altri. Pur collaborando con il Ministero della Cultura, la città di Ptuj ed istituzioni nazionali ed internazionali, ha saputo sempre mantenere integra la sua volontà, identità e natura. Più che guardare al passato, e all’archiviazione di dati, al ricco sistema museale, agli apparati storici, Art Stays ha lavorato sul quotidiano, sulla ricerca, sull’opera d’arte o azione come scrittura ed identità multipla, derivante da numerose e diverse culture, che di volta in volta, diventano occasione di confronto, dialogo e, perché no, anche di contestazione. Ogni realtà artistica che voglia crescere, deve considerarsi responsabile della sua funzione culturale e sociale, deve conoscere la storia, vivere il presente per riscrivere la contemporaneità. Sulla scorta di questa nostra importante missione, Art Stays è stata tra le prime realtà slovene ad interfacciarsi a livello internazionale con il mondo delle arti performative, con l’opera site specific, con il concettuale, il multimediale, il panorama interdisciplinare e con la land art. Tra le connessioni più virtuose nate in Slovenia, ricordiamo con entusiasmo che Art Stays è stato protagonista e promotore del progetto e presentazione di Ptuj, città partner Capitale Europea della cultura, 2012. Art Stays poi si è reso spesso unico per aver realizzato opere d’arte ed installazioni con aziende internazionali operanti nel settore secondario e terziario come per esempio la Tenzor di Ptuj o la Talum di Kidricevo o avere affidato incarichi e richieste di progetti site specific multidisciplinari ad artisti come Jaša o Nemanja Cvijanović con la collaborazione delle specifiche istituzioni della città, o come in questa ultima edizione del Festival, la perfomance Post-opera di Lynn Book con Transversal project e Muzičaka o l’installazione Free all di Costantino Ciervo.

Leo Ferdinando Demetz, installation view Postproduction II, Dominican Monastery Photo Miloš Vujinović – Art Stays Archive

Come preparate ogni edizione? Come definite programmi ed artisti? Quanto occorre per organizzare ogni cosa? Quali supporti e collaborazioni avete?
Ogni edizione del Festival è di per sé diversa, in base al tema e alla linea guida che abbiamo valutato e concordato qualche anno prima. Frutto di mesi di intenso lavoro, volto alla progettazione, selezione, studio dei progetti, dialoghi, incontri, inarrestabili sconfitte e nuove estenuanti prove finché il programma è completo e gli artisti e relativi progetti ed opere selezionati e pronti per essere prodotti, realizzati o presentati. A completare e sostenere il nostro lavoro una selezionata sezione di istituzioni pubbliche e private diverse, stimate ed emergenti gallerie da tutto il mondo, accademie d’arte, università, media partners, progetti artistici, collettivi multidisciplinari sperimentali audiovisivi ed alcuni singoli artisti, curatori, giornalisti, fotografi, filmaker indipendenti che abbiamo la fortuna di conoscere, incontrare nel tempo e collaborazioni consolidate presenti anche quest’anno, tra cui Prometeo Gallery di Ida Pisani, Galleria Alfonso Artiaco, Galeria Joan Prats, Punto sull’arte, Romberg Arte Contemporanea, Fondazione Bonotto, e che vogliamo ringraziare per il loro prezioso aiuto e sostegno.

Exhibition view, Postproduction VI, Festival history Photo Špela Težak – Art Stays Archive

Art Stays Festival 2022 è un’edizione particolare, segna i vent’anni della manifestazione, come l’avete strutturata? Che cambiamenti avete apportato rispetto ai suoi contenuti abituali? Come si racconta il bilancio di questi due decenni nel programma degli appuntamenti?
Postproduction, edizione Art Stays 2022, è stata preparata con l’intento di presentare i vent’anni di storia del Festival attraverso le opere proposte in precedenza o un approfondimento e completamento delle stesse. La scelta è stata segnata dalla volontà di mettere in evidenza il carattere multidisciplinare e le opere più “iconiche” (Regina José Galindo, Santiago Sierra, Yoko Ono, Ferdinando Prats, Zul Mahmod, Robin Meier) che hanno segnato la storia del Festival (Noriko Obara, Laszlo Laszlo Revesz, Perino&Vele, Alice Zanin, Michelangelo Galliani, Lech Majewski, Dusan Fišer, Alex Pinna, Tobia Ravà, Resi Girardello, Leo F. Demetz, Stojan Kerbler) o partecipazioni di artisti che negli anni o oggi, con la loro residenza d’artista, hanno creato nuovi processi sociali e comunicativi (Costantino Ciervo, Lynn Book, Transversal project, Muzičaka, Matthias Langen, Felipe Aguila, Jaša, Marek Schovanek, BridA, Interno3 (Manuel Frara), Nemanja Cvijanović) o semplicemente nuove interessanti giovani posizioni come Marika Ricchi, Maruša Stjbeli o Valeria Vaccaro.
Rispetto ai contenuti abituali, sono state presentate più mostre collettive che personali a compendio di una lunga storia e molte partecipazioni. Ancora una volta il mondo dell’arte contemporanea ha ben dialogato con l’arte antica della città sia negli spazi interni unici come le sale del Castello di Ptuj, il Monastero Dominicano ed il Cinema della città sia in spazi esterni come monumenti, mura storiche, strade, piazze, parchi e giardini.
Raccontare o fare un bilancio di due decenni di un Festival con una vasta e multidisciplinare programmazione, ricchezza delle proposte ed eventi e delle partecipazioni non è semplice. Guardando la strada percorsa, possiamo, però, dire con orgoglio e gratitudine verso tutti coloro che ci hanno accompagnato in questo meraviglioso viaggio e nello scrivere attraverso immagini, colori, suoni ed emozioni la storia stessa del Festival  che, in un ventennio, il mondo ha saputo riconoscere la forza vibrante dell’arte nel nostro carattere di saper dirigere insieme Art Stays.

Costantino Ciervo, FREE ALL, installation view, Ptuj Castle Photo Miloš Vujinović – Art Stays Archive

Avete sottolineato spesso, durante le vostre presentazioni di questa edizione, che è necessario un cambio di passo, quali saranno le prossime novità? Come avete in mente di riorganizzare il Festival e la sua identità?
Già da alcuni anni, in molti, hanno osservato che lavoriamo, restituendo una linea con il passato e proiettando l’edizione in corso verso quelle future. Tra i temi che sono già oggetto di discussione e progettazione, proporremo Voyage, Dust e Space. Non vi sveleremo molto perché stiamo riorganizzando molte cose, soprattutto ridefinendo il risultato finale del Festival, tempi, collaborazioni, fasi salienti, in un processo che nella moltiplicazione dei linguaggi dell’arte e della comunicazione, miri a comprendere come l’arte abitando, leggendo, interpretando, rivalutando la cultura globale non debba mai perdere il suo valore ed identità, ma rimanere appunto uno spazio aperto.

Il tema che avete individuato con il titolo è Postproduction, ci spiegate brevemente le linee guida e i concetti che ne stanno alla base? Quali altri temi emergono alla luce di queste considerazioni e che riflessioni volete che colga il pubblico?
Leggendo durante i nostri studi Bourriaud, nel suo celebre libro Postproduction. Come l’arte riprogramma il mondo, egli poneva – non a caso – proprio un ventennio fa, un’importante riflessione sulla perdita delle nozioni di originalità e di creazione per lasciare il passo a problematiche ben più importanti. Postproduction è per noi questo: «Considerare la cultura globale come una scatola di strumenti, uno spazio narrativo aperto…» (cit. Bourriaud N., Postproduction, Postmedia Books, Milano, 2004, p.14).
Riprogrammazione di opere già esistenti, utilizzo di forme e stili per ridefinire il mondo delle cose o una riprogrammazione di cultura sociale e globale nell’era dell’informazione: sono queste alcune delle linee guida che stanno alla base della 20ª edizione del Festival. Guardando alla storia, ai diversi temi che abbiamo proposto nel dialogo con l’arte contemporanea, dalle relazioni, alla politica, alla natura, alla fragilità della società e dei materiali, al suono e al silenzio, e lo scorso anno alla struttura; ci siamo dati con Postproduction sia un’opportunità che una responsabilità. Analizzare il lavoro di vent’anni ci offre oggi la possibilità di delineare nuove direzioni pensando allo sviluppo del Festival come ad un nuovo viaggio che sin qui ha avuto inizio, in ogni singola opera ed artista scelto, in una delle passate edizioni, ma che, nel rinnovarsi e riproporsi nel presente, ha accettato la sfida importante di proiettarsi verso il futuro. Nel reinventare nuovi dialoghi e protocolli di rappresentazione tra le opere; abbiamo negli ultimi tempi fortemente voluto creare nuovi processi sociali e comunicativi tra gli artisti partecipanti e la comunità locale sia nella realizzazione, ampliamento o completamento di vecchi e nuovi progetti.

Marco Gradi, exhibition view, Postproduction IV, Mihelič Gallery Photo Špela Težak – Art Stays Archive

Sogni e aspirazioni per il futuro? Cosa vorreste realizzare che non avete ancora fatto?
Per il futuro, senz’altro, ci auguriamo di poter continuare a sostenere l’importanza dell’arte e della cultura per lo sviluppo della società, attraverso nuovi programmi di ricerca, di collaborazioni nell’educazione, promozione e diffusione dell’arte contemporanea non solo a Ptuj in Slovenia, ma anche in Italia e in tante altre realtà europee.
Vorremmo poter finalmente vedere realizzato a Ptuj un nuovo museo moderno per accogliere le attività espositive permanenti e temporanee ed aprire un nostro istituto internazionale di ricerca delle arti contemporanee.

Art Stays Festival 2022. Postproduction
a cura di Jernej Forbici e Marika Vicari
con il supporto della municipalità di Ptuj e del Ministero della Cultura della Repubblica di Slovenia
partners Pokrajinski muzej Ptuj Ormož, Galerija mesta – Ptuj, Zavod za turizem – Ptuj, Dominikanski samostan, Javne službe Ptuj, Knjižnica Ivana Potrča Ptuj, Mestni kino Ptuj – CID Ptuj, Vinarstvo Turčan, Ptujska klet, Grega-JK, Kobal Wines, Hotel Mitra, Hotel Poetovio Admiral, Muzikafe, Alinea, Espoarte, Exibart, Mladina

7 luglio – 18 settembre 2022

Luoghi vari
Ptuj (Slovenia)

Info: Info Point Festival
Galerija Art Stays
Slovenski trg 1, 2250 Ptuj (Slovenia)

KUD Art Stays
Prešernova ulica 1, 2250 Ptuj (Slovenia)
info@artstays.si
www.artstays.si

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