LA SPEZIA | CAMeC | Fino al 14 gennaio 2024
di FRANCESCA DI GIORGIO
Pensa se per far aprire una porta, una di quelle che attraversiamo spesso per entrare in supermercati, uffici, aeroporti, servisse solo un sorriso, aperto, sincero, senza alcuna forzatura. Pensa se per abbattere muri (troppi), quelli eretti dall’odio e dall’ignoranza, bastasse sparare bolle di sapone colorate. Pensa se si potesse raggiungere la luna e annullarne la distanza mettendo insieme i nostri passi, ognuno al proprio ritmo ma su uno stesso tapis roulant che li conta uno ad uno, tramutando una missione inconcepibile in un percorso collettivo possibile.
“Se puoi pensarlo puoi farlo” sembra dirci Terra Cielo Iperuranio di Antonello Ghezzi, prima mostra antologica in un Museo italiano, a cura di Eleonora Acerbi, per il CAMeC della Spezia. Un percorso tra circa quindici opere del duo composto da Nadia Antonello e Paolo Ghezzi al lavoro insieme dal 2009 con un obiettivo comune: rendere tangibile ciò che non ha corporeità, rendere leggero ciò che non lo è e soprattutto far sì che la magia sia vivibile. Già, perché, se vogliamo che qualcosa cambi nel nostro mondo dobbiamo agire fuori dagli schemi, attingere anche al linguaggio della favola se necessario, guardare oltre lo spazio conosciuto e addirittura puntare a Iperuranio, al di là delle sfere celesti, ipotetica sede delle idee platoniche.
Sembra un’impresa titanica quella proposta da Antonello Ghezzi eppure durante il nostro viaggio negli spazi del CAMeC non ne avvertiamo il peso perché le opere diventano una sorta di personal coach, allenano progressivamente a fare esperienza diversa su tre livelli differenti e progressivi.
Sulla Terra (nella prima sala espositiva del Museo) impariamo il senso dell’attesa specchiandoci in un grande specchio recuperato dalla sala d’aspetto della stazione di Pistoia dove un’umanità in transito si è riflessa forse inconsapevole, forse distratta (Attesa dell’amore, 2020); impariamo a fare domande che a loro volta diventeranno risposte per qualcun altro in un continuo scambio anonimo tra persone che non si conoscono ma che sono più vicine di quanto si possa credere (T’Oracolo, 2023).
Per arrivare al Cielo troviamo appoggiata al muro una Scala per andare a prendere le nuvole (2022) basta staccare i piedi da terra e con in tasca un’autodichiarazione della nostra Cittadinanza della Via Lattea (Ufficio Cittadinanza della Via Lattea, 2o23) firmata di nostro pugno nel piccolo ufficio immaginario, allestito dagli artisti con tanto di carta, penna e timbro d’ufficialità e iniziare a “prendere il largo”, verso Iperuranio, con il Via libera per volare. Un grande semaforo che esorta a sognare, ispirato al racconto di Gianni Rodari, omaggio di Antonello Ghezzi ad uno degli autori più amati del Novecento, capace di scrivere storie senza tempo Al di sopra del rumore di fondo (2022) citato dalla grande altana blu, installazione che materializza il passaggio di una favola ideata dagli artisti stessi. Ora tocca a noi salirci sopra e, se si vuole, isolarsi per un po’ a scrivere il nostro racconto.
Non c’è inizio in questa mostra e nemmeno conclusione ma sviluppo infinito. Come tutte le cose del nostro Universo, l’arte di Antonello Ghezzi si misura nella tensione tra l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo. Ogni volta, ogni opera è come un foglio di carta bianca sporco di inchiostro… Fortunatamente, come direbbe Rodari: «La vita, un pochino, sporca, si sa».
Antonello Ghezzi. Terra Cielo Iperuranio
A cura di Eleonora Acerbi
Testo critico di Cesare Biasini Selvaggi
7 ottobre 2023 – 14 gennaio 2024
CAMeC Centro Arte Moderna e Contemporanea
Piazza Cesare Battisti 1, La Spezia
Orari: da martedì a domenica 11.00-18.00, chiuso il lunedì
Biglietti: intero euro 5, ridotto euro 4, ridotto speciale euro 3,50
Info: +39 0187 727530
camec@comune.sp.it
http://camec.museilaspezia.it