San Pietroburgo (Russia) | Museo Hermitage | Fino al 3 febbraio 2019
Intervista a LUCA BARSI di Niccolò Bonechi
Il maestro dell’astrazione geometrica italiana Achille Perilli (1927) espone in una grande antologica presso il più importante museo della Russia. Opere di grandi dimensioni e piccoli gioielli storici tracciano un percorso che a partire dagli anni Cinquanta intende far conoscere la propria ricerca al grande pubblico internazionale. Ne abbiamo parlato con Luca Barsi, co-curatore della mostra, direttore della Galleria Accademia di Torino e mentore di questa grande iniziativa.
Achille Perilli è senza dubbio uno degli artisti del dopoguerra più importante del panorama artistico nazionale. Da qualche anno oramai stai lavorando insieme all’Archivio Perilli per far sì che la storia ed il mercato rendano finalmente merito a questo grande maestro. Ci puoi raccontare quali passi sono stati fatti finora?
Lavoro con Achille Perilli dal lontano 2003. Durante una mostra personale nella mia Galleria, Piero Dorazio mi fece chiamare dal suo fraterno amico Perilli. Da allora nacque un legame, cresciuto sempre più, fino a culminare circa tre anni fa in un progetto, condiviso da entrambi, di valorizzazione della storia, dell’opera e del pensiero di questo grande vecchio dell’arte italiana, sicuramente uno dei più importanti artisti europei ancora in vita.
Tale progetto poggia le proprie basi su un percorso di mostre istituzionali, sei per la precisione, tutte in prestigiose sedi museali. Queste mostre vogliono attirare l’attenzione dei collezionisti sul lavoro di questo grande artista. La prima è stata appunto quella nella sede importantissima e prestigiosa del Museo Hermitage di San Pietroburgo, ma come questa ne verranno altre, come ad esempio quella al Museo Estorick di Londra. Vorrei che il collezionista, vedendo queste grandi mostre, si ponesse queste domande: “Perilli? Non conoscevo tutta la sua storia ed i suoi stretti rapporti con i grandi artisti internazionali. È veramente uno dei grandi Maestri dell’arte del Dopoguerra. La sua quotazione economica non è certo consona ad un percorso artistico così prestigioso. È un occasione ottima di investimento!”.
Un altro, fondamentale passo, messo in atto direttamente dall’artista è la creazione del Catalogo Generale delle opere, oramai prossimo all’uscita (si parla di fine aprile 2019, ndr). È stato un grande impegno in termini di tempo e di risorse economiche, ma doveroso nei confronti del pubblico dei collezionisti, i quali avranno in mano uno strumento che potrà dare loro tutte le certezze necessarie ad un corretto investimento. Mi piace far notare che il catalogo comprenderà tutte le schede delle opere realizzate dal maestro, nelle quali – oltre ai dati tecnici – saranno indicate per ogni dipinto anche le esposizioni e le precedenti proprietà che siamo riusciti a ricostruire. Non ultimo, un percorso di mostre in prestigiose gallerie internazionali, anche e soprattutto all’estero come a New York City e Miami, Amsterdam e Bruxelles. Insomma, siamo appena all’inizio!
Certamente la mostra all’Hermitage di San Pietroburgo è una tappa importante di questo percorso di riscoperta. Com’è nato questo progetto in condivisione con Dimitri Ozerkov (direttore del dipartimento di arte contemporanea dell’istituzione russa)?
Devo dire innanzitutto un grandissimo grazie a Dimitri, un uomo davvero speciale, di grande cultura (parla correntemente sei lingue e conosce a menadito tutta l’arte europea ed internazionale) e anche di grande simpatia. Giovane (ha perfino qualche anno meno di me) e spigliato, ha appoggiato con entusiasmo il progetto che presentai circa due anni fa. Come tutte le cose belle, i prodromi furono quasi casuali, uniti ad una grande determinazione da parte mia. Fu infatti galeotta una breve vacanza familiare a Mosca e San Pietroburgo: durante la visita al meraviglioso museo Hermitage rimasi ammaliato dalla dovizia e ricchezza delle collezioni. Otto ore di visita non furono sufficienti a soddisfare la mia voglia di vedere. Quando giunsi nell’ex Palazzo dello stato Maggiore, ora contenitore di tutta l’arte moderna dai pre-impressionisti ai giorni nostri, vidi i manifesti di una mostra d’arte moderna in corso in quei giorni e subito pensai: “quanto sarebbe figo fare una mostra qui!”.
Il resto è sorte benigna e voglia di intraprendere: durante un sopralluogo a Roma, ove pensavo di fare una mostra di Perilli alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, vengo in contatto con alcuni referenti del museo Hermitage di San Pietroburgo. Da lì in poi l’entusiasmo è cresciuto esponenzialmente, così ho presentato subito un progetto espositivo al museo. Il resto è stato impegno: immaginate soltanto, le difficoltà nel portare un elevato numero di opere dall’Italia a San Pietroburgo, organizzare i trasporti in un paese lontano e complicato come la Russia, scegliere le opere cercando di fare un’ottima selezione. I giorni prima della vernice come sempre sono stati frenetici ma il risultato, una volta entrato nelle maestose sale del Museo, mi ha ripagato ampiamente di tutti gli sforzi sostenuti.
Del progetto per la Galleria Nazionale d’Arte Moderna non si è fatto più niente?
Perilli è l’ultimo grande artista romano del dopoguerra ancora vivente e oltretutto lo scorso anno ricorreva il trentennale della sua grande mostra proprio alla GNAM datata, appunto, 1988. Con grande rammarico devo ammettere che sia il museo che le istituzioni sono state sorde a questo appuntamento… Un’altra occasione persa per la nostra bella Italia. Spero che dopo il clamore suscitato dalla mostra in Russia ci possa essere una nuova attenzione e si possano riprendere i discorsi interrotti.
Con quale spirito Perilli ha affrontato questa nuova avventura?
Da uomo pragmatico, diretto e senza veli quale è. Fin dall’inizio ha dato tutto il suo appoggio a questa idea quasi da sognatore. Perilli ha esposto in tutto il mondo e non aveva certo bisogno di un grande evento per conoscere il proprio valore. Ma il pubblico sì, e questa mostra a mio parere ne ha segnato la giusta consacrazione tra i grandi del nostro tempo. E una volta realizzata ed inaugurata ho avuto anche dal Maestro il suo “Bravo Luca, hai fatto un ottimo lavoro!”, che per me vale più di ogni altra cosa, e mi ripaga dei grandi sforzi fatti. Fondamentale è stato anche l’apporto della figlia Nadja, storica dell’arte, che oramai da oltre vent’anni anni si occupa dell’opera del padre. È stata la sua determinazione ed il suo coraggio a far nascere l’Archivio, proprio come sede fisica intendo, un luogo dove si studia e si cataloga tutta l’opera del Maestro. Questa continuità inoltre, fornisce ulteriori certezze e valore futuro alle opere, perché l’archivio continuerà a promuovere sempre il nome di Perilli con continue iniziative. Il Catalogo Generale dei lavori su tela è solo il primo passo.
Quali nuovi progetti sono previsti per questo 2019 appena iniziato?
Come ho detto, il progetto Perilli è appena agli inizi: tra poco uscirà il catalogo generale, inaugureremo in altri musei e varcheremo insieme l’oceano Atlantico per esporre a Miami e New York. Ci sarà anche una grande mostra italiana dislocata in più sedi, a cominciare ovviamente dalla mia galleria, che proprio quest’anno celebra i primi 50 anni di attività, sempre diretta dalla mia famiglia. Dopo un breve periodo di riposo poi, cominceremo a lavorare anche sul catalogo generale delle opere su carta.
Da stimato professionista del mercato dell’arte quale sei, ci puoi rivelare come sta reagendo il collezionismo italiano in questo difficile momento di recessione, soprattutto in riferimento all’opera di Achille Perilli?
Viviamo sicuramente un periodo di congiuntura economica molto difficile: il ruolo dell’Europa nel mondo, i suoi dissidi interni, le tensioni con i paesi più poveri e l’ascesa dei populisti non favoriscono certamente una serenità e una leggerezza negli investimenti, perché oramai, non scordiamocelo, l’arte per molti è diventata mera forma speculativa. Il mercato è sempre più isterico, spesso deviato da speculazioni commerciali di dubbio gusto e poco peso. Conta il nome, conta la battuta d’asta contingente, conta chi grida di più in televisione. Ma questo ha poco a che fare ha con la vera arte.
Ci sono però – e per fortuna – dei dati oggettivi, i fondamentali, come nel calcio. E sono dati concreti e dimostrabili. Sono le collaborazioni con i grandi artisti del proprio tempo, la riconoscibilità del proprio lavoro, l’aver lasciato una traccia indelebile nella Storia dell’Arte, quella con la S maiuscola. Perilli tutte queste caratteristiche le possiede, in maniera potente. Ed il mercato finalmente gliene sta rendendo atto, prova ne siano i numerosi articoli usciti in questi tempi su tutte le principali testate (a proposito: un grande grazie a voi di Espoarte!).
Abstract Art in Italy
Achille Perilli. Geometrie eretiche
a cura di Dimitri Ozerkovb e Luca Barsi
Con il patrocinio di Ambasciata Italiana a Mosca
Organizzazione generale Galleria Accademia – Torino
In collaborazione con Archivio Perilli – Roma e Museo Hermitage – San Pietroburgo
Catalogo Il Cigno Edizioni – Roma
Organization Partners Art Investment – Milano Giuseppe Morgana
18 dicembre 2018 – 3 febbraio 2019
Museo Hermitage di San Pietroburgo
Palace Square, 2, Sankt-Peterburg,
Russia, 190000
Info: +39 335 8024539
www.hermitagemuseum.org
www.achilleperilli.com
www.galleriaaccademiatorino.it