MILANO | Palazzo Reale | Fino al 24 settembre 2023
di MATTEO GALBIATI
Il giorno dell’inaugurazione abbiamo potuto percepire, con testimonianza diretta, l’emozione, palpabile, autentica, fortissima, del maestro Omar Galliani (Montecchio Emilia – RE, 1954) quando ha inaugurato, lo scorso mese di luglio, con giusta soddisfazione, la sua mostra personale, allestita nelle sale al piano nobile di Palazzo Reale, intitolata Diacronica. Il tempo sospeso. La sua è stata un’emozione che è filtrata anche dai curatori – Flavio Caroli e Vera Agosti – dai famigliari, dalle autorità presenti, dagli amici e dal numeroso pubblico intervenuto per omaggiarlo e celebrarlo. Non poteva che essere così vibrante e intensa la partecipazione di tutti ad un progetto espositivo che possiamo davvero definire straordinario, unico e, potremmo anche azzardare, irripetibile.
Nel tempo Galliani ci ha abituati ad imprese che, in luoghi anche lontanissimi del mondo e nei contesti più diversi e disparati, hanno rappresentato sempre al massimo grado di sensibilità la sua potente espressività artistica, descrivendone la poetica intensità segnica e il raffinato e sempre elegantissimo gesto figurale.
Eppure a Milano l’artista si è speso in un racconto divenuto differente, capace di disorientare anche lo sguardo del vero conoscitore esperto che ne ha sempre seguito attentamente le iniziative. Qui sono dislocate opere (oltre un centinaio) che disegnano un itinerario creativo e narrativo lungo cinque decenni: dagli anni Settanta a opere recenti, dalla quasi sconosciuta pittura ad olio alle superbe grafiti, la mostra in senso antologico documenta tutte le tipologie, le forme, i contenuti, i colori, le luci e le ombre che impongono la bellezza delle sue immagini. Fluiscono supporti e materiali, immaginazione e conoscenza, dalle carte alle tavole, dalle tele alle sculture, Galliani qui si produce in una dialettica raccolta emotiva in cui rimangono evidenti la coerenza della profondità con cui, nel tempo, si è speso infaticabile nel suo lavoro di artista.
L’urgenza dell’estetica delicata del maestro si sospende come un astro dalle infinite facce che illuminano, di volta in volta, gli universi temporali che ne hanno scandito la pratica ma, sebbene la sua ricerca sia copiosa e assai diversificata, in questa larga temporalità – molto ben documentata nello spazio milanese che di Galliani raccoglie questi oltre 100 capolavori – non ci si può esimere dal riconoscergli un’identità oltremodo radicata. Di principio e di sostanza, questo senso di appartenenza dei diversi soggetti – delle parti anatomiche, delle costellazioni, dei volti femminili, delle visioni oniriche, … – è mutuato da quella cognizione di procedere dentro una storia più grande.
Il peso del modello del passato, la grande arte trascorsa e il suo valore sono il barometro su cui Galliani ritma tutta la sua produzione, su cui stabilisce i presupposti di un’azione continuativa e sempre irrisolta perché mai appagata, mai davvero compiuta e soddisfatta. Il suo produrre è incessante, iterato, sorgivo. Non citiamo titoli specifici di questo o quell’altro lavoro, poiché tutti quanti – dai piccolissimi ai monumentali – concorrono a definire emblematicamente la sua volontà espressiva che trasfigura la verità di un operare affinata su un virtuosismo consapevole e tenace. Caparbio nel rivendicare l’appartenenza a ciò che è stato e a protendersi a quanto sarà. La temporalità degli uomini è disorientata dal ciclo vitale delle immagini di queste sue opere che attendono una riconferma continua di se stesse e del loro svelarsi. Non sono sirene ammaliatrici che con il loro canto irretiscono le menti e fanno perdere la contezza, al contrario, tutti i soggetti di Galliani, conservando una grazia peculiare, interrogano e pretendono attenzione e ascolto per ristabilire la possibilità di nuove conoscenze.
Nelle pieghe segniche dei blu, dei rossi, ma soprattutto degli ori e dei neri sono impresse le testimonianze essenziali di quello che sta un poco di lato all’esperienza di ciascuno di noi e, tra immaginazione e rappresentazione, la realtà prova sempre a riconfigurarsi con gli aspetti nuovi incontrati nella ricchezza del decorrere della storia. Una geografia temporale copiosa e complessa, traccia il percorso di un viaggio umano ed esistenziale in cui ad emergere maggiormente, più che la statura indubbia dell’artista, è la magnificenza dell’uomo che non nasconde mai le proprie emozioni, il proprio sentire, che non smargina mai brutalmente i propri sentimenti e le proprie passioni.
Ogni elemento presente nella reggia milanese è, in un certo senso, al proprio posto per cogliere, tra luminosità e ombre, tra i chiari e gli scuri, il valore simbolico dell’insegnamento di Galliani mentre ci regala – proprio dentro al nostro tempo fatto di superficialità e ridondanze – la consapevolezza del mito e la sua eroica capacità di presagire quel che noi siamo e quel che per noi sarà.
Abbiamo atteso gli ultimi giorni di apertura per recensire questa mostra, che è un vero e proprio viaggio dentro i tempi della ricerca di Omar Galliani, per celebrare senza la necessità del dovere il regalo grande che ci ha fatto con questa esposizione. Solo chi ha potuto visitarla – e rivederla più di una volta – davvero può comprenderne fino in fondo la raffinata logica sottesa. Allora grazie Omar per quegli universi in cui ci hai sorpreso e sospeso. Grazie per la tua poesia i cui prossimi passi attendiamo di seguire con trepidante e fiduciosa aspettativa.
Omar Galliani. Diacronica. Il tempo sospeso
a cura di Flavio Caroli e Vera Agosti
promossa da Comune di Milano-Cultura
prodotta e organizzata da Palazzo Reale e Archivio Omar Galliani
catalogo Corsiero Editore a cura di Vera Agosti con testi inediti di Flavio Caroli, Vera Agosti, Italo Tomassoni e Alessandra Tiddia, contributi critici di Eleonora Frattarolo e Giovanni Gazzaneo, poesie di Giuseppe Conte, Maurizio Cucchi, Seamus Heaney, Guido Oldani, Gian Ruggero Manzoni, Alda Merini, Roberto Mussapi, Alban Nikolai, Davide Rondoni, Massimo Silvotti e note personali di Omar Galliani
13 luglio – 24 settembre 2023
Palazzo Reale
Piazza Duomo 12, Milano
Orari: da martedì a domenica 12.00-19.30; giovedì 12.00-22.30; lunedì chiuso; ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura
Ingresso libero
Info: www.palazzorealemilano.it
www.omargalliani.com