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MANTOVA | Luoghi vari | 3 – 31 agosto 2020

Intervista a SIMONA GAVIOLI di Matteo Galbiati

Anche Mantova, nei tempi del distanziamento sociale imposto dal Covid-19, propone un progetto di arte pubblica e sociale diffusa, permettendo agli abitanti e ai turisti della stupenda città lombarda di cogliere istantanee di contemporaneità in uno tra i centri storici più ricchi, antichi e affascinati d’Italia.
Ne parliamo con la curatrice Simona Gavioli che ci racconta “GUARDAMI. Io sono Mantova”:

Quando avete sviluppato l’idea di “GUARDAMI. Io sono Mantova”?
“GUARDAMI. Io sono Mantova” è nato un po’ per caso durante il lockdown. Stavamo lavorando ad un altro progetto quando il Covid-19 ha imposto nuove misure di sicurezza per gestire l’emergenza sanitaria. Il mondo dell’arte è stato uno dei più colpiti ma noi non volevamo rassegnarci. L’arte non può e non deve fermarsi! Abbiamo quindi cercato di rimodulare il progetto pensato per Mantova adattandolo alle norme imposte dall’emergenza, realizzando interventi artistici di forte impatto e fruibili da tutti in totale sicurezza.

Simona Gavioli curatrice “GUARDAMI. Io sono Mantova”, Caravan SetUp

Su che specificità vi siete concentrati e come avete strutturato il progetto per “vestirlo” sulla realtà mantovana? Si parla delle “imprese rinascimentali” per arrivare ai poster attuali…
Già il progetto originario, di cui non voglio svelare troppo perché chissà, magari potremo realizzarlo in futuro, nasceva con l’obiettivo primario di valorizzare la città e il territorio mantovano. Mantova è una città stupenda le cui bellezze sono a tratti celate. I grandi palazzi storici nascondono al loro interno tesori ancor più preziosi, ma non sempre visibili. I vicoli del centro custodiscono piccolo segreti artistici. La natura del territorio, i fiori, le piante e i laghi, risplendono particolarmente in alcuni momenti della giornata o dell’anno o con particolari condizioni atmosferiche, quando emanano bagliori infuocati sfumati dalla nebbia che sale dalle acque del Mincio. Tutto questo lo conosce solo un mantovano o chi ha trascorso un periodo medio-lungo nella città. Il progetto vuole invece svelare finalmente questi segreti a chiunque, così che tutti possano godere di queste bellezze. Una volta individuato lo spazio espositivo ideale, cioè quello del manifesto pubblicitario, il collegamento con le imprese rinascimentali è stato spontaneo. Le opere pensate per il progetto mettevano in risalto le peculiarità della città di Mantova, proprio come avveniva nelle imprese di cui per altro la città è piena, basti pensare alla salamandra di Federico II Gonzaga che decora le pareti di Palazzo Tè. Il collegamento con l’impresa rinascimentale ci consente inoltre di ricongiungere idealmente la città con il suo passato rinascimentale, il momento in cui la sua gloria e la sua magnificenza riecheggiavano in tutta Italia e non solo, legando passato e presente, storia e contemporaneità attraverso l’arte.

Come avete scelto/chiamato gli artisti? Da cosa vi siete fatti guidare nella loro selezione?
Le bellezze mantovane che il progetto vuole mettere in luce sono quelle meno scontate e meno conosciute. Nella selezione artistica dunque il primo punto preso in considerazione era un’approfondita conoscenza della città da parte degli artisti coinvolti. Era necessario selezionare artisti mantovani (continuando l’opera di valorizzazione del territorio) o artisti che avessero già lavorato in città e che ne conoscessero i segreti abbastanza approfonditamente da essere in grado di reinterpretarli. Contemporaneamente ci interessava coinvolgere artisti quanto più eterogenei possibili, così da offrire sguardi diversi e molteplici interpretazioni del tema. Gli artisti selezionati differiscono infatti per stile, poetica e tematiche e sono stati in grado di realizzare una narrazione vivace e variegata.

Marta Lonardi, Tracce nella nebbia

Chi sono gli artisti e cosa presentano? Ci riassumi i diversi interventi e come si connettono tra loro?
Ogni artista analizza la città e la reinterpreta da un punto di vista diverso e ci permette di vedere Mantova da nuove prospettive.
Angelo Camillieri ci offre uno sguardo antropologico. Le sue due immagini sono tratte dal più ampio progetto fotografico Muri di luce, lavoro di fotografia e arte partecipata che coinvolge il quartiere mantovano di Lunetta e soprattutto i suoi abitanti.
Anche Giuseppe Gradella realizza un’opera fotografica ma completamente diversa dalla precedente. Recupera il mito greco della profetessa Manto, figlia di Tiresia e madre di Ocno, fondatore della città di Mantova e la ritrae mentre esce dalle acque del Mincio, circondata dagli elementi naturali tipico del territorio.
Il duo artistico l’abx, con la loro opera Stupisci Mantova! si sofferma e reinterpreta in chiave contemporanea l’elemento decorativo-architettonico del mascherone rinascimentale.
La giovane mantovana Marte Lonardi realizza invece con le tecniche del collage, della pittura e del disegno, una mappa della città, i cui frammenti sono frutto di una reinterpretazione dei luoghi attraverso i suoi ricordi.
Margherita Paoletti ci regala due immagini in cui Mantova è personificata e raccoglie al suo interno tutte le sue meraviglie. Il tutto realizzato con un abile tecnica grafico-incisoria.
Chiara Riberti reinterpreta in chiave ironica e divertente quegli elementi un po’ scomodi, come la nebbia e le zanzare, ma che sono invece caratteristici dei momenti in cui Mantova secondo l’artista è al suo massimo splendore, l’estate e l’autunno.
Alessandro Sanna, utilizzando una tecnica che ricorda l’acquerello, realizza due opere molto diverse. Nella prima sceglie di omaggiare non un edificio o un elemento della città, ma una persona, Tazio Nuvolari, il mantovano volante. Nella seconda realizza il profilo di Piazza Sordello che fa da sfondo all’incontro fra un cavaliere e un motociclista, metafore del passato e del presente cittadino.
Laura Scala ha invece realizzato un’opera che richiama inevitabilmente l’arte incisoria. Gli edifici, le torri, il castello, i cortili e i giardini sono collegati fra loro da corridoi e gallerie dando origine a una mappa onirica della città.
Ultimo, ma non ultimo, abbiamo Zualidro che attraverso il suo immaginario variegato reinterpreta in chiave contemporanea, ironica e psichedelica gli affreschi della Camera degli Sposi di Palazzo Ducale.

Alessandro Sanna, Nuvolari lento

Quale relazione c’è tra opera e luogo dove è esposta?
I manifesti pubblicitari individuati per l’affissione delle opera sono quelli posti all’ingresso della città. Volevamo infatti accogliere da subito il visitatore, abbracciarlo e guidarlo all’interno della città, preannunciargli che stava per addentrarsi in un luogo meraviglioso e che doveva stare all’erta per non perdersi nessuna delle bellezze segrete di Mantova. Nell’assegnazione delle single opera agli spazi ci siamo fatte guidare in alcuni casi da un’estetica della somiglianza e in altri del contrasto. Ci saranno alcune opere che sembreranno abitare il loro luogo naturale, i cui colori ed elementi si sposano alla perfezione con l’ambiente che le ospita. Allo stesso tempo ne troveremo delle altre che invece romperanno con l’ambiente circostante andando a generare una sensazione di spaesamento e spiazzamento per sottolineare la varietà delle bellezze cittadine.

C’è anche un importante risvolto green per “GUARDAMI. Io sono Mantova”, penso ai tour in bicicletta e ai materiali eco-friendly… Perchè è importante mettere in risalto questo aspetto di etica sociale?
Tutti i nostri progetti, in maniera più o meno esplicita e concreta, si occupano di sostenibilità. È necessario che l’uomo capisca e sia cosciente di abitare la Terra, non di possederla, e che è quindi necessario proteggere e tutelare il pianeta dalle nostre stesse azioni, per una prospettiva di vita migliore non solo per noi ma anche per il futuro. Crediamo fermamente che la sostenibilità ambientale non debba essere vista come una cosa “altra” dalla nostra vita, ma anzi che vada inserita nella nostra quotidianità, perché in ogni settore esistono delle buone pratiche da poter seguire, anche nell’arte. Per “GUARDAMI. Io sono Mantova” abbiamo scelto di utilizzare esclusivamente materiali naturali e al 100% biodegradabili così da non generare alcun tipo di inquinamento. Contemporaneamente abbiamo pensato di organizzare dei tour in bicicletta per riscoprire la poesia di questo mezzo e fidelizzare il pubblico ad una mobilità sostenibile.

Giuseppe Gradella, Manto

Che riscontro state avendo?
Talmente positivo da risultare quasi inaspettato. Si sta parlando veramente molto del nostro progetto, le persone ne sono entusiaste! Molto probabilmente in questi mesi di lockdown è nato un forte bisogno di bellezza, si è sentita e si sente tutt’ora la mancanza dell’arte, e questo progetto di così facile fruibilità ha forse colto nel segno, anche se non sta a noi dirlo. Quello che possiamo dire è che la cosa più bella è ricevere foto dalle persone che si imbattono nelle opere che dicono “Eccola! Ne abbiamo trovata una!!”, come se fosse una caccia al Tesoro, che poi è proprio quello che volevamo!

Previsioni e sviluppi per il futuro?
Ci piacerebbe poter ripetere questo progetto nella città di Mantova, e vedere questa come se fosse una prima edizione, e perché no, anche esportarlo in altre città, ma al momento sono solo speranze, non c’è nulla di concreto.

“GUARDAMI. Io sono Mantova”
a cura di Simona Gavioli
in collaborazione con Lavinia Bottini per Caravan SetUp
parte del Piano Mantova per la cultura promosso dal Comune di Mantova
nell’ambito del C-Change. Arts and Culture leading climate action in Cities e ARC³A – Azioni di Resistenza Climatica Collettiva di Cultura e Arte

Opere di: Angelo Camillieri, Giuseppe Gradella, l’abx, Marta Lonardi,  Margherita Paoletti, Chiara Riberti, Alessandro Sanna, Laura Scala, Zualidro

3 – 31 agosto 2020

Luoghi vari
Mantova

Info: www.comune.mantova.gov.it
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