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Loredana Galante è un’artista poliedrica che lavora con l’installazione, il video, la performance, i workshop con le fasce più deboli della popolazione come donne, anziani, bambini, detenute, organizzando eventi che si configurano come rituali collettivi.
Nella pratica performativa si afferma la volontà dell’artista di creare un contatto vitale con il pubblico portando in scena nuovi meccanismi di relazione e coinvolgimento sociale, politico, culturale e sentimentale che permetta all’individuo di percepire l’esperienza dell’arte come un percorso formativo e nobilitante.
Come già sottolineava Achille Bonito Oliva nella presentazione Una question(e) pubblica, l’operazione artistica di Loredana Galante è «frutto di un desiderio, quello di sdrammatizzare il senso della vita, infantilizzare il processo creativo, democratizzare le procedure dell’arte per affermare un armistizio, l’intervallo tra arte e vita».

Chiara Canali: Come mai hai voluto intitolare Mood Traveller il tuo nuovo progetto presso la galleria Il Torchio – Costantini?
Loredana Galante: Il titolo mi sembrava descrittivo della condizione in cui gli essere umani vivono: in movimento tra continui avvenimenti, ricordi, incontri, prove… e i relativi stati d’animo che sono a loro volta spiazzanti, spaesanti e producono spostamenti. Mood traveller evoca Città geografiche e Città dell’anima, vere e immaginate, da visitare, da scegliere, da materializzare o da sciogliere, in cui stare, tornare o lasciare.
È un viaggio complesso ed interessante. Si consiglia: “di lasciarsi andare al flusso , alla varietà di energie, al carattere climatico e materiale dell’ esperienza”¹

Quanto influisce la dimensione emotiva-emozionale nell’elaborazione di ogni ricerca espressiva?
Tanto. Alle volte il mio lavoro mi sembra una grossa tinozza d’acqua, dove sciacquo i panni sporchi. Il mio lavoro è fatto di acqua sporca, la mia e quella degli altri.
L’obbiettivo è di stendere qualcosa ad asciugare che si possa riutilizzare di Nuovo.
Atlante delle emozioni, geografia emozionale, emozione dal latino “ex-movere” significa “muovere fuori” e “com-muovere”. Espongo e mi espongo: una concessione rara che ci libera dall’isolamento e fonde le nostre unità separate…Occorre scegliere se accettare o no il balzo della fede richiesto dal processo creativo, di avviare un processo di fiducia, liberandosi nel grande gioco-rito inutile dell’arte che è spaesamento e messa in questione, e fatica di un impegno straordinario.

Nell’assetto espositivo ritroviamo anche opere precedenti come: Collezioni di farfalle, Gabbietta, Riflessi Vaghi, Oiseaux chantant en promenade (le casette degli uccellini – borsette), “i microabiti”. Che significato rivestono all’interno del tuo percorso artistico?

Le opere precedenti sono state tutte rendez-vous di un percorso d’introspezione e di autoanalisi. Farfalle, uccellini, gabbie senza porta, casette da portare a spasso hanno in comune la leggerezza e la facilità di spostamento, ma ci sono anche quelli che chiamo i “porti-quiete”, posti sicuri per raccogliersi e riposare.

Per la prima volta, a corredare le tue installazioni interattive è presente in mostra una serie di tele pittoriche di grande formato, realizzate a tecnica mista. Da uno sfondo piatto a campiture orizzontali, secondo la texture delle tappezzerie orientali, emergono segni grafici e calligrafie minuziose che mescolano elementi decorativi e spunti figurativi. Come si lega questa produzione all’attività più propriamente performativa e installativa?
I dipinti comprendono sbalzi temporali di stile, citazioni, l’incongruenza dei sogni, l’evocazione dei viaggi, la stratificazione delle esperienze ma anche il cambiamento.
Ho fatto pittura all’accademia, non ho mai abbandonato il pennello e, nel dipingere, mi sento autonoma. Le forme che mi prendono le costruisco, le disegno, le dipingo. Alle volte sono bidimensionali poi tridimensionali, in altre viene prima la versione tridimensionale. Credo di dire le stesse cose con mezzi diversi e sui quadri posso anche scriverle.

Tra le tue più recenti performance, Precious gifts ha scelto diversi siti nel centro di Dubai. I “precious gifts” sono oggetti senza valore, di diversa forma, foggia e fattezza, bagnati in una colata d’oro, a simulare lo sfarzo scintillante, ma corredati di un foglietto di carta su cui sono trascritte frasi poetiche di differente provenienza. Questi preziosi manufatti sono stati donati agli abitanti della città di Dubai quale memorandum d’amore, tesoro di saggezza e sapienza. Qual era l’intenzione e la finalità di questo atto gratuito?

Il denaro è il parametro e la misurazione dei meriti, penetra e possiede l’essere umano in un amplesso sfinente senza orgasmo. L’attesa di ciò cui aneliamo annienta il piacere ed il valore di ciò che possediamo. Ma non è sempre così ci si può riscattare sia dal denaro sia dalla monetizzazione del tempo. L’atto gratuito è un sistema, così come l’allenamento alla condivisione e ad un atteggiamento “collettivo” e d’interdipendenza.
«Getta il tuo pane nell’acqua finché con il tempo lo ritroverai». ²

Mi potresti accennare in cosa consiste il tuo prossimo appuntamento nel Burkina Faso assieme a una comunità di artisti internazionali?

È un progetto Unesco per un monumento per la pace. Ho accettato sapendo solo che mi verranno a prendere all’Aeroporto di Oganaudo… che starò in una local habitation o tenda, con artisti internazionali ed artisti locali. Parto con un po’ di materiale, una pila e vestiti africani. Non ho potuto fare a meno d’iniziare a confezionare borsette leopardate.
Il contenuto ed il contenitore, altra riflessione ricorrente. In questo caso il contenitore è in progress ed ho grandi aspettative a proposito del contenuto.

¹ Pierre Lévi, Il fuoco liberatore
² Ecclesiaste 11,1

La mostra in breve:
Loredana Galante. Mood Traveller
COSTANTINI Arte Contemporanea – Il TORCHIO Galleria d’Arte
Via Crema 8, Milano
Info: +39 02 58318325
www.iltorchio-costantini.com
Fino al 10 luglio 2010

In alto da sinistra:
Oiseaux chantant en promenade
Mood Traveller – stazione centrale

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