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La Biennale di Venezia 2017 | Padiglione Guatemala

Intervista a DANIELE BONGIOVANNI di Chiara Serri*

Paesaggio come eco di una bellezza immutabile. Utilizzo della tecnica classica dell’olio steso per velature successive ed immissione di nuovi pigmenti – fluo ed acrilici – che aprono al contemporaneo. Nelle opere di Daniele Bongiovanni, la natura emerge gradualmente dalla pittura, tra dato reale e slancio onirico. Invitato da Daniele Radini Tedeschi, espone con il gruppo El círculo mágico all’interno del Padiglione del Guatemala alla Biennale di Venezia, nell’ambito di un progetto dedicato alla natura e alla spiritualità.

La mostra del Padiglione del Guatemala s’intitola La Marge. Qual è il suo rapporto con il margine? Limite della tavola, confine tra figurazione e astrazione…
Sia nell’arte che nel quotidiano, considero i dettagli fondamentali. Pensiamo alle parole, ad uno scritto, all’opera in tutte le sue forme: ciò che rende nuova e interessante la comunicazione – in un momento come questo, dove quasi tutto è già stato detto, scritto e fatto – è il particolare. Esso vive nel margine, e se non monitorato, diventa invisibile quanto insopportabile. Parlando di stile, la mia pittura cerca di essere fedele a se stessa, pur non incasellandosi in una condizione troppo definita: astrazione, figurazione tradizionale, il sociale, il messaggio necessariamente filosofico… Il mio lavoro abbraccia una condizione eclettica, sia per quanto riguarda la composizione, sia per quanto riguarda il suo stesso significato o significante. Tecnicamente parlando, rispetto regole ben precise, ma cerco di non sottovalutare mai il pensiero laterale, complice volontario del rigore. Da un punto di vista espressivo, mi servo anche di quella che chiamo “intelligenza della mano”.

Veduta del Padiglione Guatemala. Foto: Diego Santamaria

Veduta del Padiglione Guatemala. Foto: Diego Santamaria

Porta alla Biennale di Venezia la serie Natura con Deus. Trenta tavole di piccole dimensioni in cui i lacerti di un paesaggio – ricordato o forse immaginato – si stemperano in atmosfere oniriche. Natura e pittura? L’importanza dell’esposizione sequenziale?
Il bello oggettivo, la bellezza utile e immutabile, quella che non viene filtrata e mai rappresentata da finti canoni e stucchevoli mutazioni, la troviamo solo in natura, nella parte più sofisticata del paesaggio. Da anni ho intrapreso uno studio sull’estetica generale, sul rapporto tra arte e realtà. Ancora oggi sono colpito da questa disciplina. Ovviamente non rimango ancorato solo ad una certa ricerca, aggiungo sempre qualcosa di nuovo, un corpo centrale. È come contestualizzare un elemento dentro un grande spazio. Qui ho immesso il “Deus”, che non ha una valenza teologica, né di fede universale, antiumanistica, ha solo l’obiettivo di parlare, paradossalmente, dell’indicibile, di quel qualcosa che non è stato ancora svelato e trascritto. Se la pittura si fa bella grazie alla consistenza sia materiale sia spirituale della natura, è giusto farne una sorta di trattato visivo. La sequenza, poi, è come la grammatica, quando hai assorbito bene la regola vai di getto. E qui si viene a creare un certo equilibrio, che cerca di non affaticare mai la percezione.

Associa alla tecnica classica dell’olio steso per velature successive una scelta cromatica particolare, che attinge anche all’ambito pop con tinte fluo…
Le particolari tinte fluo sono degli eccessi, sono i soggetti estranei, diventano “cose” invadenti, che vengono positivamente occultate dalle varie stesure di colore. È un po’ come omaggiare o incastrare un frammento di modernità in un contesto classicheggiante.

Daniele Bongiovanni, Natura con Deus, 2016, dettaglio

Daniele Bongiovanni, Natura con Deus, 2016, dettaglio

Progetti in cantiere?
A luglio parteciperò alla fiera Market Art + Design di Hamptons, New York, con Alias Project, una combinazione tra alcuni elementi della serie InEtere, che ho già esposto a Torino, con alcuni elementi della serie Nimble, presentata presso l’Arts & Entertainment District di Miami. Ci sarà quindi una mostra personale, ancora in fase di realizzazione, a cura di Claudio Strinati.

Padiglione del Guatemala

La Marge

Sede: Palazzo Albrizzi Capello, Cannaregio 4118
Commissario: José Luis Chea Urruela, Ministro della Cultura del Guatemala
Curatore: Daniele Radini Tedeschi
Artisti: Cesar Barrios, Lourdes de la Riva (Maria De Lourdes De La Riva Gutierrez), Arturo Monroy, Andrea Prandi, Erminio Tansini, Elsie Wunderlich, El círculo mágico.

Info: www.biennaleguatemala.com

www.danielebongiovanni.com

*da Espoarte #97

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