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BRA (CN) | Associazione Il Fondaco | 10 maggio – 7 giugno 2014

“Come possono apparire ancora credibili…. le grandi narrazioni di legittimazione? Ciò non significa che nessuna narrazione sia più credibile. Per metanarrazione o grande narrazione io intendo precisamente delle narrazioni (narrations) a funzione legittimante. Il loro declino non impedisce a miliardi di storie, più o meno piccole, di continuare a fungere da trama del tessuto della vita quotidiana. …Nella narratologia generale sussiste un elemento metafisico, che non è stato sottoposto alla critica, un’egemonia che è stata data – prima di tutti – ad un genere e precisamente a quello narrativo, una sorta di sovranità delle piccole narrazioni che consentirebbe di sfuggire alla crisi di legittimazione. Esse sfuggono, questo è sicuro, ma solo perché non hanno nessun valore legittimante.”[Jean-Francois Lyotard: Annotazioni a margine alle narrazioni, 1984]

Con Approccio Al Sostanziale. La sovranità delle piccole narrazioni torna la serie di mostre intitolata Cammino ideata dall’Associazione Il Fondaco di Bra (CN) e giunta alla seconda edizione. Un viaggio – curato da Lóránd Hegyi – attraverso le opere di Ruth Barabash, Nicolas Brun, Elzevir, Ugo Giletta, Domenika Horakova, artisti la cui pratica creativa e il cui interesse poetico si riferiscono agli ambiti immaginari delle micro-narrazioni: racconti illustrati, che attraverso suggestioni e fantasie legano le esperienze e ricordi creando un ponte tra le esperienze vissute e le prospettive future, immaginarie. Narrazioni piccole, personali che proprio nel loro carattere intimo nascondono il germe della loro universalità: un’unicità che racconta differenti contesti sociali e antropologici, rendendole vere e proprie metafore di vita.

Elzevir, Still life today, number 4, 2014, oil on wood, cm 20x30

Il curatore definisce con queste parole il suo nuovo progetto:

“La sovranità delle piccole narrazioni, citata da Jean-Francois Lyotard, si basa sulla percezione del significato poetico delle microsituazioni sottili, immediate, apparentemente insignificanti, che riflettono le costellazioni antropologiche senza astrazioni ideologiche, e che possiedono dei legami empatici tra i vari contesti, tra diversi ambiti di vita e sistemi di linguaggio. Le piccole narrazioni, come sostiene Lyotard, non hanno alcuna pretesa di un valore generale legittimante, di alcun riconoscimento universale, astratto – e quindi eticamente e politicamente obbligatorio -, collettivo, addirittura ideologico; rimangono nell’ambito del poetico, del personale, del singolare, delle microrealtà suggestive con immediato effetto emozionale e immaginario. La loro sensibilità tocca le zone sottili delle costellazioni antropologiche; la loro interiorità empatica fa riferimento ad ambiti nascosti, intimi ed emozionali dell’orientamento umano; i loro accenni poetici aprono le vie verso escursioni e connessioni immaginarie. L’intimità silenziosa, apparentemente priva di eventi, senza pretese e fragile delle piccole narrazioni resiste all’ambizioso e forzato tentativo di generalizzazione e alla totalizzazione astratta, che cerca di subordinare gli svariati e innumerevoli eventi e le connessioni sottili ad un singolo sistema di base monolitica, ad un senso monolitico, assolutizzato. Anziché da gerarchia, totalità, linearità e necessità, le micro-narrazioni sono caratterizzate da fluidità, ambiguità, relatività e da costellazioni effimere, provvisorie, fugaci e singolari.
Nella crisi delle grandi narrazioni universali, totalizzanti, le quali non possono più offrire delle prospettive credibili di una generalizzazione storicamente ed eticamente realistica e antropologicamente sensibile, l’artista trova nelle micro-narrazioni le prospettive poetiche di un impegno empatico ed emozionalmente efficace. Ciò comporta anche un approccio delicato, tollerante, capace di immedesimarsi nelle rispettive costellazioni antropologiche complesse e sottili, in cui la sensibilità poetica genera luoghi immaginari, rappresentazioni suggestive, nuovi legami, senza aspirare a una generalizzazione unilaterale, totalizzante, astratta. L’effetto poetico di queste micro-narrazioni rimane sempre nell’ambito della responsabilità individuale dell’artista, rimane quindi singolare, concreto, immediato e personale. “L’insieme di tutto ciò che oggi è in gioco con ogni dichiarazione artistica, è garantito proprio da tale dichiarazione in quanto singolare; nella sua singolarità questa dichiarazione non è più “soggettiva” di qualsiasi altra, poiché nessuna dichiarazione ha il privilegio dell’obiettività. Tali tentativi e tali dichiarazioni nascono sì “nell’essere” ma non sotto i suoi occhi.
“Ogni opera rappresenta un micro-universo” dice Lyotard, sottolineando che la vera rilevanza artistica delle rispettive micro-narrazioni nasce all’interno della concretezza antropologica delle costellazioni uniche e singolari, la quale non necessita di alcuna legittimità astratta, costituita al di là della singolarità concreta del micro-universo, ovverosia mette in discussione questo genere di legittimità universale, monolitica. Con ciò viene anche posta in modo diverso la questione della responsabilità o della competenza dell’artista rispetto a quanto avviene nelle culture monolitiche, gerarchiche delle narrazioni di legittimazione mitologiche o scientifiche.”

Approccio Al Sostanziale. La sovranità delle piccole narrazioni
a cura di Lóránd Hegyi

Artisti: Ruth Barabash, Nicolas Brun, Elzevir, Ugo Giletta, Domenika Horakova

Associazione Il Fondaco
Via Cuneo 18, Bra (CN)

Orari: Giovedì, Venerdì, Sabato 16.00/19.00 su appuntamento

Info: 3397889565 / 3479632508
info@ilfondaco.org
www.ilfondaco.org

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