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VERONA | Museo Lapidario Maffeiano | 16 ottobre – 13 dicembre 2015

Sul filone degli omaggi dedicati ad Emilio Salgari dall’undicesima edizione di ArtVerona, Studio la Città presenta, in collaborazione con la Direzione Musei d’Arte e Monumenti del Comune di Verona e Veronafiere, l’allestimento site specific di Herbert Hamak al Museo Lapidario Maffeiano intitolato Il tesoro misterioso dal celebre racconto di Emilio Salgari.
In uno dei più antichi musei pubblici d’Europa Herbert Hamak dialoga con i tesori, “nascosti” e non, dello straordinario Museo settecentesco che si affaccia su Piazza Bra’. Le sue opere in resina, custodi di piccoli manufatti e di pigmenti colorati, si alterneranno ai preziosi reperti conservati nelle sale museali, mentre nel giardino alcuni elementi evocheranno il tracciato dell’antica cinta urbana di cui un segmento è visibile nel sotterraneo del Museo.

Il cortile del Museo Lapidario Maffeiano Foto Ottica Nodari

Nel 2007 Herbert Hamak fu chiamato a realizzare un intervento nel complesso monumentale di Castelvecchio alla luce della riapertura al pubblico dei camminamenti di ronda. Ultramarinblau Dunkel Pb 29.77007, era l’installazione che si presentava incastonata tra i merli della cinta muraria che circonda il cortile del Castello.

«La città di Verona – racconta Hamak – è stata il primo luogo dove ha avuto inizio, oltre 25 anni fa, il mio rapporto con l’Italia che dura tuttora. Quando sono arrivato qui per la prima volta ho avuto una sensazione simile a quella dei viaggiatori del XIX secolo provenienti dal Nord, dalla terra della Sehnsucht, cioè di quell’insieme di struggimento e nostalgia, sentimenti che sono in contrasto con la presunta allegria del Sud. Guardando i film degli anni ‘50 mi ero fatto una certa idea dell’Italia, ma una volta qui mi resi subito conto che questa non rispecchiava la realtà. La cosa che più mi aveva colpito era l’architettura medievale della città, in gran parte ben conservata soprattutto nella parte museale di Castelvecchio. Questa ex costruzione militare con severi mattoni a vista guarda una città ricca di dimore decorate in esterno e il colore di quelle case mi colpì moltissimo».

Ora a distanza di anni – quasi un completamento di quell’intervento – Hamak interviene con un allestimento site specific nel giardino del Museo Lapidario Maffeiano proprio in corrispondenza del proseguimento di quella stessa cinta che aveva ornato nel 2007 e con il medesimo intento che lo ha portato nel passato a colorare la città. Qui, nel giardino del museo, l’artista tedesco interviene in maniera duplice. Da un lato, in stretta correlazione con lo spazio suggestivo del sito, fa appunto riemergere il muro di cinta sottostante con un invito rivolto alla memoria e alla riscoperta di ciò che è meno visibile, quasi nascosto come sono le fondamenta dell’antica cinta urbana di cui un segmento è visibile nel sotterraneo del Museo; mentre la trave che campeggerà appoggiata al muro, altro non è che una delle sue lance blu che solcavano il camminamento e che qui ritornano come citazione.

Installation view - Untitled 2015 Resina / Resin 80,8 x 113,2 x 18 cm courtesy Studio la Città, Verona

«Verona era per me una città del colore. Fu per questa ragione che scelsi il blu oltremare per la mia installazione, un colore che in Italia è considerato carico di emozioni e che, al tempo stesso, fa parte dei colori araldici della città. Nel 2007 volevo sottrarmi alla tentazione di creare qualcosa che avesse le sembianze di una citazione storica, e decisi quindi di “mettere i colori” sui merli dei camminamenti, così da restituire alla città un po’ della sua cromaticità. Quando poi quest’anno mi è stato chiesto un intervento al Museo Lapidario Maffeiano, che ho scoperto essere collegato al castello grazie alle antiche mura della città, ho pensato che avrei potuto continuare il mio progetto, ovvero colorare la città!»

Il dialogo con l’architettura del luogo troverà ulteriore espressione nell’intervento sulla terrazza al primo piano del museo, pensato per essere visto dall’esterno del Palazzo. Qui una serie di blocchi blu – gli stessi utilizzati nell’installazione del 2003 sull’esterno della Cattedrale di Atri dove “impreziosivano“ la facciata conferendole l’aspetto di un libro religioso – “abbracceranno” la ringhiera per tutta la lunghezza della terrazza del museo perpetuando l’intento dell’artista di omaggiare un luogo-tesoro della città e “colorare la città” stessa come aveva iniziato nel 2007 a Castelvecchio.

Installation view, Millefiori H1268N 2015 Resina e pigmenti su tela / Resin and pigments on canvas 156 x 8,5 x 21,5 cm courtesy Studio la Città, Verona

La relazione tra spazio interno ed esterno e tra spazio privato e aperto continua nelle sale del museo dove l’intervento molto contestualizzato si lega all’omaggio che accompagna sia un viaggio salgariano, sia il viaggio nell’aldilà: ecco che allora alcuni reperti sono custoditi nelle resine a ricordare quella che Herbert Hamak ha definito «la scoperta e la conservazione da un lato, e il momento della materializzazione dell’idea artistica e della genesi dell’intuizione di forme espressive» dall’altro. A proposito di queste nuove opere, Marco Meneguzzo osserva che ciò che affascina è il mistero più che lo svelamento dell’oggetto custodito nel blocco di resina.

Installation view - Senza titolo (Amaranto) 2015 Resina e pigmenti su tela / Resin and pigments on canvas 24 x 400 x 8 cm foto / photo Michele Alberto Sereni courtesy Studio la Città, Verona

«[…] Hamak “costruisce” letteralmente il mistero e già in questo mette in atto una capacità che non è comune, perché a rigor di termini, un mistero non si costruisce, ma “è”: invece, immergendo qualsiasi “cosa da questo mondo” nella resina, si stabilisce quella “lontananza” che nella realtà è costituita da appena qualche centimetro di resina semitrasparente, ma che nell’immaginario è costituita più dal tempo che dallo spazio e colloca l’oggetto in una regione fantastica.
La mancata identificazione subitanea della “cosa”, infatti, consente alla fantasia di immaginare più ipotesi sulla sua natura, e molteplici livelli di narrazione su di essa, proprio a partire dal suo stato fisico, ed è proprio questa strana contraddizione tra la percezione di una semplice realtà – un oggetto imprigionato in un blocco di resina – e i possibili percorsi immaginativi – Da dove viene? Perché è imprigionato? Da quanto tempo lo è? … e per ultima, ma paradossalmente non la più importante, Che cos’è? – a costituire non soltanto il mistero dell’oggetto, ma il mistero stesso dell’arte che riesce a creare misteri».

Il tesoro misterioso. Herbert Hamak al Museo Lapidario Maffeiano
a cura di Hélène de Franchis e Paola Marini

16 ottobre – 13 dicembre 2015
Inaugurazione: venerdì 16 ottobre 2015, ore 19.30

Museo Lapidario Maffeiano
Piazza Bra’ 28, Verona

Orari: da martedì a domenica dalle 8.30 alle 14.00 – la biglietteria chiude alle 13.15
sabato dalle 8.30 alle 19.30 – la biglietteria chiude alle 18.45
Visite guidate: domenica 18 ottobre alle ore 10.00

Info: +39 045 590087
www.museomaffeiano.comune.verona.it
+ 39 045 597549
ufficiostampa@studiolacitta.it
www.studiolacitta.it


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