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Scusa, sono al cinema #14

a cura di Mila Buarque

Protagonisti i corpi bisognosi di un contatto per troppo tempo negato negli ultimi film che abbiamo visto nel troppo breve soggiorno veneziano.

Il primo è il corpo di Kadir, protagonista di Abluka del regista turco Emin Alper, che dopo vent’anni esce di prigione grazie ad un accordo con i servizi segreti: dovrà cercare nei rifiuti segni della presenza di terroristi nel suo quartiere. Nel frattempo cerca di ricostruire un rapporto di reciproco aiuto e affetto con il fratello minore. Il continuo negarsi di quest’ultimo, che abbandonato dalla moglie cerca invece conforto nella compagnia di un cane, la frustrazione di sentire insistentemente i rumorosi rapporti sessuali della bella vicina Meral lo spingono a costruire nella propria mente una inesistente congiura con esiti tragici. Le interessanti atmosfere, in una Istanbul molto lontana dalla magica città che tutti immaginiamo e la sensibilità che dimostra Alper nel dipingere la triste e solitaria vita dei protagonisti, vengono purtroppo sviliti dalla frammentarietà della narrazione che rende difficile per lo spettatore seguire le vicende che si succedono sullo schermo.

Abluka_Frenzy_Berkay_Ates

Frammentarietà presente, ma con ben altri esiti, anche in Sangue del mio Sangue di Marco Bellocchio, con un salto temporale di oltre cinquecento anni fra aristocratici vampiri, rappresentanti dell’inquisizione e improbabili ispettori della finanza. Il tutto ambientato nella Bobbio dove il regista è nato. E anche qui corpi: quello della monaca Benedetta (Lidiya Liberman), torturata e poi murata viva a causa dei rapporti peccaminosi che hanno portato al suicidio del suo confessore/amante. O quelli di Maria e Marta (Alba Rohrwacher e Federica Fracassi) che, mai state amate, condividono il letto del bel Federico (Pier Giorgio Bellocchio). O ancora il corpo quasi trasparente nella foto di gruppo del Conte-Vampiro (lo straordinario Roberto Herlitzka) che ha deciso di scomparire dalla quotidianità. Nato come la somma di due cortometraggi il film trova proprio nel forte contrasto di ritmi e atmosfere dei due episodi, il suo più grande motivo di interesse. Ci pare che il Maestro emiliano invecchiando abbia trasformato la sua rabbia giovanile in un affettuoso disincanto nei confronti del mondo che dà al tutto un divertente tono ironico.

Sangue_del_mio_sangue

Corpi disegnati, ma non per questo meno capaci di provare emozioni vere e intense, in Anomalisa di Charlie Kaufman. Il geniale sceneggiatore (Essere John Malkovich, Se mi lasci ti cancello, ndr) alla sua seconda prova dietro la macchina da presa dopo l’intrigante Synecdoche, New York, decide infatti di utilizzare la tecnica dello Stop-Motion. Siamo però molto lontani dall’animazione per l’infanzia. Il protagonista Michael Stone, un esperto di tecniche di gestione dei customer care, vive in un mondo dove gli sembra che tutti abbiano la stessa voce maschile, che siano l’uomo seduto vicino a lui in aereo o sua moglie e il figlio. Solo e infelice durante un viaggio di lavoro a Cincinnati, dove deve tenere una conferenza, prova a contattare una vecchia fiamma che aveva abbandonato senza nessuna spiegazione, ma l’incontro è catastrofico.

Anomalisa

Tornato in camera, al colmo della disperazione, improvvisamente, in mezzo ai rumori dell’Hotel, sente una voce femminile. Scopriremo che è quella di Lisa, l’Anomalisa del titolo, la dipendente di un customer care venuta appositamente per ascoltarlo. Non è particolarmente bella, né brillante. Ma Michael riesce a sentirla diversa da tutti gli altri. I due finiscono a fare l’amore nella camera di lui – in una scena dolcissima e sorprendente – rompendo la barriera invisibile tra di loro e diventando per un breve momento un “noi”. Purtroppo tutto dura solo un attimo e dopo poco l’Anomalia di Lisa svanisce, e lei diventa come tutti gli altri. Un film da non perdere che speriamo possa vincere almeno l’Osella alla migliore sceneggiatura. Andate a vederlo quando uscirà al cinema (ma non portateci i bambini).

72. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
diretta da Alberto Barbera
organizzata dalla Biennale di Venezia

2 – 12 settembre 2015

Lido di Venezia

Info: www.labiennale.org

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