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Milano | Loom Gallery | 17 gennaio – 22 febbraio 2020

Anche se si tratta di “dematerializzazione dell’arte, specialmente dell’arte oggetto”, per dirla alla Lip- pard/Chandler e di “arte effimera”, immagini e testi esistono davvero. “Troublemakers” o “costruttori di sogni” li hanno chiamati, e in mostra ci sono tutti: da Michael Heizer, Walter De Maria a Richard Long, da Jan Dibbets a Robert Smithson.
Con le loro sculture a cielo aperto, spesso difficili da raggiungere, e con le alterazioni che esse subiscono per cause atmosferiche o naturali. Opere e installazioni le cui fotografie servono per vederle nel loro insieme, per contestualizzarle e mitizzarle. Cosa sarebbe la Spiral Jetty senza le immortali immagini di Gianfranco Gorgoni ad esempio? Per non parlare di quei progetti di lungo corso come la “City” di Michael Heizer, la scultura più grande mai realizzata, iniziata nel 1972 e che dovrebbe terminare proprio nel 2020.
“Earth works” e “Earth art” furono le prime mostre di fine anni Sessanta, ma essendo un’arte ispirata alla natura, il tema è quantomai attuale e dai cataloghi del tempo possiamo trarre nuovi preziosi spunti.
Perché se esiste un’arte in cui la documentazione risulta più importante che in altre, senza dubbio si tratta di Land Art.
Questa mostra è stata resa possibile grazie alla preziosa collaborazione tra Loom Gallery a L’Arengario Studio Bibliografico, Brescia.

BEYOND MUD AND STONES
17 gennaio – 22 febbraio 2020
Inaugurazione: 16 febbraio 2020, ore 19:00
Loom Gallery
Via Marsala 7 – Milano (MI)
Info: +39 02 8706 4323
ASK@LOOMGALLERY.COM
WWW.LOOMGALLERY.COM

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