INTERVISTA DI ELENA BALDELLI
Tra il 12 e il 15 maggio, nel calore ritrovato di un’estate che ormai è alle porte, in una Milano che punta al ritrovamento del suo ruolo di centro di riferimento culturale per il collezionismo, viene presentata MIA – Milan Image Art Fair, in assoluto la prima fiera nel suo genere in territorio italiano. Una ventata di novità trasporta MIA nel capoluogo lombardo, dando forma ad un progetto che si propone di colmare delle lacune e fare il punto della situazione sulla fotografia…
Intervistiamo Fabio Castelli ideatore e direttore artistico di MIA.
Elena Baldelli: Quali “vuoti”, nel panorama artistico italiano, si propone di riempire il concept di MIA?
Fabio Castelli: Molte nazioni nel mondo hanno un proprio evento fieristico totalmente incentrato sulla fotografia, per citarne uno Paris Photo. In Italia mancava una grande fiera dedicata esclusivamente a questo linguaggio e MIA ha provveduto a colmare la lacuna partendo dalla consapevolezza del ruolo decisivo che ha assunto la fotografia tra le espressioni del sistema dell’arte contemporanea. Inoltre, oggigiorno, il collezionismo si mostra sempre più interessato alla trasversalità di questo mezzo: nomi autorevoli e capaci come Cartier Bresson, noto come fotografo di reportage, oppure Horst e William Klein, che appartengono al mondo della moda, sono entrati a far parte di molte collezioni. Il collezionismo fidelizzato si sta ampliando e MIA provvede ad offrire, sul territorio nazionale, una visione globale di ciò che gli artisti propongono in tal senso.
Ci sono elementi che ha ritenuto, da subito, indispensabili nella sua progettazione?
MIA si prospetta con un format innovativo e diverso rispetto alla fiera tradizionale. Innanzitutto, ogni artista avrà a sua disposizione un intero stand. Gli 8000 mq di Superstudio saranno coperti da oltre 200 mostre monografiche, formando un progetto totale più articolato e raccontando in modo più esaustivo il lavoro di ogni singolo artista. In contemporanea, ad ogni stand si affiancherà una parte del catalogo di MIA. All’entrata verrà messo a disposizione di ogni visitatore un contenitore per la raccolta dei fascicoli presenti in ogni stand in cui è spiegato, in modo molto esaustivo, il progetto di stand e la biografia dell’artista. Il catalogo è stato concepito come un “self-book” che prenderà forma durante il percorso a seconda delle esigenze e preferenze del visitatore.
Da tempo la fotografia si è ufficialmente guadagnata la nomina di “opera”, però, molti degli aspetti legati alla sua produzione e commerciabilità rimangono un punto interrogativo per il pubblico. So che ci saranno una serie di incontri che andranno a rispondere ad alcuni di questi quesiti… Quali argomenti saranno trattati?
Si parlerà della necessità di istruire e informare il collezionista approfondendo il discorso sulla fotografia: dalla storia, alle caratteristiche di produzione che fanno di un’opera fotografica un’opera da collezione. Verranno fornite più notizie possibili al collezionista per farlo entrare in un collezionismo più consapevole.
MIA presenterà circa 3000 opere e nessuna devierà da quelle che sono regole indispensabili legate alle modalità di edizione e alle tirature. Capita spesso di inciampare in escamotage di carattere truffaldino, ad esempio edizioni con formati differenti. Attraverso convegni, workshop tematici e tavole rotonde, MIA si propone di rassicurare il pubblico in un mercato difficile, perché la fotografia non è opera unica, quindi genera tutta una serie di problematiche sulle quali si farà maggior luce.
Quali linee-guida sono state adottate dal vostro team nella selezione degli artisti? Mentre, per quanto riguarda le proposte effettuate dalle gallerie partecipanti? Quali sono le “tendenze” emerse?
Credo sia più interessante scoprire le nostre scelte e quelle delle gallerie direttamente in fiera. Un conto è raccontare e un conto è vedere…
Le posso dire che ci siamo aperti ai linguaggi più disparati facendo, perlopiù, un discorso di qualità che trasla dalla fotografia di formazione concettuale, a quella che racconta maggiormente, dal fotogiornalismo, alla fotografia di moda. Non c’è stata alcuna preclusione.
Per finire… Cosa si aspetta da queste quattro giornate?
Incontri, stimoli, scoperte… Una schiuma nella quale poter trovare tutto un contesto che generi scambi. Un evento indispensabile per gli amanti dell’arte contemporanea e della fotografia.
La fiera in breve:
MIA – Milan Image Art Fair
ideazione e direzione artistica di Fabio Castelli
Superstudio Più
Via Tortona 27, Milano
Info: www.miafair.it
Anteprima per la stampa: giovedì 12 maggio 2011, ore 11.30
Anteprima collezionisti: giovedì 12 maggio 2011, 14.00 – 18.00
Inaugurazione su invito: giovedì 12 maggio 2011, 18.00 – 22.00
13 – 15 maggio 2011
Apertura al pubblico: venerdì e sabato, 11.00 – 22.00 | domenica, 11.00 – 20.00
Ingresso: intero, 13 euro | ridotto, 10 euro
In alto:
Diamonds Land, “Credit Art”, 2010, fujicolor crystal archive montato su plexiglass con silicone, cm 105×70, tiratura 1/5, courtesy degli artisti e Camera 21, Roma
In centro:
Álvaro Sánchez-Montañés “Indoor Desert V”, 2009, inkjet print, cm 70×100, edition of 5 courtesy of the artist and Galeria Valid Foto BCN, Barcelona
In basso:
George Tatdge, “The Po River”, 2001, stampa ai sali d’argento, cm 130×90, ed.1/15, courtesy dell’artista