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SAVONA | MUSEO DELLA CERAMICA | 2 giugno – 10 settembre 2023
ALBISSOLA MARINA | Centro Esposizioni MuDA | 2 giugno – 10 settembre

È stato “globale molto prima che il mondo fosse globalizzato”, meticcio di nascita e poi di cultura, ha ideato un linguaggio artistico sincretico in cui ha fuso la modernità europea, influenze surrealiste, cultura afrocubana e rimandi tropicali: Wifredo Lam (Sagua la Grande 1902 – Parigi 1982) ha un posto del tutto particolare nella storia dell’arte del Novecento. Viaggiatore instancabile, quasi nomade, ha eletto Albissola Marina a suo rifugio stabile all’inizio degli anni Sessanta, periodo in cui la cittadina si trasformava in un effervescente laboratorio artistico internazionale, innestando l’arte contemporanea su una tradizione ceramica secolare, capace di rinnovarsi in epoca moderna.

L’opera di Lam, affiancata a quella di altri artisti che hanno scelto questa terra di Liguria come teatro di sperimentazione, sarà al centro della mostra Lam et les Magiciens de la Mer. Totem, figure e segni primordiali nella Ceramica di Albisola tra gli anni ’50 e ’70, in programma dal 2 giugno al 10 settembre 2023, nella doppia sede del Museo della Ceramica di Savona e del Centro Esposizioni del MuDA di Albissola. Il progetto è promosso dalla Fondazione Museo della Ceramica di Savona e dal Comune di Albissola Marina, con il sostegno della Fondazione De Mari, il contributo scientifico dell’Estate Lam e i patrocini del Museo Nacional de la Cerámica Contemporánea Cubana, del Oficina del Historiador, e dei Comuni di Savona e Albisola Superiore.

Veduta della mostra Wifredo Lam ceramiche, acqueforti, lithografie, Museo della Ceramica di Albissola, oggi Centro Esposizioni MuDA, 1975. © Archives Wifredo Lam, Parigi

Il titolo evocativo, Lam et les Magiciens de la Mer, richiama volutamente l’esposizione Magiciens de la Terre tenutasi al Centre Pompidou di Parigi nel 1989. La mostra parigina aveva lo scopo di coinvolgere artisti provenienti dai cinque continenti, sfidando la presunta supremazia culturale occidentale, attraverso il confronto aperto a soggetti solitamente esclusi dal circuito istituzionale europeo e americano. Lam et les Magiciens de la Mer prende spunto da questa riflessione e la trasla in un contesto – e in un luogo – molto particolari per la storia dell’arte italiana e internazionale. Siamo in quella dinamica stagione che, dopo la Seconda Guerra Mondiale, vede le Albisole diventare un centro di ritrovo internazionale per artisti, critici, collezionisti e mercanti d’arte italiani ed europei; momento in cui molti pittori e scultori iniziano ad affrontare i temi del totemismo, della metamorfosi, della forza misteriosa e generatrice di miti e spiriti soprannaturali.

Wifredo Lam e Asger Jorn, Albissola Marina, anni Sessanta, © Archivio Casa Museo Jorn

L’arrivo ad Albissola Marina di Wifredo Lam, invitato nel 1954 dall’artista danese Asger Jorn, non è casuale e avrà un forte impatto sul territorio. A partire dal suo trasferimento definitivo nel 1961, infatti, le forze vitali della natura, gli spiriti primordiali, le figure totemiche animali e sciamaniche iniziano a proliferare su vasi, piatti, piastre e rilievi realizzati a ritmi serrati da Lam presso le Ceramiche San Giorgio.

Giovanni Poggi e Wifredo Lam al lavoro presso le Ceramiche San Giorgio di Albissola Marina, 1975. © Archivio Ceramiche San Giorgio, Giovanni e Piero Poggi

Simultaneamente, temi affini compaiono su opere di altri artisti che gravitavano intorno alle botteghe ceramiche albisolesi, a partire dalle celebri Ceramiche Mazzotti (che celebrano quest’anno il 120esimo anniversario, festeggiato anche da una project room dedicata all’interno del Museo della Ceramica di Savona): è il caso di Enrico Baj, Giuseppe Capogrossi, Roberto Crippa, Ansgar Elde, Lucio Fontana, Franco Garelli, Asger Jorn, Maria Papa Rostkowska, Mario Rossello, Rinaldo Rossello ed Eva Sørensen.

Tullio Mazzotti, Salvatore Quasimodo, Lou Laurin-Lam, Lucio Fontana, Wifredo Lam, Mario de Micheli e sua moglie, Albissola, 1968. © Archives Wifredo Lam, Parigi

Questi sono allora ‘i maghi del mare’: artisti – Lam in testa – che ad Albisola hanno rivolto la propria attenzione a figure totemiche, a esseri zoomorfi e antropomorfi, alle forze primordiali della materia e a gesti essenziali che portano segni, buchi e graffi su di essa. E maghi sono anche i maestri artigiani albisolesi, capaci all’epoca di incredibili effetti materici e coloristici, e che ancora oggi custodiscono e tramandano con generosità tecniche necessarie a plasmare, cuocere, decorare l’argilla.

Artisti che hanno scelto “la periferia invece dei grandi centri metropolitani, un microcosmo (internazionale), provinciale ma imbevuto di arte, ingegno, pensiero e manualità, dove artigiani e artisti che affollano fornaci, fabbriche, studi, locali balneari, gallerie d’arte – anche quelle improvvisate nei ristoranti e nei caffè – parlano la lingua comune della ceramica, fatta di materia plastica, processi, attese, colori e condivisione. Con l’onda mediterranea che sbatte incessante sulla battigia, stringendo il borgo e i suoi abitanti contro la collina”, spiegano due dei curatori della mostra, Luca Bochicchio e Stella Cattaneo, all’interno del catalogo realizzato per l’occasione ed edito da Electa.

Le opere di questi artisti, molte delle quali inedite e di eccezionale valore, saranno allestite nei due musei attraverso itinerari tematici ispirati ai macro-temi Totem, Animali, Metamorfosi e Segni.

Wifredo Lam e la sua famiglia con la collezione di opere di arte africana e oceanica nella casa di Albissola Marina, 1971. © Archives Wifredo Lam, Parigi

Una parte della mostra, con il titolo Lam entre Mares. De Albisola a La Habana, sarà presentata successivamente al Museo Nacional de la Cerámica Contemporánea Cubana dell’Avana (dicembre 2023-marzo 2024), a cura di Surysday Reies Martynez.

Luciano Pasquale, Presidente Fondazione Museo della Ceramica di Savona: “La ceramica e gli artisti nelle Albisole tra gli anni ’50 e ’70: un momento magico per la nostra terra, nel quale abbiamo svelato capacità e intuizioni insospettabili. Wifredo Lam e gli altri “maghi del mare” ci aiutano a riconoscere in quel tempo la virtù dell’arte e della cultura capace di materializzare una coscienza di luogo che dobbiamo continuare a tesorizzare. Il valore artistico e i protagonisti di questa mostra gli conferiscono una caratura internazionale e contribuiscono in modo determinante a definire i nuovi orizzonti del Museo della Ceramica di Savona.”

Wifredo Lam con il figlio Jonas, Ceramiche San Giorgio, Albissola Marina, 1975. Ph. Laurentin. © Archives Wifredo Lam, Parigi

Wifredo Lam
Wifredo Lam nasce a Cuba nel 1902 da padre cinese e madre afro-ispanica. Nel 1923 riceve una borsa di studio e si trasferisce in Spagna, dove resterà per 14 anni, unendosi anche alle forze repubblicane nella lotta contro Franco. Nel 1938 si sposta a Parigi: conoscerà Picasso e, grazie a lui, Braque, Matisse, Miró, Léger, Eluard, Tzara. Nel 1939 tiene la sua prima personale. Si sposta quindi a Marsiglia, dove si trovano molti dei suoi amici, per lo più surrealisti, raggruppati attorno ad André Breton a Villa Air-Bel. Nel 1942 rientra a Cuba: qui approfondisce la sua ricerca artistica attingendo all’infanzia, alla giovinezza e alla cultura afro-cubana; dipingerà oltre 100 quadri, tra cui La Jungla, poi acquistata dal MoMA di New York. Nel 1946 soggiorna a Haiti e assiste a cerimonie vudù assieme a Pierre Mabille e André Breton. Si reca dunque a New York, dove rivede Marcel Duchamp.
Verso la fine degli anni ’40 si divide tra l’Europa, l’Avana e New York. Frequenta numerosi artisti, tra cui Noguchi, Hare, Motherwell, Pollock, Asger Jorn e il gruppo CoBrA. A partire dal 1947 lo stile di Lam evolve. L’influenza dell’arte oceanica si mescola a quella dell’arte africana e la presenza di elementi esoterici si fa dominante. Il suo lavoro assume un rilievo internazionale. Nel 1952 si stabilisce a Parigi. Nel 1954 si reca anche in Italia, ad Albissola Marina, dove per iniziativa di Asger Jorn e Édouard Jaguer viene organizzato un incontro internazionale di scultura e ceramica. Durante gli anni ’60 l’opera di Lam riflette un crescente interesse per l’incisione. A partire dal ’64, si divide tra Parigi e Albissola Marina, dove allestisce il suo studio nella sua nuova casa. Qui, grazie anche alla collaborazione con le locali Ceramiche San Giorgio, sperimenterà le molte possibilità offerte dalla ceramica, tramutando piatti, vasi e rilievi in sculture e dipinti con figure totemiche, mostruose e animali, sintesi di arte primitiva e avanguardia europea.

Lam et les Magiciens de la Mer
Totem Figure e Segni primordiali nella Ceramica di Albisola tra anni ’50 e ’70
Progetto e ideazione Luca Bochicchio
A cura di Luca Bochicchio, Stella Cattaneo e Daniele Panucci

2 giugno – 10 settembre 2023

Museo della Ceramica di Savona
Centro Esposizioni MuDA – Albissola Marina

Orari:
Museo della Ceramica Savona
venerdì e sabato 10.00 – 13.30 / 15.30 – 18.30
domenica 10.00 – 17.30
lunedì 10.00 – 13.30

MuDa Albissola Marina
Da martedì a domenica, 10.00 – 12.00 / 17.00 – 19.00

Info: www.museodellaceramica.savona.it

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