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Intervista ad ELISABETTA ROSSETTI di Francesca Di Giorgio

Come avete affrontato il lockdown e la relativa chiusura della vostra galleria? Avete cercato di colmare il vuoto attraverso la progettualità online e/o attraverso un uso diverso dei social? Come si è modificato il rapporto con il vostro pubblico?
La storia ci ha insegnato che dai periodi più bui del passato sono uscite le pagine più illuminanti. Il periodo di lockdown ha necessariamente provocato un rallentamento se non addirittura una “sospensione” completa nel modo dell’arte. Ritengo, però, che questa situazione sia stata solo apparente.
In un momento in cui non si può più prendere parte ad eventi, vernissage, happening e inaugurazioni, le persone hanno ritrovato il piacere di rivivere l’arte nella sua vera sostanza, visitare (virtualmente) i musei e le mostre, leggere e ritrovare il piacere di approfondire la storia dell’arte capendone l’importanza superiore di elevazione dello spirito. Credo fermamente che questa sarà una grandissima occasione di evoluzione e rinnovamento per tutto il mondo che gravita attorno all’arte, soprattutto per i veri protagonisti: gli artisti. Hanno dovuto relazionarsi con qualcosa di nuovo e, sicuramente, hanno sentito l’esigenza di esprimersi in modi differenti.
Come galleria, la nostra attività sui social si è adattata al momento: abbiamo condiviso le iniziative online di musei e altre gallerie, proposto spunti di lettura e mai smesso di comunicare i movimenti artistici e culturali nella nostra newsletter. La soddisfazione più grande l’abbiamo trovata nelle persone che hanno apprezzato la nostra tenacia nella continuità dell’attività divulgativa ringraziandoci per aver stimolato in loro un’emozione oltre che una vicinanza in un periodo di isolamento sociale.

La galleria prima del lockdown ph. Cristina Corti, opere di Paolo Ceribelli, Antonella Cinelli, Elias Naman

Mai come in questo periodo abbiamo sentito parlare di “mondo dell’arte” ma proprio in un momento come questo è difficile immaginarlo come omogeneo. Composto da figure diverse: artisti, collezionisti, appassionati, critici, curatori, galleristi, organizzatori, editori. Un insieme spesso diviso da interessi contrastanti… Ora, se e in che modo, vi sentite parte di un “sistema”? Come state affrontando, dal lato umano e pratico, la vostra attività? Vi siete posti degli obiettivi a breve termine?
È proprio vero che l’unione fa la forza: questa aura di sospensione che ha pervaso gli ultimi mesi ha stimolato la nascita di tante nuove collaborazioni, abbiamo trovato il tempo di dedicarci a pieno alla scoperta del nuovo e al consolidamento di progetti che da tempo volevamo realizzare.
Il lockdown è stato anche momento di formazione, abbiamo ampliato il team degli artisti in galleria integrando tre nuove collaborazioni, ma anche consolidato i rapporti con coloro che invece lavorano con noi da anni.
Saper trasformare la crisi in opportunità è ciò che permette di guardare avanti con creatività e passione. Il primo obiettivo a breve termine che ci siamo posti lo abbiamo appena realizzato: l’apertura di un nuovo ulteriore spazio espositivo nella stessa magica piazza del centro storico di Genova dove già si trova la galleria.

La galleria dopo il lockdown_ ph. Annalisa Ramos – opere di Andrea Savazzi, Julian T., Tom Porta, Gianluca Patti

Siamo nella famosa Fase 3, ciò presuppone una visione in progress, un prima, un dopo e un poi. Restituiteci una fotografia che vi ritrae in questi tre momenti…
Anche noi, come la maggior parte delle gallerie, ci siamo trovati costretti a posticipare alcuni eventi programmati per questa primavera. Abbiamo accettato questo fatto come la possibilità di approfondire, ancora meglio, alcuni aspetti e di ripensare per migliorarne altri. La nostra propensione a guardare al futuro con un senso di positività ci sta facendo vivere questa “ripartenza” come l’occasione per nuovi sviluppi e possibilità di crescita. Sicuramente una sfida alquanto impegnativa ma decisamente emozionante.

www.studiorossettiartearchitettura.it

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