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Intervista a SARA ZANIN di Livia Savorelli

Come avete affrontato il lockdown e la relativa chiusura della vostra galleria? Avete cercato di colmare il vuoto attraverso la progettualità online e/o attraverso un uso diverso dei social? Come si è modificato il rapporto con il vostro pubblico?
Devo dire che da subito abbiamo lavorato da casa a pieno ritmo. Io e il mio team abbiamo organizzato quotidianamente dei video-meeting che ci consentissero, nonostante la distanza fisica, di implementare il nuovo sito della galleria e di riorganizzare un archivio di 10 anni di lavoro. Ovviamente, abbiamo anche tenuto un rapporto quasi quotidiano con i nostri artisti – pubblicando sui nostri social gli interventi che loro stessi ci hanno inviato durante la fase di lockdown – e con i collezionisti più affezionati.
Sono stati momenti molto intensi di condivisione a distanza.

Dancing At The Edge Of The World, a cura di Marcelle Joseph, installation view di Sebastiano Luciano, courtesy z2o Sara Zanin.

Mai come in questo periodo abbiamo sentito parlare di “mondo dell’arte” ma proprio in un momento come questo è difficile immaginarlo come omogeneo. Composto da figure diverse: artisti, collezionisti, appassionati, critici, curatori, galleristi, organizzatori, editori. Un insieme spesso diviso da interessi contrastanti… Ora, se e in che modo, vi sentite parte di un “sistema”? Come state affrontando, dal lato umano e pratico, la vostra attività? Vi siete posti degli obiettivi a breve termine?
Questo periodo ha permesso di dedicare paradossalmente più tempo ai rapporti con colleghi e curatori, insieme abbiamo trovato una grande forza per continuare a lavorare e guardare avanti. La nostra programmazione ripartirà a settembre con una collettiva che metterà insieme gli artisti della galleria e i lavori da loro realizzati durante il lockdown, per dare una testimonianza forte di come l’arte sia il vero antidoto per superare i momenti più difficili.

Dancing At The Edge Of The World, a cura di Marcelle Joseph, installation view di Sebastiano Luciano, courtesy z2o Sara Zanin

Siamo nella famosa Fase 3, ciò presuppone una visione in progress, un prima, un dopo e un poi. Restituiteci una fotografia che vi ritrae in questi tre momenti…
Mi sento molto positiva in questo momento: credo fermamente nel mio lavoro e sono convinta che occorra guardare avanti, in modo propositivo, e non farsi scoraggiare da alcuna battuta di arresto. È chiaramente molto faticoso, ma investire nella produzione e negli eventi, anche a sostegno degli artisti, può costituire un chiaro segnale di ripartenza. Nonostante la scarsa omogeneità del sistema artistico italiano, c’è un mondo di validi professionisti – e tra questi molti colleghi che stimo – con cui è possibile attivare dei dialoghi e delle collaborazioni proficue che guardino al futuro del nostro settore. Spero che l’esperienza appena trascorsa possa fare da catalizzatore per attivare nuove energie.

www.z2ogalleria.it

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