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BOLOGNA ǀ NELLO STUDIO DI ALESSANDRO SATURNO

di MATTIA LAPPERIER

Lo studio nasce, cresce e si sviluppa di pari passo con l’artista. Ne riflette la personalità nel modo più autentico. È testimone silenzioso delle sperimentazioni più ardite, del perfezionamento di tecniche affinate negli anni e custodite gelosamente. È anche il luogo delle infinite prove, delle notti insonni, delle cocenti insoddisfazioni, che tuttavia possono sfociare talvolta in successi inaspettati. #TheVisit ha lo scopo di aprire le porte a tali realtà che per loro stessa natura sono poco accessibili, spazi che in tempi di pandemia hanno rappresentato pure una delle rare occasioni di confronto diretto con l’arte contemporanea.

In seguito a un’esperienza di studio condiviso, dal 2016 Alessandro Saturno ha stabilito lo studio appena qualche chilometro fuori dal centro di Bologna, in una tranquilla zona residenziale. Da uno spazio di oltre duecento metri quadrati, copiosamente illuminato da luce naturale e vissuto quotidianamente con altri artisti, negli anni successivi alla conclusione del proprio percorso accademico, è passato a un altro che presenta caratteristiche radicalmente diverse. Lo studio dove oggi lavora è infatti totalmente disgiunto dal tessuto urbano in cui è inserito. La sensazione, entrandovi, è quella di trovarsi in un mondo parallelo, in una sorta di camera iperbarica, senza finestre né alcun tipo di contatto con la realtà esterna, fatta eccezione per un lucernario, situato in prossimità dell’area dedicata alla pittura, che – proprio in virtù della sua posizione – talvolta influisce sulla direzione della luce interna ai dipinti. Se si esclude l’esigua fonte luminosa, tale condizione di pressoché totale isolamento è in realtà particolarmente congeniale alla ricerca dell’artista.

Veduta dello studio di Alessandro Saturno, ph. Enrico Benedettelli

Saturno fissa sulla tela un improvviso movimento interiore; la sua è una pittura del tutto immaginaria. Velatura su velatura, emerge la figurazione in modo graduale ma non orientato da studi preliminari o disegni preparatori. Il suo è un intenso lavoro di ricognizione mentale ed emotiva, in ogni caso realizzato a prescindere da qualsiasi stimolo proveniente dall’esterno. Sin dai propri esordi infatti, l’artista non ha mai fatto riferimento a immagini esistenti o fotografiche. Le sue figure sono fluttuanti e sospese, restano per lo più prive di età, genere o connotati che ne individuino la provenienza, al punto che proprio a causa di tale endemica indeterminatezza, potremmo considerarle aliene. Le stesse scelte cromatiche marcatamente antinaturalistiche, che virano da azzurri polverosi, a verdi tenui e opachi, a guizzi di viola e rosa, a squillanti aranci, concorrono all’emersione di una composizione che ha molto più a che fare con la sfera dell’immaginario e dell’onirico, piuttosto che con il dato empirico.

Alessandro Saturno, Spore, 2022, acrilico e olio su tela, 77×130 cm, ph. Enrico Benedettelli

Dal punto di vista strutturale, lo studio è suddiviso in due ambienti comunicanti, ciascuno contraddistinto dalla propria funzione. Il primo, molto accogliente e dalle luci soffuse, ha l’aspetto di un vestibolo-archivio, in cui l’artista è solito accogliere i visitatori o dedicarsi anche a momenti di lettura o relax. È un’anticamera che, per la conformazione dello spazio nel suo insieme, funge da passaggio obbligato che dal mondo esterno conduce al laboratorio vero e proprio. Tale secondo ambiente, più ampio del primo e maggiormente illuminato da luci artificiali, consiste in una stanza che si sviluppa nel senso della lunghezza. Questo è il luogo dove Saturno dipinge, rigorosamente a ridosso della parete di fondo; dove lavora a opere grafiche, per lo più in orizzontale, su uno dei tavoli; o dove talvolta suona la chitarra. In studio, oltre ai colori ad olio o acrilici, che spesso impiega anche in combinazione tra loro su di una stessa tela, ci sono, appesi alle pareti, una selezione di dipinti ultimati a cui l’artista è affezionato in modo particolare. La pittura occupa l’intero spazio; è protagonista assoluta. C’è quella ancora nei tubetti, quella in lavorazione, quella stesa su carte o tele; ci sono poi alcune sculture interamente realizzate in pittura – ad oggi mai uscite dallo studio – e persino dei frammenti di colore essiccato conservati in studio, quasi fossero oggetti da collezione o amuleti.

Particolare dello studio di Alessandro Saturno, ph. Enrico Benedettelli

L’artista trascorre abitualmente molte ore al lavoro; non essendo vincolato dal transito della luce naturale e trovandosi in uno spazio completamente avulso dal contesto ambientale, è a suo agio a dipingere indistintamente il giorno o la notte. Come accennato, anche l’attività musicale riveste un ruolo all’interno dello spazio. La passione per la musica risale all’infanzia, quando iniziò ad accostarsi alla chitarra classica. Nel corso degli anni poi l’artista ha maturato un approccio personale, di matrice istintiva ed emozionale, che lo ha condotto a sperimentare molti strumenti a corda, a tastiera (come sintetizzatore e organo), a percussione o anche strumenti non convenzionali, poiché da sempre mosso dalla curiosità per il suono proprio delle cose.

Particolare dello studio di Alessandro Saturno, ph. Enrico Benedettelli

Durante i mesi di lockdown, Saturno ha inoltre ritrovato del materiale sonoro campionato in differenti contesti paesaggistici. Tali tracce audio, risalenti ai tempi dell’accademia, costituiscono oggi la base per nuove composizioni, realizzate in collaborazione con altri musicisti. Proprio in quel periodo di frequentazione assidua dello studio, complici da un lato i reperti musicali, dall’altro il forzato isolamento, l’artista, da molti anni focalizzato sulla figura umana, ha preso a misurarsi con un altro caposaldo della tradizione pittorica, mai sondato sino a quel momento: il paesaggio. Così come accade per la figura, anche il paesaggio appare sulla tela per progressive sovrapposizioni cromatiche. È sospeso, indefinito, volutamente lasciato in forma embrionale, in modo tale che l’osservatore possa completare il lavoro con lo sguardo. È ottenuto per mezzo di una gestualità piuttosto energica, in ogni caso agita da una posizione in piedi. Quello di Saturno è un lavoro fisico, intensamente vissuto in prima persona e portato a termine in solitudine. La cromia tenue e distensiva fa da contrappunto a una serie di gesti vigorosi che a tratti si sovrappongono, dando luogo anche a orizzonti plurimi, a tratti si diradano, sino a lasciare a risparmio ampie porzioni di spazio pittorico.

Alessandro Saturno, Il Miracolo e il miraggio, 2022, acrilico e olio su tela, 50×71 cm, ph. Enrico Benedettelli

Come accennato, la struttura dello studio favorisce indubbiamente una totale emancipazione dalla realtà. Non solo, nel caso di Saturno, ci si potrebbe spingere ad affermare che lo studio stesso in un certo senso partecipi al processo pittorico poiché esso è intrinsecamente atto a ispirare una pittura del tutto priva di riferimenti visivi; una pittura come quella di Alessandro Saturno, articolata per soli moti interiori.

Ritratto di Alessandro Saturno, ph. Enrico Benedettelli

Alessandro Saturno nasce a Napoli nel 1983. Gli anni di formazione presso l’Accademia di Belle Arti della sua città, segnano un percorso di ricerca ed esplorazione del gesto attraverso la storia delle tecniche pittoriche. In seguito si trasferisce a Bologna dove termina gli studi presso l’Accademia di Belle Arti Clementina. Assorbendo i nuovi paesaggi emiliani, le atmosfere rarefatte e le sue luci, in quegli anni approda alle soluzioni pittoriche che contraddistinguono la sua ricerca. La scelta della tavolozza, che esclude totalmente il nero e vira su lievi azzurri, verdi, viola, rosa e arancio, genera una pittura tonale. Il dipinto diventa apparizione, uno spazio che interroga lo sguardo sulla soglia del visibile. Visioni come miraggi si delineano attraverso luci e velature. Tra le mostre personali si menzionano: “A nameless Place”, Le Scalze, Napoli; “Before and after Gravity”, Nuova Galleria Morone, Milano; “The Inner Touch”, Labs Gallery, Bologna; “Foresta. Pittura Natura Animale”, Museo Civico Luigi Varoli, Cotignola (RA); “Immemore-Breviario dell’assenza”, Spazio Siracusa, Agrigento; “L’eclissi dell’occhio”, Castel dell’Ovo, Napoli. Tra le mostre collettive si segnalano “Contaminazione”, Spazio OGR Officine Grandi Riparazioni, Torino; “Dissolvenze”, Palazzo Vescovile, Padova; “Dintorni”, Palazzo Reggio dei principi di Campofiorito, Palermo; “Wir nennen es Arbeit”, Uferhallen, Berlino; “Kahuna”, Ex Chiesa di San Mattia, Bologna; “Dialogo Secondo”, Torre di Markellos, Aegina; “Silent Noise”, Space, New York; “Biennale Disegno Rimini”, Museo della Città, Rimini.

alessandrosaturno.com

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