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BRESCIA | Spazio Bunker Vittorio Arrigoni | 11 – 26 gennaio 2020

di SERENA FILIPPINI

Lo Spazio Bunker Vittorio Arrigoni a Brescia ospita OASI – zone di contatto mostra collettiva che ha per protagoniste le opere di Nicole Bolpagni, Enrico Cattaneo, Lorenzo Lunghi, Marco Rossi e Pietro Vitali e per la quale, in collaborazione con le realtà bresciane Matrici Aperte e Spazio Arte Duina, le curatrici hanno predisposto una serie di laboratori appositamente ideati.

OASI – zone di contatto, installation view, Spazio Bunker Vittorio Arrigoni, Brescia Fotografia di Angelo Iaia

Si tratta di un progetto site specific nato per dar voce a cinque giovani artisti emergenti che hanno voluto confrontarsi con uno spazio tanto ostico quanto stimolante come il bunker bresciano, nato come rifugio antiaereo nel 1944 e oggi destinato a mostre ed eventi culturali incentrati sulla ricerca e sulla sperimentazione.
Il titolo racchiude in sé l’intera essenza della mostra: il concetto di oasi, inteso come luogo ristoratore, e per certi versi salvifico per l’uomo rispetto all’ambiente che lo circonda, assume maggiore risonanza se associato ad un bunker antiaereo, che, fin dalla sua ideazione teorica e progettuale, nasce come luogo di protezione dal pericolo.
Rapportato all’oggi il pericolo può essere tradotto in così numerose espressioni e sfaccettature che risulta complesso, se non impossibile, incasellarlo in categorie nette ma, nel momento in cui ci si addentra in quest’oasi sotterranea creata ad hoc, l’ambiente circostante si eclissa e al visitatore non resta che farsi trascinare all’interno di un contesto con un equilibrio instabile, tra la realtà e il sogno, tra la verità e l’illusione.

Nicole Bolpagni, Corrispondenze, 2020, tavolo, taccuino, vetro, elementi naturali, 95x50x47 cm Fotografia di Angelo Iaia

All’interno dell’oasi ideata dalle curatrici del progetto, attraverso le opere degli artisti coinvolti, viene ricreato un habitat fertile dove persino dal cemento possono nascere piccole e delicate piantine che sembrano volersi integrare con i muri del bunker ma, allo stesso tempo, nutrire l’ardente desiderio di emergere per liberarsene. Queste, sebbene artificiose, richiedono al visitatore di muoversi con attenzione, in punta di piedi, un’opera diffusa che Enrico Cattaneo ha voluto collocare lungo tutto il percorso espositivo.
Ciò che più si avverte percorrendo i corridoi dello spazio bresciano è un continuo, costante e mutevole scambio tra sé e gli altri, tra le opere e i visitatori, tra le opere e il bunker e, allargando la visione all’esterno, tra il bunker e il quartiere Carmine, in cui è collocato, e a sua volta tra il quartiere e la città.
Ci si sente liberi dal mondo esterno, isolati e indipendenti, ma anche strettamente connessi ad un ambiente che, non va dimenticato, è fatto prima di tutto di persone; persone che, in quest’oasi, non sono semplici visitatori, ma portatori di identità differenti e di vissuti privati, tutti partecipi di un flusso continuo di umane esperienze, che si riconoscono, per esempio, in Tentativo d’archivio di Marco Rossi, simbolo dello sforzo di tenere memoria di sé e dei propri ricordi, o nella Camera oscura di Nicole Bolpagni, risultato dell’immaginario dell’artista, dei suoi taccuini e dei suoi sogni più reconditi.

OASI – zone di contatto, installation view, Spazio Bunker Vittorio Arrigoni, Brescia Fotografia di Angelo Iaia

Ci sono riferimenti al passato, ai nostri archetipi più lontani, come in Untitled di Lorenzo Lunghi, dove gli strumenti tecnologici, se consapevolmente alterati nella loro funzione, possono divenire contemporanee allusioni al fuoco, scoperta preistorica che ha costituito la svolta per l’uomo e la sua evoluzione. Infine Interspace di Pietro Vitali si relaziona con lo spazio espositivo, alterandone la percezione e reinterpretando i concetti di pieno e vuoto.
OASI – zone di contatto è un progetto sperimentale che dà spazio a materiali, linguaggi ed evocazioni differenti; dove le opere esposte appartengono alla contemporaneità ma, anche se sottovoce, rimangono sempre ben ancorate al nostro passato, ai nostri più profondi e misteriosi archetipi, a livello individuale, ma soprattutto collettivo, presenze che ci accomunano e che ci rendono sempre più intimamente umani.

OASI – zone di contatto
a cura di Nicole Bolpagni, Linda Carluccio e Giuditta Colombi

Artisti: Nicole Bolpagni, Enrico Cattaneo, Lorenzo Lunghi, Marco Rossi, Pietro Vitali

11 – 26 gennaio 2020 

Spazio Bunker Vittorio Arrigoni 
Via Federico Odorici 6, Brescia 

Orari: dal giovedì alla domenica 17.00-20.00; gli altri giorni su prenotazione
Ingresso libero 

Info: +39 348 346 4327

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