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BRESCIA | Parco Archeologico e Museo di Santa Giulia | Fino al 9 gennaio 2022

di ILARIA BIGNOTTI

Quando arriviamo davanti al Capitolium del Parco Archeologico di Brescia Romana, su un palco dai colori rosa fluo e verde mela, ci accoglie una imponente scultura panneggiata femminile, con le vesti scolpite dal vento e la testa che pare una lampadina luccicante: un ibrido conturbante, calato dall’alto del cielo, scappato fuori da una tela di De Chirico e affusolato dalla maestria di Brancusi; mentre il piedistallo, ardito ritorno della scultura tradizionale, è pop; e l’insieme, molto glam.
L’opera si chiama non a caso Nike Metafisica e volteggia davanti al sacello che custodisce la Vittoria Alata nel nuovo allestimento di Juan Navarro Baldeweg.

Francesco Vezzoli, Achille!, 2021, foto © Alessandra Chemollo, Fondazione Brescia Musei

Dentro al Tempio, salendo l’alta scalinata, le fanno eco, doverosamente agghindati, Achille! e Lo sguardo di Adriano. Due volti classici, due icone, che Francesco Vezzoli, come per la Nike Metafisica, ci fa vedere come non li abbiamo mai visti, slittando dall’antico al contemporaneo. Dipinge un fiore attorno agli occhi di Achille, bistra lo sguardo di Adriano, truccandoli quel tanto necessario per renderli ora creature del presente, eppure sempre vestigia del passato: di un passato forse più autentico, perché fatto proprio, di quello storicamente “accolto”.

Francesco Vezzoli, Lo sguardo di Adriano, 2018, foto © Alessandra Chemollo, Fondazione Brescia Musei

Un passato vivo, immaginario, rispondente agli uomini e alle donne, agli eroi e alle dee che lo hanno attraversato. Carico di tutte le loro velleità e i loro capricci, le passioni e i feticci che ogni epoca ha avuto.
Vezzoli del resto fa sempre così: sposta le carte, muovendosi trasversalmente tra i pizzi della storia e i merletti del quotidiano; agita pruderie e rimescola il rimosso, tirando fuori dal cappello un gioco molto serio, serissimo, e rigoroso.
Se Calvino ci ha insegnato che un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire, Vezzoli ci mostra, con il suo progetto curatoriale per Brixia romana, che il classico non può finire di dire solo se noi lo sappiamo interrogare, ascoltandolo nelle sue domande e provando a entrare nei suoi misteri.
Strappare il velo alle consuetudini e alle concrezioni della storia, porsi il problema della persistenza e del perturbante, lavorare sulle icone come se fossero palette di un maquillage sempre adattabile ad ogni serata.
Non si tratta di furbizia, ma di intelligenza.
Di saper leggere nelle cose, nelle pieghe della storia e delle sue iconografie.
Senza lasciare nulla di intentato.

Francesco Vezzoli, God is a Woman (after Constantin Brâncuşi), 2019, foto © Alessandra Chemollo, Fondazione Brescia Musei

Così, le sue opere pensate per il percorso archeologico di Brescia Romana e del Complesso Museale di Santa Giulia, perfettamente integrate nel più ampio progetto di Palcoscenici Archeologici, proseguono la loro processione sbucando ora dal profondo – come nell’opera God is a Woman, omaggio dichiarato a Constantin Brancusi, nel Santuario Repubblicano del Parco Archeologico, o mescolano divi contemporanei con forme antiche, ora re-immaginando Sofia Loren attraverso de Chirico – e qui il piedistallo, tutt’altro che di supporto ma elemento integrante di ogni opera, nel progetto allestitivo a cura di Filippo Bisagni, è rosso e giallo carico e fa risaltare ancor più il corpo paludato dorato – ora accentuando i fianchi e i seni di Kim Kardashian, debordanti su un plinto cilindrico posto di fronte al mosaico a scacchiera della Domus delle fontane: un mix tra il corpo bronzeo della celebre Venere di Willendorf del periodo paleolitico, una testa marmorea romana del III secolo d.C., e l’iconica lacrima che Vezzoli ricamava sui tomboli che ritraggono, consolandoli con l’eternità dell’iconizzazione, i suoi divi contemporanei.

Francesco Vezzoli, Portrait of Sophia Loren as the Muse of Antiquity (After Giorgio de Chirico), 2011, foto © Alessandra Chemollo, Fondazione Brescia Musei

Avanti e indietro nel tempo, giano bifronte del linguaggio plastico e visuale, Vezzoli ha apertamente dichiarato che il suo lavoro è frutto di un continuo lavorio sul principio dello slittamento di senso e di immagine.

Francesco Vezzoli, Portrait of Kim Kardashian (Ante Litteram), 2018, foto © Alessandra Chemollo, Fondazione Brescia Musei

Ne esce un connubio riuscito e provocante, che tuttavia si adagia e anzi pare essere perfettamente integrato nel percorso espositivo: perché, dopotutto, dalla memoria e dalla bellezza antiche nasce tutta l’opera di Vezzoli, che oggi torna nella sua natia Brescia, partendo appunto dalla terrazza e dalle prime due celle del Capitolium, per proseguire nel Santuario Repubblicano, fino a giungere nel Teatro Romano, per poi passare alla cappella di Sant’Obizio della Basilica di San Salvatore, nelle Domus dell’Ortaglia e lungo la sezione romana del museo, interessando gli spazi più significativi del sito UNESCO di Brescia, iscritto nella World Heritage List dal 2011 nel sito seriale “I Longobardi in Italia i Luoghi del potere (568-774 d. C.)”. Un progetto importante che ha ottenuto, anche, il riconoscimento e il sostegno di Italian Council (7. Edizione, 2019), programma di promozione di arte contemporanea italiana nel mondo della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, grazie al quale l’opera Nike Metafisica (2019) di Francesco Vezzoli entrerà a far parte delle collezioni del Comune di Brescia gestite da Fondazione Brescia Musei, e ha come partner culturali il MAXXI di Roma e il King’s College di Londra.

Francesco Vezzoli, C-CUT Homo ab Homine Natus, 2018, foto © Alessandra Chemollo, Fondazione Brescia Musei

Palcoscenici Archeologici. Interventi curatoriali di Francesco Vezzoli

11 giugno 2021 – 9 gennaio 2022

Parco Archeologico e Museo di Santa Giulia
Via dei Musei, Brescia

Info: CUP – Centro Unico Prenotazioni
Da lunedì a domenica, dalle ore 10.00 alle 16.00
Tel. +39 030 2977833 – 834
santagiulia@bresciamusei.com
www.vittorialatabrescia.it
www.bresciamusei.com

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