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FORLÌ | Galleria Marcolini | 11 febbraio – 25 marzo 2017

Intervista a ROBERTO PACI DALÒ di Corinna Conci

Entrare in una dimensione fluida, dove grandi sagome e piccoli bagliori spostano l’attenzione da una zona all’altra dello spazio. Suoni vivi e mai uguali che provengono dall’etere riempiono e muovono l’aria. La Galleria Marcolini si presenta come un portale che invita a visitare l’universo di Roberto Paci Dalò, nella sua prima mostra di ampio respiro in Romagna.
Roberto Farneti nel suo ruolo da gallerista costruisce un approccio di lavoro sperimentale basato sulla sinergia tra artisti, curatori, collezionisti, istituzioni. «La mia volontà è quella di far dialogare tutti i componenti del sistema dell’arte, che istintivamente vanno per sé». Si tratta di collegare spazi pubblici, musei tradizionali e Festival in una rete di intenti che a Forlì si sta già realizzando in collaborazioni.
L’approccio della galleria Marcolini è sincronico al metodo usato da Roberto Paci Dalò che mette in relazione sculture, suoni, disegni su carta e parete, fotografie, film creando un’opera unica.
Questa misurata capacità di combinare più elementi in modo semplice ricorda la caratteristica sulla quale si basa, in macro e micro sistemi, il nostro mondo: l’ordine complesso ma non complicato della natura.

Sun Tzu - Roberto Paci Dalò - Galleria Marcolini - Foto Francesco Paolini

Sun Tzu – Roberto Paci Dalò – Galleria Marcolini – Foto: Francesco Paolini

Lo spazio espositivo per te è uno “spazio sensoriale”. Cosa intendi con questa definizione?
Credo che il “formato mostra” possa essere usato per costruire uno spazio dove tutti gli elementi sono collegati tra di loro. Questo significa creare qualcosa che vada al di là del mostrare manufatti: non è solo vedere ma è anche ascoltare e interagire con lo spazio, facendo sì che questa esperienza diventi nel complesso un’opera unica per il visitatore. Per questa occasione ho lavorato molto su interventi site-specific nello spazio, ricostruendo addirittura uno mio studio “segreto” all’ultimo piano del palazzo che ospita la Galleria Marcolini. I suoni di “Kinoglaz” sono inoltre stati pensati come un’organizzazione di suoni delle singole opere che insieme creano un unico ambiente acustico sempre variabile. Tra gli altri frequenze e scariche provenienti da una antica radio valvolare che diventa una città in miniatura, popolata da persone che hanno voce tramite un suono che arriva dal vivo direttamente dall’etere (Smallville#2) o il dardo sonoro di Sun Tzu (una scultura sospesa di 7 metri e mezzo di lunghezza). La sensorialità della mostra è anche data dalla relazione tra i linguaggi diversi delle opere esposte.

Studio segreto - Roberto Paci Dalò - Galleria Marcolini - Foto Francesco Paolini

Studio segreto – Roberto Paci Dalò – Galleria Marcolini – Foto: Francesco Paolini

Lavori molto sul concetto di psicoacustica e hai coniato il termine “teatro dell’ascolto”. Quale valore attribuisci al suono?
Il suono nella sua invisibilità disegna lo spazio percettivo nel tempo. Il termine è stato coniato ispirandomi alla “tragedia dell’ascolto” di Luigi Nono. Il suono è un universo enormemente più ampio rispetto alla musica. L’utilizzo tattico e strategico della sua fisicità è una caratteristica del mio lavoro tutto. Nel mondo dell’arte in questi ultimi anni sempre più artisti lavorano – con cognizione di causa – sul suono e penso al lavoro mirabile di amici come Carsten Nicolai o Ryoji Ikeda. Il mio progetto più recente –  che unisce comunità e suono –  è stato la creazione di Usmaradio, una vera a propria emittente radiofonica che adesso si relaziona con Radio Lada, la web radio d’arte che ho creato nel 1995.

Kinoglaz - Roberto Paci Dalò - Galleria Marcolini - Foto Francesco Paolini

Kinoglaz – Roberto Paci Dalò – Galleria Marcolini – Foto: Francesco Paolini

Hai dichiarato che una mostra può essere vista come “un dispositivo di incontro”.
Ritengo che una mostra sia interattiva dove il visitatore non può essere passivo: c’è la richiesta di “esserci”. Pochi elementi possono aprire immaginari ampi, con l’intenzione di fare un omaggio all’attenzione e alla partecipazione. Mancano oggi luoghi di aggregazione come un tempo lo erano, ad esempio, le case del popolo o gli oratori. Si possono però creare spazi dove fare comunità, intessere relazioni che non sono né religiose né politiche, ma si basano sulla necessità di creare un oggetto specifico in uno spazio-tempo dato. Una “comunità che viene” temporanea a potente. Così vedo nel presente i luoghi dell’arte, i musei, le gallerie, i teatri, i cinema. Possibili dispositivi per la relazione nel deserto del reale.

Kinoglaz - Roberto Paci Dalò - Galleria Marcolini - Foto: Francesco Paolini

Kinoglaz – Roberto Paci Dalò – Galleria Marcolini – Foto: Francesco Paolini

Quale importanza ha per te l’apprendimento nel mondo dell’arte?
Credo in una componente pedagogica dell’arte, nel valore dell’apprendimento che permette di porsi sempre in uno stato d’attenzione anche attraverso il lavoro di altri, magari riorganizzandolo in modi alternativi e creando connessioni nuove. Collaboro da sempre con persone di qualsiasi generazione e formazione. Per esempio alla GIBCA Biennale di Göteborg in Svezia ho svolto recentemente un lungo lavoro di interviste con chiunque passasse in un punto della città che mi era stata descritta “a rischio”. Dovevo realizzare un’opera in un sottopassaggio che era in stato di degrado. Parlando con le persone ho capito che il problema non era la criminalità bensì la esplicita bruttezza del luogo stesso. È così che Tunnel Tales è diventata una installazione site-specific fatta di nuovi colori, illuminazione potenziata e impianto suono multicanale. Un mesto sottopassaggio pedonale è diventato così uno spazio espositivo permanente di Röda Sten Konsthall e sopratutto un landmark percepito con affetto da coloro che lo vivono nella quotidianità. Ma il discorso sull’arte pubblica è importante e merita uno spazio adeguato.

Kinoglaz - Roberto Paci Dalò - Galleria Marcolini - Foto Francesco Paolini

Kinoglaz – Roberto Paci Dalò – Galleria Marcolini – Foto Francesco Paolini

 

Kinoglaz
una mostra personale di Roberto Paci Dalò

11 febbraio – 25 marzo 2017

Galleria Marcolini

Via Francesco Marcolini 25/A, Forlì

Info: +39 388 3711896
galleriamarcolini@galleriamarcolini.it
info@galleriamarcolini.it
www.galleriamarcolini.it



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