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ROMA | RAM radioartemobile | 30 maggio – 31 luglio 2012

Promemoria nasce dalla volontà di mostrare oggi opere realizzate in occasioni espositive specifiche e distanti nel tempo. Questo progetto si misura con la disattenzione che allontana vertiginosamente il passato più recente. Il modulo spaziale ed espositivo delle Camere, che accoglie Promemoria, ne amplifica come un dispositivo le potenzialità e il presente allestimento, creato in dialogo con agli artisti, è l’occasione per creare nuovi incontri e altre visioni.

L’opera di Marco Bagnoli ripropone parte dell’allestimento de La macchina stanca. Tre tentativi di fermare il tempo, ospitato nel 1983 nella Galleria Pieroni. L’opera nasceva con precisa scansione e progettualità temporale fissate nelle sessantaquattro sagome lignee, dislocate nello spazio e che, nella loro conformazione, moltiplicavano e potenziavano le possibilità visive dello spettatore.

L’opera nasce con una precisa scansione e progettualità temporale nell’aprile del 1983, quando, in uno stanzino della Galleria Pieroni, un carillon, che suonava musica di Mozart, toccava il vetro di una ampolla, e la scarica luminosa di una luce stroboscopica illuminava per tre minuti il progetto: sedici linee, come profili canonici della scultura, tracciate su rotoli di carta appesi al muro. Le linee, incrociandosi fra loro, compongono sessantaquattro possibilità, fissate dall’artista nelle sessantaquattro sagome lignee. L’evento annunciava l’attesa di un secondo momento: l’esposizione che si sarebbe inaugurata il 16 ottobre. In questa data le sculture, una selezione di dieci, sono dislocate casualmente negli spazi della galleria, come spettatori che sostano, si incontrano, si lasciano. Nella loro conformazione, le sagome moltiplicano e potenziano le possibilità visive dello spettatore. Un testo, in inglese, recita una sorta di menù di cibi italiani, combinatoria matematica di parole il cui senso singhiozza e si interrompe a causa di un procedere per intermittenti ripetizioni, unico possibile linguaggio per una macchina stanca. Che tace recitando (BASTA!) (PANCIA PIENA). L’anno successivo, con Matrice e Mantrica, nella Cappella Bardi di Firenze, le sessantaquattro sagome saranno disposte a formare una scacchiera. Prodotto di un processo di combinazioni, le sculture si compattano per costituire la base di un gioco.
I tre momenti espositivi necessari per l’opera di Bagnoli scorrono dalla dichiarazione di una idea, percorrendo un attraversamento, che sempre è campo di possibilità, fino all’esposizione complessiva dell’opera nella sua composta configurazione. Maura Favero

Mobile? è l’opera che Bruna Esposito realizzò nel 2005, in occasione di Accumulazioni, progetto a cura di Zerynthia, a Palazzo Lantieri di Gorizia. Pensata come una postazione per la diretta di RAM, l’installazione occupa lo spazio come una articolazione dialogica, in piena consonanza con l’amplificazione comunicativa della radio.

Oggetto d’arredo, funzionale poiché composto da tavolini, sedute e treppiedi, Mobile? è anche unità componibile, oggetto di possibili e molteplici trasformazioni. Mobile ovvero in movimento, in costruzione. I nove tavoli esagonali compongono la base di un lavoro che cresce e si forma nell’azione comune e collaborativa, struttura geometrica di alveare, che si sviluppa organica nello spazio. Anche i materiali con cui è realizzato Mobile? sono memoria del fare: il vetro, il legno, l’ardesia, il ferro, la terracotta.
Nell’allestimento realizzato per Promemoria Bruna Esposito ha aggiunto sulla parete una composizione di post-it, biglietti mobili per aggiornare la memoria. A Gorizia l’opera si snodava in una sala, dialogando tra gli affreschi di secoli passati ed i cumuli di ghiaia sparsi a terra. Ma alcuni piccoli sassi sono anche sui tavolini e qui diventano cantori. Un campanello spunta dalla pancia della pietra e vibra agli smottamenti. Anche nel
brano musicale di Danilo Cherni è presente la ghiaia, evocata dal rumore di passi che vi camminano sopra. Mobile? è cassa di risonanza che si scuote nella vibrazione di ogni Sasso cantore, che si estende nella verticalità dei treppiedi, accresciuti in rami sonanti, che si fa processualità nell’accoglienza di ogni interazione. Non dello spettatore, ma di chi voglia mettersi in ascolto. Maura Favero

La Stanza delle Tazze di Remo Salvadori, esposta nella Galleria Pieroni nel 1986, gioca sul volume delle superfici piatte, tra il pieno e il vuoto, tra la semplicità delle forme e il loro dissolvimento nello spazio. Nell’energia che si crea nel momento dell’interazione tra luogo e sguardo dello spettatore, le Tazze di Salvadori sono la possibilità di una attenzione diversa e divisa.

La composizione delle otto ciotole di tela su rame si svolge sulle pareti in un fluire intenso e calmo, che scivola sul volume delle superfici piatte, tra il pieno e il vuoto, tra la semplicità delle forme e il loro dissolvimento nello spazio.
Le Tazze sono figure che cercano e otterranno una accoglienza. Si sosta in silenzio ne La Stanza delle Tazze. Per percepire il bianco, il nero, il verde, il rosa, il giallo, il rosso, il blu e l’oro. Per odorare la cera e la tela. Per seguire i movimenti lenti delle semisfere che, prima o poi, si incontreranno. Le Tazze invitano ad una percorrenza, ad un attraversamento che poi si fa percezione di profondità, ricerca di luoghi. Il tempo è quello del processo, per avvicinamenti e allontanamenti. E in un tale ritmo ti scopri osservatore dell’odore del rosso, dell’oro, o del nero… Ogni colore pretende un rapporto di vicinanza, un diverso entrare in relazione con esso e la Stanza, che ha con sé la memoria della pittura quattrocentesca, è l’occasione di un esercizio per lo sguardo che può trovare la sua possibilità. Osservatori osservati desideriamo infine immergerci nella profonda pienezza delle Tazze. Maura Favero

Con questo nuovo progetto critico-espositivo RAM intende ampliare il concetto di mostra e rendere problematico lo sguardo ed il pensiero, in una ricerca che predilige le direzioni multiple ad una unica direttrice lineare.

Tratto dal testo critico di Maura Favero

Promemoria
Marco Bagnoli, Bruna Esposito, Remo Salvadori

RAM radioartemobile
via Conte Verde 15, Roma

30 maggio – 31 luglio 2012

Orari: martedì – sabato | 16.30 – 19.30
Info: +39 06 44704249 – +39 06 4940893 – info@radioartemobile.it
www.radioartemobile.it

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