MILANO | Palazzo Morando | 29 marzo – 7 settembre 2025
di TOMMASO EVANGELISTA
Nel cuore della Milano che l’aveva vista partire in abito da sposa, l’8 marzo 2008, per la sua ultima performance Sposa in viaggio, Palazzo Morando ospita dal 29 marzo al 7 settembre 2025 la mostra Pippa Bacca: Innesti, un omaggio a un’artista visionaria e coraggiosa, scomparsa prematuramente ma ancora viva nella memoria collettiva e nelle trame della sua opera. Curata da Mirco Marino e Rosalia Pasqualino di Marineo, e arricchita da un’installazione di Cosimo Piovasco di Rondò, la mostra intreccia memoria personale, mitologia femminile e viaggio come esperienza trasformativa attraverso un colto gioco di ritagli, frammenti e sovrapposizioni.

Pippa Bacca, Più oltre (barca), 2004, fotografia ritagliata, 24 x 16 cm, Famiglia di Pippa Bacca. Foto: Matteo Zarbo © Famiglia di Pippa Bacca
Il titolo stesso della mostra — Innesti — svela la chiave interpretativa del percorso artistico di Pippa Bacca: le sue opere si collocano tra le pieghe della realtà, si innestano su contesti esistenti per dialogare, disturbare o svelare connessioni invisibili, intime interpretazioni del sacro contemporaneo. Non si tratta solo di un’esposizione retrospettiva, ma di una messa in scena sensibile in cui i lavori, spesso mai presentati prima, si inseriscono tra le sale storiche del Museo come interferenze poetiche o visioni inaspettate e riparatrici.

Pippa Bacca, Mutazione chirurgica (acero), 2004, foglia ritagliata, 13 x 16 cm, Famiglia di Pippa Bacca, foto: Bruno Bani, © Famiglia di Pippa Bacca
Il lavoro del 2003 Naviganti, ad esempio, con la sua vela azzurra sospesa tra fantasia e mappa interiore, prende posto tra le vedute dei Navigli milanesi, mentre tre Sirene in carta verde si affiancano alla Sirena in ghisa del 1842, trasportando nel tempo presente un immaginario arcaico e acquatico. Gli innesti non sono solo collocazioni spaziali, ma metafore operative del fare artistico: gesti precisi, come tagli chirurgici nel tessuto del reale, che danno vita a nuove storie e possibilità di racconto e lettura. L’uso delle forbici è per Pippa Bacca un atto simbolico quanto tecnico: tagliare significa scegliere, separare, ma anche riconfigurare e ricatalogare. Fotografie, foglie, carte variopinte diventano la materia prima di un alfabeto visivo e narrativo fatto di dettagli, memorie, citazioni che trasformano la sua arte in un archivio di resti mutati, dove ogni ritaglio contiene un tempo, una relazione, un’eco, una storia. Così i serpenti e gli scorpioni rifilati da banconote gigantesche si affiancano alle divinità ibride della Saletta egizia, in un gioco di specchi tra antichità e contemporaneità, tra simbologia esoterica e riflessione sul valore e sul potere femminile. In tali opere non si cerca la totalità ma il residuo perché il frammento è la forma autentica del reale, quella che resiste, che si sottrae alla logica dell’immagine intera e compiuta.

Pippa Bacca, Naviganti, 2003, legno e carta blu ritagliata, 84×78 cm, Collezione Cosimo Piovasco di Rondò, foto: Matteo Zarbo, © Famiglia di Pippa Bacca
Tre elementi attraversano con forza tutto il percorso: la femminilità come forma di conoscenza del mondo, il viaggio come rito trasformativo e il mito come chiave di lettura dell’esistenza. In ciò soprattutto le performance tracciano proprio una geografia del corpo e dell’anima, una mappa di esperienze, miti e visioni. Nel Ritratto presunto di Pippa ed Eva, esposto nella Sala d’Ercole, emerge con chiarezza il tema dell’alterità e della relazione: due donne, due figure mitiche, due storie che si guardano e si rispecchiano. Nel viaggio performativo finale verso Gerusalemme, compiuto in abito da sposa e documentato attraverso fotografie e testimonianze, invece, non vi è un semplice atto artistico, ma una pratica politica e spirituale: attraversare undici paesi segnati dalla guerra significa farsi corpo di pace, figura di speranza, ma anche vulnerabilità offerta come atto di fiducia radicale.

Pippa Bacca, Mater Matuta, 2000, carta rossa ritagliata, 21 x 24 cm, Famiglia di Pippa Bacca, foto: Bruno Bani, © Famiglia di Pippa Bacca
A chiudere il percorso, To shine (to Pippa) di Cosimo Piovasco di Rondò, una catena di lampadine accese per tutta la durata della mostra, che si spegneranno una a una, senza preavviso. Una macchina fotografica registrerà ogni variazione di luce, ogni passaggio dal visibile all’invisibile. È un’installazione che parla di presenza e mancanza, di tempo che si consuma, di memoria che si trasforma in luce residua, come l’arte di Pippa che continua a toccarci, anche ora che è scomparsa.

Pippa Bacca, Il “Rivolta” ed il “Sinatra”, 2007, fotografie su carta da lucido ritagliate, barattolo per conserve e grappa, 21,5 x 13 x 13 cm, Famiglia di Pippa Bacca, foto: Matteo Zarbo
Scrive la curatrice: “L’immagine complessiva del lavoro è caleidoscopica e in movimento. Le opere spesso si fanno un tutt’uno con i ricordi delle persone, con frammenti di esperienze, con fotografie di viaggio. La storia e l’opera si intersecano, si scambiano, per dare forma ancora e ancora a quella lucida ambiguità che contraddistingue la produzione di Pippa Bacca, quella delle sue cinque personalità, della sua e delle sue città, della leggera e radicale libertà artistica”. In questa mostra, infatti, assistiamo al processo creativo di un’artista che ha saputo raccontare l’essere donna non solo come tema ma come metodo: un modo di sentire, di rifilare, di abitare il mondo cercando nei dettagli tagliati via, nelle foglie trasformate, nei miti reinventati, la possibilità di un vedere oltre. Gli innesti e frammenti, del resto, non sono che azioni brevi capaci di cambiare il sistema e la pratica artistica, gesti minimi che rinunciano alla spettacolarità per affermare una presenza radicale e discreta nel mondo. Azioni che sembrano trascurabili aprono fessure nel reale, attraverso cui l’essere può riaffacciarsi nella sua fragilità e potenza e in tal senso l’intera opera è un atto di resistenza contro l’eccesso, un esercizio di attenzione e di cura che restituisce valore all’invisibile. Pippa Bacca non ha costruito mai monumenti bensì ha rivelato fenditure: piccole aperture che dischiudono l’universo e nelle quali l’arte non cerca la rappresentazione del reale ma il contatto che salva.
Pippa Bacca: innesti
a cura di Mirco Marino e Rosalia Pasqualino di Marineo
29 marzo – 7 settembre 2025
Palazzo Morando
Costume Moda Immagine
via Sant’Andrea 6, Milano
Orari: dal martedì alla domenica 10.00-17.30 (ultimo ingresso ore 17.00). Lunedì chiuso. Ingresso gratuito
Info: +39 02 88465735
c.palazzomorando@comune.milano.it
https://www.comune.milano.it/web/palazzo-morando