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Una visione internazionale. Piero Manzoni e Albisola | ELECTA

Intervista a FRANCESCA POLA di Matteo Galbiati 

Presentato di recente, questo volume inaugura, per la collana Pesci rossi, una serie speciale realizzata dalla casa editrice Electa in stretta collaborazione con la Fondazione Piero Manzoni di Milano. Da sempre impegnata nella promozione degli studi su Piero Manzoni (1933-1963), la Fondazione con questo primo volume, nel cinquantesimo della morte dell’artista, lancia una serie di future pubblicazioni che saranno concepite come veri e propri approfondimenti monografici ad indagare, con scrupolo scientifico, specifici aspetti della ricerca manzoniana e il suo tempo, grazie anche all’analisi e allo studio di materiali e documenti spesso inediti. In quest’occasione poniamo alcune brevi domande alla storica dell’arte Francesca Pola, autrice di questa prima pregevole ricerca:

Francesca Pola, Una visione internazionale. Piero Manzoni e Albisola, Electa (copertina del volume)Come è nata l’idea del progetto di studio che contiene questo volume?
Da una ricerca avviata attorno al 2005 per l’Archivio (oggi Fondazione) Piero Manzoni: gli esiti furono talmente interessanti, da indurci a pensare da subito a una pubblicazione, edita nel 2006. Nel corso degli anni, i materiali raccolti e le piste d’indagine tracciate hanno dimostrato non solo l’attualità, ma anche le possibilità di sviluppo di quei temi e ricerche.

Quali sono i contenuti principali oggetti di studio? Che nuovi aspetti storico-critici mette in evidenza su Piero Manzoni?
L’idea fondamentale è quella di ripercorrere alcuni momenti cruciali del percorso artistico di Manzoni, e delle sue relazioni e connessioni internazionali, attraverso l’osservatorio “privilegiato” di quella che era la comunità cosmopolita che negli Anni ‘50 e ‘60 si raccoglieva ogni estate ad Albisola. 

Manzoni ed Albisola: quale legame esiste tra l’artista e la città ligure? Come influenza la sua visione artistica?
Alcuni Achrome sono legati al contesto di Albisola: il caolino, materiale manzoniano d’elezione, non a caso è materia ceramica con cui l’artista verosimilmente viene in contatto proprio qui. Si individua anche la particolare tipologia di Linee presenti nella prima mostra dedicata a questo ciclo, tenutasi nel 1959 ad Albisola (tra di esse, la Linea m 9,48 acquistata in quest’occasione da Lucio Fontana). La nota Merda d’artista trova altresì la sua prima apparizione pubblica in una mostra albisolese, nell’estate del 1961. E molto altro…

Cosa si intende per “visione internazionale”?
Manzoni è stato uno dei grandi protagonisti dell’arte del XX secolo, spesso mi piace definirlo un vero e proprio “catalizzatore creativo” della sua epoca. Albisola è uno dei contesti chiave per comprendere questo: egli vi instaura fecondi rapporti con altri artisti di rilievo internazionale e da qui scrive testi e lettere interessantissime, fondamentali non solo per la sua attività, ma per l’evolversi della visione creativa di un’intera generazione europea. 

Invito della prima mostra di "Linee"  di Piero Manzoni, Pozzetto Chiuso, Albisola Mare, 8-16 agosto 1959

Questa pubblicazione, abbiamo detto, era già stata presentata nel 2006, questo nuovo volume si è però molto arricchito. Quali sono le maggiori novità introdotte dalla tua ricerca?
Per noi era molto importante che questo libro trovasse una nuova e più estesa diffusione, proprio a conferma dell’attualità di temi affrontati allora, anche anticipando tematiche che sono state riprese da altri studi successivi sull’artista. Mi riferisco ad esempio al rapporto di Manzoni con l’Internazionale Situazionista: sono stata io, proprio in quel libro del 2006, la prima a documentare e contestualizzare nel suo iter creativo le letture di Debord, il rapporto problematico e dialogico con Jorn e Gallizio, le relazioni strettissime e certe con le ipotesi psicogeografiche di Rumney. In questa nuova versione degli studi, ho approfondito ulteriormente queste connessioni internazionali, che offrono un panorama ricchissimo: dalla serrata corrispondenza inedita con la celebre gallerista parigina Iris Clert, a quella pressoché ignota e molto poetica con il critico spagnolo Juan-Eduardo Cirlot, a tutta una rete di relazioni e interconnessioni europee (in particolare con i movimenti Zero in Germania, Nul in Olanda e con situazioni affini in Belgio, Danimarca, ecc.), che trovano ad Albisola uno dei nodi cruciali del network artistico dell’epoca. 

Piero Manzoni, Linea m 9,48, Luglio 1959, inchiostro su carta tubo di cartone, Fondazione Lucio Fontana, MilanoCosa ha spinto e motivato questa revisione del precedente volume?
Ci interessava riaffermare e approfondire tutto questo, ma anche la possibilità di riavviare e rilanciare una collana che, con Rosalia Pasqualino di Marineo si era concepita all’epoca come idea pionieristica nel panorama degli Archivi e delle Fondazioni, in particolare italiane.

Come deve essere letto, alla luce dei contenuti che ci hai indicato, questo volume? A chi si rivolge?
Come una miniera di spunti, dettagli e informazioni che certo possono essere utili allo studioso e allo specialista del settore, ma anche come un racconto e una spiegazione comprensibile per chi si avvicina per la prima volta a questi temi – dagli studenti agli appassionati, dai curiosi ai collezionisti, per far giungere il messaggio creativo di Manzoni, nella sua ricchezza e nella sua chiarezza, a quante più persone possibili. Così ho cercato di fare anche nel 2011, con il libro “Manzoni: Azimut” realizzato con Gagosian Gallery in occasione dell’omonima mostra di Londra, sempre in collaborazione con la Fondazione, dove alla qualità veramente straordinaria dell’oggetto-libro si sposa una sorprendente ricchezza di contenuti inediti. 

La tua collaborazione con La Fondazione Manzoni è radicata. State preparando altri progetti? Senza forzare la tua riservatezza, ci sono anticipazioni che ci puoi fare?
Un progetto nel quale sono molto orgogliosa di essere stata coinvolta come consulente storico-artistico, presentato proprio in queste settimane, è il primo e unico film documentario dedicato all’artista: Piero Manzoni, Artista, realizzato dal regista Andrea Bettinetti e prodotto da Good Day Films e Sky Arte HD, in collaborazione con la Fondazione stessa – un contributo fondamentale agli studi, in quell’ottica di fruibilità estesa di cui parlavo.

Sto poi finalmente portando a compimento il mio lungo studio sulle relazioni di Manzoni con la neoavanguardia europea: una sorta di mappa ideale e narrazione interferente delle sue “direzioni” di scambio, in particolare con il movimento internazionale di ZERO, a cui sarà anche dedicata una grande mostra al Solomon R. Guggenheim Museum di New York durante il prossimo autunno. 

Titolo: Una visione internazionale. Piero Manzoni e Albisola

Autore: Francesca Pola

Anno: 2013

Pagine: 152 pagine

Immagini: 93 

Prezzo: Euro 22,00

Collana: Pesci Rossi

Editore: Electa

Info: www.electaweb.it

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