MILANO | Nuova Galleria Morone | 9 febbraio – 1 aprile 2017
Intervista a PATRIZIA NOVELLO di Matteo Galbiati
Colore, paesaggio, astrazione. Sono gli “ingredienti” con cui Patrizia Novello (1978) ci suggerisce, in questa circostanza, la sua nuova visione – o una sua peculiare nuova modalità per intenderla – dell’ambiente reale: con la mostra, nella Project Room della Nuova Galleria Morone, arriva, infatti, a compimento con un progetto espositivo Geografia, serie completamente inedita, che, dopo alcuni anni di attesa, trova adesso un felice momento per essere ammirata dal pubblico. In concomitanza con la grande personale di Fausta Squatriti che la galleria milanese condivide con la Triennale di Milano e Gallerie d’Italia, la presenza di questo affascinante progetto ci permette l’occasione di questa intervista con cui raccogliere la testimonianza e comporre una breve ricognizione sul raffinato pensiero concettuale della giovane artista:
Nella Project Room della Nuova Galleria Morone vediamo un’inedita (le opere risalgono al 2015 n.d.r.) serie di tuoi lavori, quale genesi hanno avuto?
Geografia nasce da una serie di 21 cartoline realmente esistenti che ritraggono 21 “punti” di uno stesso luogo, un paese del quale non viene mai svelata l’identità. Le cartoline originali riproducono diversi scorci dislocati all’interno dell’area dello stesso comune. Dall’osservazione delle immagini riprodotte è nato Geografia #1, una serie di 21 carte millimetrate nelle quali ho trasformato il soggetto reale raffigurato in foto in una sintesi cromatica formalmente astratta. Ho preso in analisi i colori impressi sui rispettivi margini, destro e sinistro, di ogni singola cartolina e ho attribuito ad ognuno di essi un tono di pastello che tanto più si avvicinasse all’originale stampato. I colori danno vita a campiture orizzontali che si alternano e sovrappongono in una sequenza dettata dalla fonte originaria. L’ingombro della parte “dipinta” corrisponde alle esatte dimensioni delle cartoline, ma l’immagine al suo interno è virtualmente divisa a metà; si crea un doppio punto di vista dello stesso soggetto, messo a fuoco da un’angolazione leggermente diversa. Sul retro di ogni cartolina vi è stampata la didascalia esplicativa dello scorcio riprodotto nelle tre lingue francese, italiano ed inglese. La sequenza dei 21 luoghi dà origine a Geografia #2, opera su carta nella quale ho dattiloscritto (con la vecchia Olivetti Lettera 22) l’elenco nelle tre lingue sopra citate. La sovrapposizione delle parole rende quasi del tutto illeggibile il messaggio. Il mio intento era di creare un corto circuito tra l’esplicita dichiarazione dei luoghi – battendo a macchina l’elenco – e la sua negazione, impedendo la leggibilità attraverso l’operazione di stratificazione delle parole. Le stesse parole in Geografia #4 vengono riportate in una scala di 10:1 sulla tela dipinta ad olio. La dislocazione dei nomi nello spazio della tela è in rapporto alla reale posizione geografica dell’area presa in esame.
Quali chiavi di accesso ha lo sguardo di uno spettatore per dedurre l’origine dell’immagine paesaggistica e il senso di trasformazione che porta ad altro? Quale strumenti fornisci?
Immaginando che lo spettatore non sappia niente della genesi del lavoro, la chiave di lettura dell’intero progetto risiede nel titolo Geografia. Per mia volontà non svelo il paese al quale fanno riferimento le cartoline. Abbiamo qualche indizio nelle didascalie, ma tutto rimane in fondo non dichiarato esplicitamente. Le 21 opere su carta millimetrata richiamano visivamente l’idea del paesaggio in quanto i colori presenti sono quelli della natura: gli azzurri dei cieli, i verdi della vegetazione, gli ocra e i bruni della terra, i grigi della pietra e il nero delle ombre o della notte.
In questo lavoro troviamo tre coordinate principali della tua opera: la figurazione (sono paesaggi), l’essenza minima della visione (riduci tutto all’estremo), il colore (protagonista vibrante dell’opera) che si fa forma-materia. Come s’inseriscono questi lavori così apparentemente logici nel complesso della tua riflessione artistica?
Come sempre nel mio modus operandi prima nasce l’idea del progetto e successivamente cerco la tecnica espressiva che meglio si adatta a dare un corpo a tutto. Utilizzo diverse tecniche e materiali, mi piace sperimentare e indagare la pittura nelle sue infinite potenzialità. Nelle 21 carte, ad esempio, mi sono servita dei pastelli colorati cercando di ottenere un effetto cromatico il più compatto ed omogeneo possibile. Sono dei piccoli “concentrati” di colore, se paragonati a tanta della mia produzione recente! In questa mostra si è anche aggiunto un linguaggio del tutto nuovo per me: l’installazione. In Geografia #3 un tubo di luce al neon è posto al di sopra di tre carte dattiloscritte senza inchiostro. La luce radente è il mezzo immateriale grazie al quale riusciamo a decifrare le tre carte dattiloscritte che ad una prima visione ci appaiono bianche, spoglie, prive di contenuto. L’impressione meccanica della macchina per scrivere sulla carta la marchia in modo indelebile, ma nel paradosso di essere invisibile in quanto senza inchiostro.
Come dialogano queste opere con l’altra in cui ritorna l’intelligibilità della parola scritta?
Geografia è un progetto che si articola in quattro momenti: la serie di 21 carte millimetrate, una carta dattiloscritta, l’installazione con tre carte e luce al neon ed infine una tela. Tutto nasce da 21 cartoline. La mia intenzione è di creare un progetto “circolare”, nel quale ogni opera sia legata alla precedente e anche a quella successiva. L’idea è che tutto parli della stessa cosa, ma attraverso mezzi espressivi diversi. La parola dunque per me, in questo caso, equivale al colore, sono due modi diversi di descrivere il medesimo soggetto.
Quali sviluppi ed evoluzioni potrebbero nascere – o sono nati – da queste opere? Quale orientamento “nuovo” ti suggeriscono? Quali altre vie potresti esplorare?
Geografia è un progetto che ho realizzato nell’arco di alcuni mesi e che avevo concepito in queste sue quattro “tappe”. A distanza di tempo mi piacerebbe lavorare ad un libro d’artista legato a questo lavoro.
La tua mostra è presentata in contemporanea con la grande personale di Fausta Squatriti è stata una scelta voluta? Quali spunti condividi della sua poetica? In cosa ti senti vicina al suo lavoro?
Dal momento in cui ho presentato Geografia a Diego Viapiana, sono poi trascorsi dei mesi prima che ci fosse una data certa da appuntare in calendario per questa mostra. La scelta chiaramente è stata del gallerista, ha preferito aspettare un po’ ma presentare il mio lavoro in contemporanea con la grande mostra di Fausta Squatriti. Sono felice di questa occasione e lusingata nel poter esporre le mie opere durante lo stesso arco di tempo. È sempre interessante e stimolante mettersi a confronto con artisti affermati. Penso che ciò che più della mia ricerca si avvicina alla sua produzione sia la logica progettuale del lavoro ed il rigore formale strettamente legato alla severità delle forme geometriche.
Patrizia Novello. Geografia
a cura di Chiara Gatti
9 febbraio – 1 aprile 2017
Project Room
Nuova Galleria Morone
via Nerino 3, Milano
Orari: da lunedì a venerdì ore 11.00-19.00; sabato ore 15.00-19.00
Info: +39 02 72001994
info@nuovagalleriamorone.com
www.nuovagalleriamorone.com