BOLOGNA | Antica Sala Anatomica – Museo delle Cere Anatomiche Luigi Cattaneo
di ALESSANDRO TRABUCCO
Entrarono all’interno del Museo di Cere Anatomiche, l’atmosfera che si respirava li catapultò in un altro tempo, forse fine ‘800, magari addirittura prima. In grandi teche di vetro, alla sinistra e alla destra del corridoio principale, pezzi di corpi umani sezionati erano esposti ad illustrare come gli organi che li costituiscono siano posizionati, ma la differenza tra alcuni frammenti stava nella spiegazione fornita dalle didascalie. In certi casi quei brandelli documentavano malattie o malformazioni, si soffermarono a osservare alcuni esempi: fegato con tumore, cistifellea con calcoli, pancreas con necrosi… La visione di quelle patologie li spinse a proseguire il loro viaggio di approfondimento. Seguirono quindi alcune indicazioni, avventurandosi nei sotterranei verso una precisa direzione: aule didattiche. Una fredda luce elettrica al neon rendeva quel luogo ancora più ostile. Dopo aver sceso alcune rampe di scale e percorso un breve corridoio entrarono in una grande sala, piena di tavoli settori in marmo forniti al centro di buchi di scolo, ma sopra di essi non vi erano residui organici o liquidi rossastri. Una scritta enorme compariva sulla parete di fondo: Hic Mors Gaudet Succurrere Vitae.
Incuriositi dalle immagini e dagli oggetti che vi erano es-posti si inoltrarono con coraggio in quell’ambiente angusto e glaciale, andando alla scoperta della straordinaria energia vitale che da essi sprigionava. In quella sala, infatti, la cui funzione era sempre stata di analisi e studio di corpi ormai privi di battito cardiaco, straordinariamente aleggiava la vita. Soprattutto alcuni elementi naturali svolgevano questo compito, edere e muschi restituivano calore ad una stanza algida, a tratti terrificante, perché lì dentro vi si respirava la morte, quella che era passata in chissà quanti decenni, se non secoli…
Tamara Ferioli e Nunzio Paci sono gli autori di questo alito di vita che riscalda i cuori e gli sguardi. Succurrere Vitae è il preciso messaggio che veicolano attraverso le loro opere.
Nunzio Paci presenta tavole che raffigurano corpi sezionati con una tecnica pittorica sapiente e ben calibrata nella sua funzione descrittiva, in esse vi compaiono anche piante e fiori disegnati, che attenuano la forza visiva di questi corpi aperti ed analizzati nei minimi dettagli, dando un raffinato senso di incompiuto alle immagini. Radiografie di colonne vertebrali, spalle, casse toraciche, bacini, sono lasciate appese nelle loro lavagne luminose, come fossero in attesa di essere studiate. Guardandole meglio si scoprono anche lì alcuni fiori disegnati al tratto, forse la cura più efficace di chissà quali patologie ossee che un occhio inesperto non potrebbe riconoscere. Infine due crani di animali con inserti organici di rami e spine di rose, appaiono come reliquie di leggendarie creature dalle misteriose origini.
Tamara Ferioli presenta una ricerca artistica più metaforica, apparentemente meno dura, ma altrettanto poetica. La natura è il suo soggetto principale, l’artista crea, infatti, delicatissimi fiori bianchi composti da ossa di pesci vari, che sembrano dei reperti scheletrici di una natura sconosciuta e scomparsa milioni di anni fa o, all’opposto, occulte ed ardite sperimentazioni genetiche. Dispone inoltre, sulle marmoree basi da autopsia, alcuni libri dei quali non vi è alcuna possibilità di lettura, scritti in diversi linguaggi e dai contenuti differenti, dizionari o raccolte di poesie. Ma le parole non sono più necessarie, sassi e favi di api sono inglobati in essi creando nuove ed affascinanti forme; infine un tenue disegno di botanica senza alcuna spiegazione didascalica, la sua forza sta proprio nella rappresentazione schietta di una natura esile e precaria.
I due visitatori uscirono da quel luogo con una consapevolezza che fu anche la conferma di molte loro riflessioni: dunque è proprio vero, l’arte arriva laddove l’essere umano non può che sentirsi inadeguato ed impotente di fronte alla malattia e al dolore, spietatamente annichilito dalla sofferenza e dalla morte. L’arte arriva con le sue cure a lenire quelle ferite che non potrebbero essere guarite in altro modo. L’arte c’è, sempre, e con la sua potenza terapeutica sembra sia nata per questo compito preciso: soccorrere la vita.
Nunzio Paci – Tamara Ferioli. Succurrere Vitae
a cura di Luisa Leonardi e Cristian Mancini
29 / 31 gennaio 2016 in occasione di Arte Fiera
Museo delle Cere Anatomiche Luigi Cattaneo (antica Sala Anatomica)
Via Irnerio 48, Bologna
Info: +39 051 2091556
www.sma.unibo.it/il-sistema-museale/museo-delle-cere-anatomiche-l-cattaneo